Chi
fa da se fa per tre
..
Gian
Nicola Bisciotti
Facoltà
di Scienze dello Sport Università di Lione,
Dipartimento Entraînement et Performance
Preparatore
atletico FC Internazionale Milano
Gomito
del tennista, epicondilite laterale, tennis elbow,
chi non ha mai sentito, se non addirittura, suo
malgrado, capito in prima persona il significato
di questi termini? Il fatto curioso è che
il termine di "gomito del tennista"
è universalmente utilizzato per definire
una sintomatologia dolorosa localizzata nella
parte laterale del gomito, indipendentemente dal
fatto che chi ne soffra abbia o non abbia mai
giocato a tennis in vita sua! Questa spiacevole
patologia, non è infatti solamente appannaggio
degli appassionati della racchetta, ma colpisce
indiscriminatamente coloro che lavorano manualmente
in modo intenso e ripetitivo, oppure musicisti,
od ancora i stacanovisti del computer, tanto che
un recente studio medico scientifico ha potuto
appurare che proprio gli appartenenti a queste
categorie lavorative costituiscono il bersaglio
privilegiato della patologia, superando in classifica,
e di gran lunga, i tennisti veri.
Che
cosa è in effetti?
Anche
se conosciuta ai più, vale comunque la
pena dinquadrare in poche righe la patologia.
Lepicondilite laterale o gomito del tennista
è un processo degenerativo a cui vanno
incontro alcuni gruppi muscolari ed i loro relativi
tendini, situati nellavambraccio, dovuto
ad un affaticamento da sovraccarico, che può
essere costituito dal tennis, come anche da uno
smodato uso della tastiera del computer oppure
dallutilizzo di uno strumento musicale e
così via
.. Qualunque ne sia la causa,
il risultato è comunque sempre lo stesso:
un intenso dolore sopra lepicondilo laterale
del gomito quando la mano è flessa dorsalmente
contro resistenza come mostrato nella foto 1.
Foto
1: La sintomatologia dolorosa causata dal gomito
del tennista si manifesta quando si flette dorsalmente
la mano contro una resistenza esterna, oppure
quando, sempre contro resistenza, si cerca di
estendere il dito medio.
Come
si cura tradizionalmente?
Nella
fase acuta vengono normalmente prescritti degli
antinfiammatori, lapplicazione di ghiaccio
ed ultrasuoni. Nei casi in cui il dolore persista
si può anche arrivare alliniezione
locale di corticosteroidi. Inoltre, viene di prassi
prescritto un periodo di riposo dallattività
tennistica. Purtroppo, occorre dire che linattività
si rivela, in ultima analisi, una vera e propria
arma a doppio taglio, infatti la mancanza di movimento
tende ad atrofizzare ed irrigidire la muscolatura
che è coinvolta nella patologia e quindi
ad aggravare questultima. Per ciò
che riguarda invece le terapie basate sui farmaci
antinfiammatori o sulle infiltrazioni di cortisonici,
non risolvono realmente il problema ma si limitano
solamente a mascherare il dolore percepito dal
paziente.
Lapproccio
di Travell e Simons
David
Simons e Jant Travell sono due nomi arcinoti nellambito
della medicina riabilitativa, soprattutto per
le loro idee innovative ed originali sulle cause
del dolore muscolare, ivi compreso il "gomito
del tennista". Secondo i due studiosi, in
un muscolo sottoposto ad un forte sovraccarico
funzionale, come nel caso di un allenamento intenso,
si possono creare dei focolai diperirritabilità
nel muscolo stesso, oppure nella fascia che lo
riveste Questi focolai diperirritabilità
sono costituiti da piccoli gruppi di fibre muscolari
(definite con il termine di bandelette) che rimangono
contratte. Allinterno di queste bandelette
contratte si sviluppano dei punti particolarmente
sensibili, definiti punti trigger. Il termine
trigger in inglese significa grilletto, proprio
perché i punti trigger "sparano",
o meglio proiettano, il dolore ad una certa distanza,
ad esempio una bandeletta contratta che contenga
un punto trigger attivo a livello del muscolo
piccolo gluteo, può simulare un dolore
del tutto simile alla sciatalgia. Questo tipo
di dolore viene definito con il termine di miofasciale(da
mio che sta per muscolo e fasciale che
sta per fascia muscolare). La procedura di cura
da mettere in atto si articola in due fasi: la
prima fase del trattamento prevede la digitopressione
(ossia una pressione esercitata con le dita) direttamente
sul punto trigger attivo, alternata al rilasciamento.
Durante la fase di pressione la circolazione allinterno
della bandeletta contratta viene di fatto fortemente
limitata, nella successiva fase di rilasciamento,
al contrario, si verifica un aumento della circolazione
allinterno della bandeletta stessa, questo
provoca un rilassamento delle fibre contratte
che costituiscono la bandeletta.
La
seconda fase, prevede leffettuazione di
particolari esercizi di allungamento della muscolatura
dolente dopo averla però raffreddata con
delle applicazioni locali di ghiaccio. Questa
procedura viene utilizzata in virtù delle
proprietà analgesiche del freddo, il muscolo
raffreddato con il ghiaccio risulta essere praticamente
blandamente anelgesizzato, e questo permette un
suo allungamento molto maggiore rispetto ad una
condizione normale. Lalternanza di pressione
e rilasciamento, unita allo stretching del muscolo
raffreddato (questa tecnica è denominata
appunto stretch e spray) permette, nella maggioranza
dei casi, dinattivare totalmente un punto
trigger attivo e di annullare la sintomatologia
dolorosa con grande sollievo dellatleta.
Il
"Deep Stroking Massage" ed il gomito
del tennista.
Il
trattamento sopra descritto, prevede ovviamente
lintervento di un terapista, cosa non sempre
possibile ed agevole in pratica. Nel caso dellepicondilite
laterale del tennista, un altro esperto del settore,
Carl Davis, in un interessantissimo lavoro pubblicato
nel 2003 su di un autorevole rivista medico-scientifica,
propone, inspirandosi alle ricerche di Travell
e Simmons, un "auto-trattamento", denominato
"Deep Stroking Massage", basato su di
un massaggio pressorio effettuato con una pallina
da tennis, direttamente del paziente, sui punti
trigger responsabili della sintomatologia dolorosa.
I
punti trigger: impariamo ad identificarli.
I
punti trigger (PT), si sviluppano in zone anatomiche
ben precise e tipiche per ogni gruppo muscolare,
ed altrettanto tipiche sono le zone di proiezione
del dolore da loro causato. Esiste quindi una
sorta di "mappa" della dislocazione
sia dei PT, che del loro dolore proiettato, specifica
per ogni muscolo. Nelle immagini che sono di seguito
riportate potrete osservare, e quindi imparare
a riconoscere su voi stessi i PT dei vari muscoli
responsabili del dolore causato dal gomito del
tennista e le loro zone di proiezione.
Figura
1: il muscolo estensore radiale lungo del
carpo, il cui PT è evidenziato dal punto
nero (riquadro A), proietta il dolore sia immediatamente
al di sopra della sua dislocazione, che sulla
dorso della mano vicino al pollice (zona tratteggiata
nel riquadro B)
Figura
2: il PT del muscolo brachioradiale (riquadro
A), proietta il dolore sulla parte interna dellavambraccio
ed in prossimità del pollice (zona tratteggiata
nel riquadro B).
Figura
3: il PT del muscolo supinatore (riquadro
A), provoca dolore sulla parte interna del gomito
e nelle vicinanze del pollice (zona tratteggiata
nel riquadro B).
Figura
4: il PT del muscolo estensore radiale breve
del carpo (rappresentato dal punto nero sul riquadro
A), proietta il dolore a livello del dorso della
mano (zona tratteggiata nel riquadro B).
Figura
5: Il PT del muscolo estensore ulnare del
carpo (riquadro A), proietta il dolore sulla faccia
esterna della mano in prossimità della
base del mignolo (zona tratteggiata nel riquadro
B).
Figura
6: Il muscolo estensore delle dita può
sviluppare due distinti PT, rappresentati dai
due punti neri nel riquadro A della figura. Il
dolore viene proiettato a livello del dito medio
e dellanulare (zona tratteggiata nel riquadro
B).
Figura
7: i due PT del muscolo tricipite (riquadro
A), provocano dolore riflesso sulla parte mediale
e laterale del braccio (riquadro B)
Come
effettuare il "Deep Stroking Massage"
Una
volta imparato a riconoscere ed identificare le
zone nelle quali si possono sviluppare i PT, occorre
apprendere la corretta esecuzione del "Deep
Stroking Massage". La tecnica è decisamente
facile: prendete una normalissima pallina da tennis
ponetela sui PT, basandovi sia sule figure precedenti,
che su quelle che seguono, ed appoggiatevi ad
una parete. A questo punto effettuate una pressione
crescente sul PT, che però nel contempo
vi permetta di far scorrere lentamente sul PT,
ed in tutte le direzioni, la pallina. Il movimento
deve essere effettuato dalle 6 alle 12 volte ed
ogni scorrimento deve durare allincirca
2 secondi, per un totale di 15-20 secondi per
ogni PT. Attenzione però a non effettuare
un massaggio troppo vigoroso, esercitare una pressione
eccessiva: potrebbe infatti essere controproducente.
La sensazione che dovreste avere è quella
di una pressione che evochi un dolore lieve, sopportabile
e soprattutto che tende a scomparire col prosieguo
della pressione stessa. I PT rispondono in genere
molto bene a questo tipo di procedura terapeutica
e molti sintomi possono essere risolti nel giro
di un periodo compreso tra i 3 ed i 10 giorni,
durante i quali il Il "Deep Stroking Massage"
viene effettuato quotidianamente, anche se i casi
cronicizzati possono richiedere un periodo di
trattamento molto più lungo, che può
arrivare sino alle 6 settimane.
Figura
8: Deep Stroking Massage dei muscoli estensore
radiale lungo del carpo, supinatore e brachioradiale.
Figura
9: Deep Stroking Massage Deep Stroking Massage
dellestensore radiale breve del carpo.
Figura
10: Deep Stroking Massage del muscolo estensore
delle dita.
Figura
11: Deep Stroking Massage del muscolo estensore
ulnare del carpo.
Figura
12: Deep Stroking Massage del muscolo tricipite.
In questo caso occorre posizionarsi con il gomito
sul ripiano di un tavolo ed interporre tra il
gomito e la pallina da tennis, le nocche della
mano di cui ci si servirà per effettuare
la pressione diretta sul PT.
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