Il
legamento collaterale laterale
di
Gian Nicola Bisciotti
- Che tipo di
danno strutturale è?
- Come si verifica
il danno?
- Quali sono i
sintomi?
- Come viene diagnosticata?
- Come viene trattata?
- Quanto può
durare?
- Quando si può
ritornare allattività sportiva?
- Si può
prevenire?
- Quali esercizi
eseguire nella fase riabilitativa?
Che
tipo di danno strutturale è ?
Il
legamento collaterale laterale (LCL) detto anche
legamento fibulare, ha laspetto di un cordone
fibroso di forma rotonda e dello spessore simile
a quello di una matita da disegno. Da un punto
di vista anatomico si inserisce sullepicondilo
laterale del femore e sulla testa del perone.
La funzione del LCL è quella di sostenete
la parte laterale dellarticolazione del
ginocchio , in questo compito viene coadiuvato
dalla benderella ileotibiale, dal tendine del
popliteo, dal legamento arcuato e dal tendine
del bicipite. Il LCL è sottoposto a trazione
durante lestensione della gamba sulla coscia
e si rilassa durante la flessione, per sopportare
le notevoli tensioni a cui viene sottoposto la
sua conformazione anatomica si presenta solida
e compatta.
Il
LCL è da un punto di vista statistico meno
esposto a traumi di tipo distorsivo grazie, sia
alla sua elasticità , sia al fatto che
la parte laterale del ginocchio è ben protetta
da altri stabilizzatori secondari che come abbiamo
prima ricordato sono la benderella ileotibiale,
il tendine del popliteo, il legamento arcuato
ed il tendine del bicipite. Negli atleti la maggior
parte delle lesioni a carico del LCL sono causate
da un evento traumatico sulla parte laterale dellarticolazione
del ginocchio. In circa il 75% dei casi riscontrabili
la lesione del LCL risulta in una rottura del
legamento, che può comportare o meno avulsione,
vicino alla testa del perone, solamente nel 20%
dei casi a livello del femore ed infine solamente
nel 5% dei casi la rottura avviene al centro del
legamento stesso (Tria e Klein, 1991). Alla lesione
del LCL possono essere associate delle lesioni
del nervo peroneale, proprio per il fatto che
questultimo nel suo decorso passa intorno
alla testa del perone, oppure altre lesioni associate
ad una rottura completa del LCL possono essere
costituite da lesioni della capsula postero-laterale,
del Legamento Crociato Posteriore (LCP) e del
Legamento Crociato Anteriore (LCA) (Mangine, 1988).
La gravità dellinfortunio è
determinata dal grado di lassità presentato
dal legamento ed è classificabile in I°,
II° e III° grado.
- I° grado:
in questo tipo di lesione il paziente lamenta
una sintomatologia dolorosa causata dalle microlesioni
subite a livello del LCL, è osservabile
un versamento di modesta entità ed il
paziente riferisce dolorabilità alla
palpazione.
- II° grado:
la lesione di II° grado è una lesione
incompleta che presenta un aumento della lassità
durante lo stress in varo, sia a 30° di
flessione, che in completa estensione, in questo
tipo di lesione è comunque ancora identificabile
un ben preciso punto di fine escursione articolare.
Il paziente lamenta dolorabilità alla
palpazione e durante lesecuzione del test
di stress in valgo, inoltre è riscontrabile
un modesto versamento ematico.
- III° grado:
nelle lesioni di III° grado vi è
una rottura completa del LCL che comporta unevidente
lassità, sia 30° di flessione, sia
in completa estensione. In questo caso non è
più possibile determinare un ben preciso
punto di fine escursione articolare, tuttavia
la sintomatologia dolorosa è generalmente
minore rispetto a quella riscontrabile nelle
lesioni di I° e II° grado. Se durante
il test di stress in varo a completa estensione
è riscontrabile un a significativa lassità,
si può sospettare una lesione della capsula
postero-laterale e del LCP e probabilmente anche
del LCA.
Figura
1 : visione schematica del LCM e del LCL. Le strutture
laterali risultano più robuste rispetto
a quelle mediali, soprattutto grazie allespansione
ileo-tibiale.
Come
si verifica il danno?
Normalmente
una lesione isolata del LCL è causata da
uno stress in varo causato dallapplicazione
di una forza sulla parte mediale dellarticolazione
del ginocchio. Il trauma può occasionalmente
verificarsi anche nel caso in cui, durante una
fase dinamica di carico, viene meno il controllo
muscolare del movimento , in questo caso si verifica
un impegno diretto del legamento che in tal modo
può cedere e conseguentemente lesionarsi
(Irrgang e coll., 1995).
Quali
sono i sintomi?
Chi
subisce un trauma distorsivo a livello del LCL
normalmente riferisce di aver udito un "rumore
di rottura" allinterno del ginocchio
immediatamente seguito da un dolore acuto in sede
laterale. Subito dopo sarà riscontrabile
un gonfiore extra-capsulare, senza che si verifichi
un versamento articolare, tranne che nel caso
di una lesione capsulare o meniscale.
Come
viene trattata?
Le
lesioni di I° e II° grado possono essere
trattate con terapia conservativa a patto che
sia riscontrabile una certa stabilità al
test di stress in varo. Il paziente può
cominciare, se non riferisce dolore, a caricare
immediatamente larto anche se in alcuni
casi si ricorre ad unimmobilizzazione di
una durata massima di circa 7 giorni. Per questo
tipo di lesioni non è di norma necessario
lutilizzo di un tutore. Anche in seguito
ad una lesione di III° grado è possibile
evitare il trattamento chirurgico, anche se in
questo caso è necessario lutilizzo
di un tutore che limiti lescursione articolare
del ginocchio a 90° per un periodo compreso
tra le 4 e le 6 settimane. Tuttavia la miglior
soluzione, per un atleta che abbia subito una
lesione di III° grado al LCL e che comporti
unimportante instabilità rotatoria,
è certamente quella chirurgica.
Quando
si può ritornare allattività
sportiva?
Le
lesioni di I° e II° grado possono essere
trattate con terapia conservativa a patto che
sia riscontrabile una certa stabilità al
test di stress in varo. Il paziente può
cominciare, se non riferisce dolore a caricare
immediatamente larto, anche se in alcuni
casi si ricorre ad unimmobilizzazione della
durata massima di circa 7 giorni. Per questo tipo
di lesioni non è di norma necessario lutilizzo
di un tutore. Nelle lesioni di III° grado
trattate chirurgicamente normalmente si rende
necessario lutilizzo di un tutore che limiti
lescursione articolare del ginocchio a 90°ed
il carico parziale per un periodo compreso tra
le 4 e le 6 settimane.
In
linea generale i criteri da adottare per poter
consigliare il ritorno o meno allattività
sportiva sono:
- Una differenza
dinamometrica nella produzione di forza minore
del 15% da parte dellarto leso nei confronti
del test dinamometrico.
- Il recupero
di una completa escursione articolare.
- La possibilità
di effettuare senza alcun problema il test navette
(riquadro1) ed il carioca test (riquadro 2).
Dopo
una lesione di I° e II° grado latleta
è in grado di ritornare allattività
sportiva nellarco di 3-7 settimane, mentre
nel caso di una lesione di III° grado trattata
chirurgicamente si può riprendere la normale
attività sportiva dopo un periodo riabilitativo
della durata di circa sei mesi (Irrgang e coll.,
1995).
Si
può prevenire?
Come
già detto nellarticolo precedente
riguardante il Legamento Collaterale Mediale,
anche nel caso del LCL la maggior parte dei traumi
è causata dalla natura stessa dellattività
sportiva praticata. Per questa ragione la sola
pratica di prevenzione possibile, se di prevenzione
si può parlare, appare limitata ad una
scelta idonea dei materiali tecnici utilizzati,
soprattutto in alcune discipline sportive particolari
come ad esempio lo sci, oltre ad un costante mantenimento
di un adeguato trofismo muscolare degli arti inferiori.
Quali
esercizi eseguire nella fase riabilitativa?
Dopo
un lesione di I° grado si può iniziare
precocemente un programma riabilitativo basato
sulla mobilizzazione nel range di escursione articolare
che non causa dolore, su contrazioni isometriche
del quadricipite e sollevamenti della gamba tesa
da terra. Nel caso invece di lesioni di II°
grado è consigliabile attendere 4-6 giorni
in modo da superare la fase acuta. In entrambi
i casi nel primo periodo sono consigliabili i
seguenti esercizi:
Scorrimenti
del ginocchio sdraiati su lettino: utilizzare
una calza in modo da favorire lo scorrimento
del piede sulla superficie del lettino flettendo
ed estendendo larto nellambito dellescursione
articolare che può essere effettuate
senza sintomatologia dolorosa.
Flesso-
estensioni del ginocchio a muro: come lesercizio
precedente ma appoggiando la pianta del piede
su di una parete.
Scorrimenti
attivi assistiti: come gli esercizi precedenti
ma coadiuvando lazione dellarto leso
con larto sano, sia durante la fase di flessione
, che durante quella di estensione
Il
secondo periodo riabilitativo è caratterizzato
dalla scomparsa della sintomatologia dolorosa
e dal miglioramento della mobilità articolare.
In questa fase si possono introdurre esercizi
isotonici, sia di flessione, che di estensione
a catena cinetica aperta ed anche, se ben sopportati
da parte dellatleta, gli stessi tipi di
esercitazioni effettuati in catena cinetica chiusa.
In particolare sono particolarmente indicati i
seguenti esercizi:
Flessione
del ginocchio in posizione prona con luso
di cavigliere zavorrate.
Estensione
del ginocchio in posizione seduta con luso
di cavigliere zavorrate.
Mini
squat eseguito tra 0° e 40° di flessione
Nel
terzo periodo, ossia quello a ridosso della ripresa
dellattività sportiva si possono
gradualmente introdurre esercitazioni isotoniche
a catena cinetica aperta e chiusa con lutilizzo
delle macchine da muscolazione. Gli esercizi maggiormente
indicati sono:
Leg
extension
Leg
Curl
Pressa
_
squat
Affondi
con manubri
RIQUADRO
1
Test
navette: latleta deve effettuare uno
sprint della lunghezza di 20 metri alla massima
velocità, toccare un paletto, effettuare
un immediato cambio di direzione ritornare alla
massima velocità al punto di partenza,
osservare un recupero passivo della durata di
20 secondi ed effettuare 6 serie consecutive.
Questo tipo di test, oltre che a fornire delle
importanti indicazioni, come in questo specifico
caso, sulle garanzie di "tenuta strutturale
del ginocchio" da un punto di vista muscolare
e legamentoso, viene anche utilizzato nellambito
del calcio per monitorare la capacità di
resistenza allaccelerazione del calciatore.
RIQUADRO
2
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Carioca
Test: latleta compie un passo in avanti
con il piede sinistro incrociandolo davanti al
destro (1), un passo in avanti con il piede destro
(2), incrocia il piede sinistro dietro il piede
destro (3) ed infine esegue un passo indietro
con il piede destro (4). Lesercizio deve
essere eseguito per più volte senza soluzione
di continuità.
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