La
costruzione di un microciclo
di Gian Nicola Bisciotti
Nel precedente
articolo avevamo affrontato i principi
generali che stanno alla base della programmazione
dellallenamento, vediamo ora di considerare
in dettaglio le problematiche inerenti la
costruzione di un microciclo di allenamento.Ma
prima di entrare nel vivo dellargomento,
vorrei ricordare sei principi che riguardano
il cosiddetto "carico di allenamento",
che dovrebbero essere particolarmente chiari
e sempre ben presenti proprio al fine di
poter organizzare una programmazione organica
e coerente .
- Il
principio della progressività del
carico: allo scopo di migliorare la
performance sportiva è necessario
che il progredire del processo di allenamento
sia indissolubilmente legato allaumento
del carico di allenamento proposto. Normalmente
il carico di allenamento dovrebbe essere
aumentato in modo graduale e progressivo.
- Il
principio della continuità del
carico: solamente attraverso la continuità
del processo di allenamento si può
aspirare al miglioramento della capacità
prestativa, sino al raggiungimento dei
massimi limiti prestativi dellatleta.
Se questa continuità viene interrotta
per una qualsivoglia ragione, che può
essere ad esempio costituita da un evento
traumatico oppure da uninterruzione
dovuta ad impegni lavorativi o scolastici
(questo ovviamente in campo dilettantistico)
si assiste pressoché inequivocabilmente
ad uno scadimento della capacità
acquisite.
- Il
principio della periodizzazione del carico:
è ovvio che il carico di allenamento
non possa rimanere costantemente uguale,
o comunque molto prossimo, alle massime
capacità di lavoro dellatleta.
Occorrerà quindi prevedere unorganica
alternanza tra periodi di carico e periodi
di scarico, dettata sia dalle esigenze
di calendario, che dalle condizioni atletiche
del singolo atleta e/o della squadra in
senso più generale.
- Il
principio della variazione del carico:
occorre sempre partire dal presupposto
che se nel corso di un programma di allenamento
si sollecitano i diversi tipi di meccanismi
di ripristino energetico (anaerobico alattacido,
anaerobico lattacido ed aerobico), ognuno
di essi si adatterà positivamente
al carico di lavoro proposto (ossia per
usare un termine tecnico, supercompenserà)
in tempi diversi. Attraverso il principio
della variazione del carico è appunto
possibile sollecitare funzionalmente un
meccanismo energetico nel periodo durante
il quale un altro meccanismo si trova
in fase di supercompensazione.
- Il
principio della successione razionale
dei carichi: è un principio
che si applica allinterno della
seduta di allenamento e che prevede il
rispetto di una gerarchizzazione nella
proposta dei carichi di lavoro, coerente
con lo scopo che ci si propone di perseguire
durante la seduta stessa.
- Il
principio dellefficacia del carico:
per poter ottenere una risposta funzionale
positiva, il carico di allenamento proposto
deve necessariamente raggiungere una certa
quantità ed intensità, è
altresì vero il contrario, ossia
che, per evitare dincorrere nel
fenomeno del sovra-allenamento il carico
proposto non deve superare il limiti fisiologici
soggettivi di assuefazione al carico stesso.
Vediamo
ora di affrontare il problema inerente la
costruzione di un microciclo di allenamento
, identificabile normalmente in una settimana
di lavoro, ma che, come detto nel precedente
articolo, per particolari esigenze può
essere costituito da un periodo di tempo
leggermente più lungo o più
corto. Un microciclo può essere così
definito: "lorganizzazione nel
tempo di più sedute di allenamento
che si succedono in modo tra loro coerente".
E qui vorrei sottolineare fortemente il
termine "coerente", troppo spesso
infatti ci si trova di fronte a microcicli
costruiti in modo a dir poco approssimativo,
per non dire totalmente assurdo, nei quali
le sedute di allenamento si susseguono secondo
il più empirico dei principi ossia:
"che cosa possiamo fare oggi?".
Non è certamente così che
si traggono i migliori frutti dal processo
di allenamento.
Come
concatenare coerentemente le sedute di allenamento
allinterno di un microciclo?
Quello
che ci permette di "assemblare",
se possiamo usare questo termine, coerentemente
le sedute di allenamento allinterno
di un microciclo, è la conoscenza
della "traccia fisiologica"lasciata
dalla seduta di lavoro effettuata e leventuale
utilizzazione di questa traccia nel corso
della seduta successiva.
Come,
quando e perché utilizzare le sedute
"lattacide"
Le
sedute di allenamento che comportino una
forte sollecitazione del metabolismo lattacido,
come ad esempio un frazionato 20-20
(20 secondi di lavoro seguiti da 20 secondi
di recupero) ad unintensità
pari al 115% della velocità aerobica
massimale, che comportano una produzione
di lattato che può superare le 10
mmol . l-1, debbono necessariamente
essere effettuate osservando le seguenti
regole:
1a
regola: lontano dalle partite
Questi
tipi di lavoro debbono obbligatoriamente
essere effettuati lontano dal giorno di
competizione (se la partita è la
domenica il giorno ideale è il mercoledì).
Il lavoro fortemente lattacido comporta
infatti linsorgenza del fenomeno noto
come DOMS, ossia del dolore muscolare tardivo,
il cui picco si manifesta 24-48 ore dopo
lesecuzione dellesercitazione
stessa. Questo tipo di problema non è
da imputarsi ad una difficoltà di
smaltimento del lattato prodotto durante
il lavoro, e quindi ad una sua presenza
a livello muscolare a distanza di uno o
due giorni dalla seduta di allenamento (come
purtroppo ancora molti credono, sic!) ma
ad una serie di perturbazioni strutturali
che la fibra muscolare subisce nel corso
di un lavoro di alta intensità. Il
DOMS diviene particolarmente evidente in
due situazioni particolari, la prima quando
il lavoro proposto prevede una forte sollecitazione
muscolare di tipo eccentrico, come ad esempio
la corsa in discesa e la seconda nel momento
in cui si richieda allatleta lesecuzione
di esercizi inusuali che in un certo qual
modo "sorprendano" i muscoli sollecitati
con modalità di contrazione ed angoli
di lavoro inusuali.
2a
regola: non fare mai seguire ad una seduta
lattacida senza palla una seduta lattacida
con palla.
Dopo
una seduta di preparazione atletica lattacida
è veramente inopportuno, nellambito
della stessa seduta di allenamento, far
seguire un lavoro tecnico con palla, effettuato
dal Mister, dello stesso tipo. Dal momento
che molte volte (e questa è la realtà),
diviene difficile per il preparatore atletico
poter sapere quale potrà essere il
lavoro che il Mister proporrà dopo
la prima parte dedicata alla preparazione
atletica, una regola per cercare di evitare
ogni possibile rischio è quella di
"mettersi in coda". In altre parole
nei casi "dubbi" è meglio
limitare la parte atletica ad un buon riscaldamento,
lasciare spazio al lavoro tecnico, valutare
attentamente lintensità ed
volume di questultimo e riproporre
"in coda" unultima parte
atletica "ponderata" in funzione
dei precedenti accadimenti.
3a
regola: mai il lavoro alattacido dopo quello
lattacido.
Non
fare mai seguire ad una seduta lattacida
un lavoro alattacido, come ad esempio un
allenamento di velocità. Un muscolo
affaticato è anche un muscolo fragile
e maggiormente predisposto allincidente.
Questo è vero non solamente allinterno
della stessa seduta di allenamento ma anche
per quello che riguarda due giorni successivi
di allenamento, se il primo giorno lallenamento
è stato particolarmente intenso e
quindi fortemente lattacido, il giorno successivo
il tipo di allenamento maggiormente indicato
è senza dubbio un tipo di lavoro
di bassa intensità che solleciti
essenzialmente il meccanismo aerobico.
4a
regola: la potenza aerobica normalmente
non ha grosse "controindicazioni"
Una
seduta di potenza aerobica, in linea di
massima, può seguire o precedere
senza grossi problemi, sia un lavoro lattacido
che una seduta nella quale si solleciti
prevalentemente il meccanismo anaerobico
alattacido. Due punti sono comunque da tener
sempre e comunque presenti, il primo è
che anche durante un lavoro specificatamente
rivolto allo sviluppo della potenza aerobica,
viene sollecitato anche il meccanismo lattacido
e che quindi non si tratta di un lavoro
aerobico "puro", ed il secondo
è che comunque il fatto di avere
per così dire "poche controindicazioni",
non giustifica assolutamente il fatto di
utilizzare senza una ragione logica questo
tipo di sedute di lavoro.
Forza
"vera" o forza "finta"?
Provenendo
da una disciplina come il judo, dove lallenamento
della forza assume un importanza capitale,
ho potuto approfondire per molti anni tutta
la problematica inerente allallenamento
delle capacità di forza, ragione
per cui mi permetto di esprimere alcune
perplessità, non tanto sulla necessità
dellallenamento della forza nellambito
del calcio (sono sempre stato un gran sostenitore
dellimportanza dellallenamento
delle qualità di forza e continuerò
ad esserlo) quanto piuttosto sulla reale
possibilità di effettuare nel calcio
un allenamento di forza "vero".
Cosa intendo per allenamento di forza "vero",
che ovviamente è in antitesi ad un
allenamento di forza "finto"?
Intendo che un "serio" allenamento
delle capacità di forza presuppone
necessariamente nellordine:
- Una metodicità
nella frequenza delle sedute (due-tre
sedute settimanali durante tutto laro
della stagione)
- Un intensità
adeguata dei carichi utilizzati, pena
la totale inefficacia dellallenamento
stesso.
- Ladozione
di carichi ,di esercitazioni e di metodologie
di lavoro che si confacciano perfettamente
alla tipologia atletica del giocatore.
- Unattenta
monitorizzazione dellallenamento
soprattutto per quello che riguarda il
lavoro rivolto allo sviluppo della forza
esplosiva.
- Inoltre
è importante ricordare che un allenamento
di forza efficace (quindi "vero")
presuppone sempre e comunque una profonda
destrutturazione delle fibre muscolari
coinvolte, con tutto quello che a ciò
consegue.
Detto
questo, e ricordando come nelle squadre
di calcio professionistiche per buona parte
dellanno si giochino due partite settimanali
tra campionato e coppe, mi sembra che lunico
momento disponibile per effettuare un allenamento
di forza vero sia il periodo di preparazione
pre-campionato. A questo punto mi sorge
spontaneo un dubbio, che potrei sintetizzare
in "e poi"? In altre parole vale
la pena adottare una metodica di lavoro
che poi in pratica diviene improponibile
per tutto il resto dellanno? Oppure
sarebbe più logico mantenere lallenamento
delle caratteristiche di forza come un tipo
dallenamento personalizzato da effettuare
sotto forma singola magari solamente con
quei giocatori che hanno già un buon
"vissuto" dellallenamento
di forza? Ma di questo e altro
parleremo
nella prossima puntata.
Quale
potrebbe essere la strutturazione di un
microciclo "tipo"?
Come
abbiamo già avuto modo di precisare
nellarticolo precedente, il microciclo
è normalmente composto dal concatenamento
logico (aggettivo che mi permetto ancora
una volta di sottolineare ) di 6 giorni
di allenamento a cui faccia seguito, il
settimo giorno, la giornata di competizione.
Esistono tuttavia anche microciclo "atipici"
durante i quali gli appuntamenti agonistici
divengono due, oppure nei quali si giochi
il sabato anziché la domenica. Al
di là di questi casi particolari
la strutturazione "tipo" di un
microciclo classico potrebbe essere:
Lunedì:
giornata di riposo.
Martedì:
aerobico di ripresa (quindi a bassa intensità)
per i giocatori che abbiano giocato tutta
o comunque buona parte della partita la
domenica; allenamento di potenza aerobica
per i non convocati od i giocatori in panchina.
Mercoledì:
le scelte possibili sono: allenamento di
resistenza specifica (quindi lattacido)
oppure allenamento di forza ( per chi intenda
programmaticamante utilizzare questo tipo
di lavoro durante tutto larco dellanno)
Giovedì:
aerobico di medio-bassa intensità,
oppure seduta di velocità (quindi
anaerobica alattacida) nel caso in cui il
giorno precedente si sia fatto un lavoro
di forza, oppure il lavoro lattacido del
giorno precedente sia stato dintensità
non elevatissima; a questo proposito per
diminuire ulteriormente il rischio connesso
a questo abbinamento (che pocanzi
abbiamo classificato come "potenzialmente
rischioso"), una buona soluzione è
quella di effettuare il lavoro del mercoledì
in mattinata e quello del giovedì
nel pomeriggio, in modo tale da concedere
qualche ora in più ad i meccanismi
di tipo rigenerativo. Unalternativa
è quella di una seduta di potenza
aerobica di non eccessiva intensità,soprattutto
nel caso in cui il Mister non abbia programmato
una partita di allenamento.
Venerdì:
giornata in cui il lavoro fisico deve essere
in netto "scarico" per dare la
priorità assoluta al lavoro tecnico-tattico.
La scelta migliore sarebbe quella di limitarsi
ad un buon riscaldamento per lasciare il
più ampio spazio possibile al lavoro
tecnico.
Sabato:
ancor più del venerdì appare
ovvia la necessità di limitare la
parte fisica al solo riscaldamento, fermo
restando il fatto che anche lintensità
e la quantità del carico tecnico-tattico
dovrebbero essere decisamente limitate.
A
questo punto, oltre a sottolineare limportanza
di unidonea e razionale scelta dei
metodi e dei mezzi di allenamento, vorrei
ricordare che anche il recupero, inteso
nel senso di una drastica diminuzione dei
volumi e dellintensità dellallenamento
oppure di una sua temporanea sospensione,
deve essere a tutti gli effetti considerato
come un metodo di allenamento. Troppo spesso
uneccessiva sollecitazione funzionale
reiterata nel tempo ottiene effetti diametralmente
opposti a quelli sperati, per cui molte
volte, nel dubbio, è più opportuno
rifarsi al vecchi empirico ma saggio detto
che recita: "a volte è meglio
fare qualche cosa di meno che non qualche
cosa di più!".
Lunedì
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Riposo
|
Martedì
|
Aerobico di bassa
intensità per chi abbia giocato
Potenza aerobica
per i non convocati ed i "panchinari"
|
Mercoledì
|
Resistenza specifica
Alternativa: allenamento
di forza
|
Giovedì
|
Aerobico di medio-bassa
intensità
1a alternativa:
allenamento di velocità (vedi
nel testo le precauzioni da adottare).
2a alternativa:allenamento
di potenza aerobica (vedi nel testo
le precisazioni )
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Venerdì
|
Lavoro fisico ridotto
|
Sabato
|
Lavoro fisico estremamente
ridotto
|
Domenica
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partita
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Tabella
1 : lo schema di un microciclo di allenamento
classico che preveda un unico impegno agonistico
nella giornata di domenica.
Quale
sarà (speriamo!) o comunque quale
dovrebbe essere il futuro della programmazione
della preparazione fisica nello sport di
squadra?
Il
calcio è uno sport di squadra. Affermazione
banale ma comunque vera e credo nota a tutti.
Quello che forse è meno noto è
che il concetto di "squadra" dovrebbe
essere presente, e fortemente, soprattutto
nel momento dellallenamento tattico
e non necessariamente in quello della preparazione
fisica. Il futuro auspicabile della preparazione
fisica nel calcio, come in praticamente
tutti gli altri sport di squadra, è
quello della preparazione individuale o
per lo meno nellidentificazione di
gruppi di giocatori che abbiano caratteristiche
e necessità simili e della conseguente
personalizzazione del lavoro proposto. I
vantaggi sarebbero indubbi ed andrebbero
dalla diminuzione del rischio dincidenti,
allottimizzazione del processo di
allenamento, alla prevenzione del fenomeno
del sovrallenamento e sinceramente mi sembra
che in questo caso "il gioco valga
la candela".
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