- Departement
Entraînement et Performance , UFR-STAPS,
Lyon, France.
- Scuola
Universitaria Interfacoltà di Scienze
Motorie, Torino, Italia.
ABSTRACT
Lo
scopo di questo studio è stato quello
di accertare eventuali differenze di ordine
biomeccanico tra lesecuzione di due tipi
di salto eseguiti, sia su superficie convenzionale,
che su sabbia, che possano suggerire delle modifiche
dei modelli teorico-interpretativi dellattività
specifica del beach-volley.
Hanno
preso parte al protocollo sperimentale 6 atleti
pallavolisti di livello nazionale il cui peso
altezza ed età erano rispettivamente
87.5+7.1 kg (media + deviazione
standard) 192+ 2.cm 20+3 anni.
I
suddetti atleti dimostravano inoltre una buona
dimestichezza con la pratica e la gestualità
specifica del beach-volley.
I
risultati non hanno evidenziato sostanziali
differenze tra le due biomeccaniche esecutive
di salto, fatta eccezione per la produzione
di potenza media, che è risultata minore
(-39.55%, p<0.05) nel salto da fermo preceduto
da contromovimento eseguito su sabbia rispetto
allo stesso gesto atletico effettuato su convenzionale.
Tuttavia
la minore elevazione del centro di gravità
(- 36,01%, p<0.05) ottenibile saltando su
sabbia rispetto alla superficie dura, suggerisce
come la sabbia abbia un ruolo di dissipatore
di energia, tale da giustificare limportanza
delladozione di tecniche di condizionamento
muscolare altamente specifiche in funzione delle
diverse condizioni di gioco richieste.
Parole
Chiave: Beach-volley, volley-ball, biomeccanica
di salto.
INTRODUZIONE
Il
beach-volley ha recentemente conosciuto un sempre
maggior interesse ed un crescente consenso di
pubblico e praticanti soprattutto a partire
da 1996 data della sua consacrazione Olimpica.
Tuttavia,
nonostante la sua apparente similitudine, non
deve essere concepito come una semplice trasposizione
del volley-ball classico su di una superficie
diversa ed inusuale come la sabbia.
In
effetti molte sono le differenze tra il beach-volley
ed il volley-ball, sia dal punto vista tecnico,
che da quello fisiologico e biomeccanico.
Da
un punto di vista prettamente tecnico il beach-volley
non conosce la forte specializzazione tecnica
tipica del volley-ball moderno, dove vi è
una forte diversificazione dei ruoli.
Questa
mancanza di specializzazione nellambito
del beach-volley obbliga i giocatori ad una
forte versatilità di gioco, che per ciò
che riguarda i gesti fondamentali, come il servizio,
la ricezione, il passaggio o le azioni di difesa,
si presenta relativamente diverso dal volley
classico, anche se la superficie del terreno
di gioco (18 X 9 m) e laltezza della rete
( 2.43 m per gli uomini e 2.24 m per le donne)
restano identiche.
Anche
le condizioni ambientali di gioco legate alla
temperatura, la disidratazione, il vento e la
visibilità rendono le due attività
molto diverse tra loro.
Tutti
questi motivi rendono molto diverse le due tipologie
dei giocatori sia da un punto di vista antropometrico
che funzionale.
Lo
specialista di bech-volley risulta infatti di
peso ed altezza inferiori rispetto al giocatore
di volley-ball con un VO2 max compreso tra i
60 ed i 70 ml .min-1 . kg-1 (Cossart et coll.
1997) contro valori medi di 55 ml . min-1 .
kg-1 dello specialista di volley-ball (Zsuzsa
e Forman, 1995; Smith e coll., 1992; Viitasalo
e coll., 1987; Dyba, 1983)
Questi
dati testimonierebbero come la richiesta fisiologica
di gioco nel giocatore di beach-volley sia ben
più elevata rispetto allo specialista
di volley-ball.
Nonostante
queste differenze relativamente marcate tra
le due tipologie atletiche, la capacità
di salto, dote fondamentale del giocatore di
volley-ball (Bosco, 1994; 1992, Fleck e coll.,
1985) resta un parametro qualitativo discriminante
anche nellambito del beach-volley.
Tuttavia
la diversa superficie sulla quale il giocatore
si trova ad effettuare il gesto potrebbe determinare
anche in questambito un diversa esecuzione
meccanica del medesimo.
Esiste
quindi la necessità di approfondire lo
studio dei parametri che riguardano la biomeccanica
esecutiva dei gesti fondamentali del beach-volley
per contribuire alla revisione, se necessario,
dei suoi modelli teorico-interpretativi, sia
dal punto di vista prettamente tecnico, sia
per ciò che riguarda il condizionamento
muscolare specifico.
Lo
scopo di questa ricerca è stato appunto
quello di verificare lesistenza di eventuali
differenze nella biomeccanica del gesto dettate
dalla diversità delle due superfici utilizzate.
METODI
Soggetti
Al
presente studio hanno partecipato 6 atleti pallavolisti
di livello internazionale il cui peso altezza
ed età erano rispettivamente 87.5+7.1
kg (media + deviazione standard) 192+
2.cm 20+3 anni.
I
suddetti atleti dimostravano inoltre una buona
dimestichezza con la pratica e la gestualità
specifica del beach-volley.
Tutti
i soggetti hanno mantenuto nel periodo del test
la loro normale attività dallenamento
e nessuno di loro presentava patologie di tipo
dermatologico, muscolare o neuromuscolare. Inoltre,
tutti gli atleti che hanno preso parte al protocollo
di test, erano stati preventivamente informati
sullo scopo della ricerca e sui possibili rischi
ad essa connessi.
Protocollo
A
tutti i soggetti veniva richiesto di effettuare
una serie di balzi, sia su di un campo da gioco
regolamentare di beach-volley, costituito da
una superficie di 18 x 9 m e contenente 40 cm
di sabbia asciutta, che su di un campo regolamentare
da volley-ball costituito da una superficie
di 18 X 9 m di materiale sintetico.
Ogni
atleta, a ridosso della rete di gioco, doveva
effettuare:
- tre
salti da fermo preceduti da un contromovimento
simulando unazione di muro (CMJ) (Fig.1a-b).
- tre
salti simulando unazione di schiacciata
, preceduti da una rincorsa di lunghezza
non standardizzata e liberamente scelta
dellatleta stesso (CMJ+r) (Fig.2a-b).
Per
meglio simulare unazione di salto simile
a quella realmente effettuata durante il gioco,
in concomitanza di ogni salto che simulasse
lazione di schiacciata, veniva "alzata"
allatleta in questione una palla consona
allazione richiesta.
Al
fine di poter registrare gli indici biomeccanici
dellazione di salto, lo stesso veniva
effettuato su di una pedana dinamometrica (Tecmachine
PF 350, Andrezieux-Boutheon, France).
La
pedana era posta, sul terreno di volley-ball,
allo stesso livello della superficie di gioco,
mentre la stessa era posta sotto 7 cm di sabbia,
sul terreno di beach-volley.
La
frequenza di campionamento sul terreno di volley-ball
era pari a 800 Hz.
La
frequenza di campionamento sul terreno di beach-volley
era pari a 200 Hz, a tale frequenza di campionamento,
il segnale registrato al di sotto dei 7 cm di
strato di sabbia, si manteneva lineare. La linearità
del segnale è stata preventivamente testata
con la strumentazione presentata in Fig 3, esercitando
una forza (Fp) registrata da un dinamometro
a cella di carico (Ergo Meter, Globus Italia,
Codogné, Italy) che veniva a sua volta
simultaneamente registrata (Fptf) dalla piattaforma
di forza posta sotto uno strato di 7 cm di sabbia.
I
valori di Fp sono risultati superiori del 2.9+
1.8 % rispetto ai valori di Fptf , tale differenza
non è risultata statisticamente significativa
. Questi dati sono in accordo a quelli riportati
in unesperienza similare (Lejeune, 1998)
e rientrano nellambito di sensibilità
di registrazione della piattaforma stessa.
I
segnali acquisiti dalla piattaforma di forza
erano raccolti per mezzo di una scheda di acquisizione
a 12 bits (National Instruments France, tipo
PC-LPM16, Le Blanc-Mesnil, Francia), i dati
erano registrati su di un PC Pentium 166 Hz
ed analizzati attraverso un programma specificatamente
concepito sviluppato in Visual Basic 3.0 (Microsoft
Corporation).
Venivano
in tal modo calcolati:
Per
ciò che concerne il CMJ eseguito sulle
due diverse superfici
- Lo
spostamento in volo del centro di gravità
(H.CGv)
- Il
picco di forza espresso durante lazione
di salto (N.F.)
- Il
picco di accelerazione negativa durante
la fase di contromovimento (A.n) ed il picco
di accelerazione positiva durante lazione
di salto (A.p)
- Il
tempo del contromovimento (T.c) ed il tempo
di spinta (T.s)
- La
velocità verticale alla fine della
fase di spinta (V.max)
- Lo
spostamento del centro di gravità
durante lazione di spinta (D CGs)
- Il
lavoro compiuto per fornire energia cinetica
(W.e.c.)
- Il
lavoro compiuto per aumentare lenergia
potenziale dovuta allinnalzamento
del CG durante la spinta (W.e.p)
- Il
lavoro totale dato dalla somma di W.e.c.
e W.e.p. (W.tot.)
- La
potenza media espressa durante il salto
(P) data dal rapporto tra W.tot. ed il tempo
di spinta
Per
ciò che concerne il CMJ+r eseguito su
entrambe le superfici venivano calcolati:
- Il
tempo relativo allultimo appoggio
effettuato sulla pedana (T.n.s.)
- Il
picco di accelerazione positiva durante
lazione di salto (A.p2)
- Il
picco di forza espresso durante lultimo
appoggio effettuato sulla pedana (N.F.2)
- Lintegrale
della forza sul tempo relativo allultimo
appoggio effettuato sulla pedana (ò
F(t))
Statistica
Per
ogni variabile considerata sono stati calcolati
gli indici statistici ordinari come media, varianza
e deviazione standard. Le differenze tra le
medie relative ai dati concernenti i salti effettuati
su sabbia e su superficie sintetica sono state
verificate attraverso un test non parametrico
di Wilcoxon per campioni appaiati.
La
significatività statistica è stata
posta a p<0.05.
Risultati
VARIABILI
|
SUP. SINTETICA
(media +dev.st.)
|
SABBIA
(media +dev.st.)
|
SIGNIFICATIVITA
DELLA DIFFERENZA TRA LE MEDIE
|
H.CGv (cm)
|
45.89±
3.2
|
33.74±
7.50
|
*
|
N.F. (N)
|
1685.50±
315.61
|
1616.33±
131.65
|
n.s.
|
A.n (m.s-2)
|
5.81±
0.96
|
4.53±
1.52
|
n.s.
|
A.p (m.s-2)
|
18.88±
2.44
|
21.25±
2.31
|
n.s.
|
T.c (s)
|
0.315±
0.08
|
0.378±
0.06
|
n.s.
|
T.s (s)
|
0.403±
0.07
|
0.450±
0.12
|
n.s.
|
V.max (m.s-1)
|
3.35±
0.21
|
3.15±
0.19
|
n.s.
|
D CGs
(cm)
|
67.50±
12.75
|
71.66±
22.83
|
n.s.
|
W.e.p. (J)
|
587.52±
111.07
|
543.16±
190.21
|
n.s.
|
W.e.c. (J)
|
461.19±
137.18
|
383.98±
75.80
|
n.s.
|
W.tot (J)
|
1032.05±
167.85
|
927.14±
255.71
|
n.s
|
P (W)
|
2651.83±
601.27
|
1900.27±
268.75
|
*
|
Tabella
1: Media, deviazione standard e significatività
statistica della differenza tra le medie relative
alle variabili del test di CMJ.
*
p<0.05
VARIABILI
|
SUP. SINTETICA
(media +dev.st.)
|
SABBIA
(media +dev.st.)
|
SIGNIFICATIVITA
DELLA DIFFERENZA TRA LE MEDIE
|
T.n.s.(s)
|
0.338±
0.05
|
0.368±
0.05
|
n.s.
|
A.p.2 (m.s-2)
|
29.14±
8.88
|
14.80±
6.97
|
*
|
NF.2 (N)
|
2467.83±
590.94
|
1154.33±
604.09
|
*
|
ò F(t)
(N . s)
|
279.46±
69.32
|
91.27±
62.44
|
*
|
Tabella
2: Media, deviazione standard e significatività
statistica della differenza tra le medie relative
alle variabili del test di CMJ+r.
*p<0.05
|
W.e.p. (J)
(media +dev.st.)
|
W.e.c. (J)
(media +dev.st.)
|
SIGNIFICATIVITA
DELLA DIFFERENZA TRA LE MEDIE
|
SABBIA
|
543.16±
190.21
|
383.98±
75.80
|
*
|
SUP.SINTETICA
|
587.52±
111.07
|
461.19±
137.18
|
n.s.
|
Tabella
3: Media, deviazione standard e significatività
statistica della differenza tra le medie relative
ai valori di W.e.p. e W.e.c. registrati durante
lesecuzione del test di CMJ.
DISCUSSIONE
I
dati registrati nel presente studio sono ben
in linea con quanto ritrovabile in bibliografia.
Le
altezze di volo da noi rilevate nel test di
CMJ su superficie convenzionale sono infatti
dellordine di 45.89± 3.2 cm e ben
paragonabili ai valori riportati da altri autori
(Bosco, 1992) che riferiscono per pallavolisti
di livello internazionale delle altezze di volo,
durante lesecuzione di salti con contromovimento,
comprese tra i 46 cm (media della Squadra Nazionale
Finlandese) ed i 52 cm (media della Squadra
Nazionale Norvegese).
Per
ciò che riguarda lo stesso tipo di salto
eseguito su sabbia, abbiamo registrato un valore
pari a 33.74± 7.50 cm anche questo e ben
paragonabile ad un precedente studio (Cossart
et coll., 1997) dove gli autori riferiscono
una perdita media di elevazione del CG dellordine
di 10 cm nel salto con contromovimento eseguito
su sabbia rispetto allo stesso eseguito su superficie
convenzionale.
Anche
i valori di W.e.p., W.e.c., W.tot. e P sono
maggiori ma ben paragonabili a quanto riportato
da Mognoni (1999) che riferisce per i sopracitati
parametri rispettivamente una media di : 279
J, 234 J, 513 J e 1204 W.
La
differenza riscontrabile è da imputarsi
al fatto che il sopracitato studio si riveriva
a pallavoliste donne di livello nazionale.
A
questo proposito è interessante notare
come anche nel nostro studio, in accordo con
quanto riferito da Mognoni (1999), il valore
di W. e.p. sia maggiore a quello di W.e.c.,
anche se tale differenza non risulta statisticamente
significativa.
Lo
stesso dato è confermato anche nellesecuzione
dello stesso tipo di salto eseguito su sabbia,
dove la differenza tra i due valori è
risultata statisticamente significativa (p<0.05)
Questi
risultati confermerebbero come nellesecuzione
di un salto con contromovimento venga spesa
una maggiore quota di energia per elevare il
CG durante la spinta di quanta non ne venga
spesa per accelerare questultimo e permetterne
lo spostamento in volo.
Un
altro fattore interessante da sottolineare è
come, nellesecuzione del CMJ, anche nel
presente studio, in accordo con quanto riferito
ancora da Mognoni (1999), si registrino dei
tempi di spinta, che corrispondono al tempo
di contrazione dei muscoli estensori della gamba
maggiori di 300 ms., tempo di circa 6 volte
maggiore al tempo di spinta di un mezzofondista
durante lazione di corsa (Mognoni, 1999)
Diviene
a questo punto non propriamente corretto definire
la contrazione dei muscoli estensori della gamba
nellazione di salto con contromovimento
di tipo prettamente esplosivo.
Anche
per ciò che riguarda il CMJ+r eseguito
su superficie convenzionale i dati da noi registrati
non presentano differenze statisticamente significative
rispetto a quanto riportato da Nourry e coll.,
1999 che riferiscono valori di T.n.s., Ap2,
N.F.2 e di ò F(t) rispettivamente di 0.313+0.05
s., 32.22+2.91 m . s-2, 2783.10+382.85
N e di 304.41+ 21.59 N . s.
La
sostanziale mancanza di differenze significative
tra i parametri biomeccanici relativi al CMJ
effettuato sulle due diverse superfici sottolinea
come sostanzialmente latleta effettui
le due azioni in modo molto simile.
E
possibile tuttavia evidenziare su sabbia una
tendenza non statisticamente significativa ad
un maggiore piegamento delle gambe nella fase
di contromovimento (+5.80%) che si traduce in
aumento del tempo di spinta (+10.44%) ed in
una conseguente significativa minor produzione
di potenza (-39.55%, p<0.05).
Il
dato maggiormente interessante è comunque
la minore elevazione del CG (- 36,01%, p<0.05)
riscontrabile in questo tipo di salto effettuato
su sabbia rispetto allo stesso eseguito su superficie
sintetica.
Questa
differenza è essenzialmente da imputarsi
sia alla minore produzione di W.e.c (-20.1%)
sia al minor valore di V.max (-6.34%) registrati
su sabbia.
Le
differenze di queste due valori, anche se non
statisticamente significative, se considerate
singolarmente, hanno determinato la differenza
significativa nellaltezza di salto riscontrata
(vale infatti la pena ricordare come W.e.c sia
uguale a 0.5 . M . Vmax2)
Diviene
quindi importante sottolineare come la superficie
sulla quale viene effettuato il salto stesso
giochi un ruolo essenziale nella differenza
di elevazione ottenuta.
La
sabbia è infatti considerabile come un
tipico elemento "dissipatore di energia"
(Strydom e coll., 1966; Givoni e Goldman, 1972;
Soule e Goldman, 1972; Zamparo e coll.,1992),
la perdita del 20.1% di W.e.c, dissipata in
attrito sulla superficie sabbiosa risulta infatti
ragionevolmente proporzionale alla perdita pari
al 36,01% dellaltezza di salto registrata.
Inoltre
il maggior piegamento degli arti inferiori riscontrabile
nel CMJ effettuato su sabbia può causare
un aumento delleffetto di termodispersione
dellenergia elastica immagazzinata durante
la fase eccentrica del movimento stesso (Bosco,
1992)
LA
caratteristica dissipativa della superficie
sabbiosa diviene soprattutto evidente quando
il salto viene preceduto da una rincorsa.
La
fase di appoggio del piede nella fase di rincorsa
può essere divisa in tre periodi di durata
relativamente uguale; durante il primo terzo
della fase di appoggio, nel momento in cui il
piede sprofonda nella sabbia, lenergia
potenziale viene trasformata in energia cinetica
di cui però una parte viene dissipata
nella sabbia stessa (Lejeune e coll., 1998).
Inoltre
la sabbia è responsabile di una diminuzione
della stiffness del sistema neuro-muscolare
che per questo motivo aumenta nel corso del
ciclo stiramento-accorciamento la quantità
di energia elastica termodispersa (Lejeune e
coll., 1998).
A conferma di questo nel presente studio è
evidenziabile come i valori di N.F.2, di ò
F(t) e di A.p. 2 registrati su sabbia siano
significativamente minori (p< 0.05)di quelli
osservati su superficie rigida.
Limpossibilità
di effettuare, per motivi di ordine tecnico,
la fase di ricezione sulla piattaforma di forza,
ha impedito il calcolo dei tempi di volo, rendendo
necessario un ulteriore approfondimento dello
studio che risolva questo tipo dimpedimento.
Tuttavia
data la forte correlazione (r=0.86 p<0.001)
ritrovabile in studi analoghi (Nourry e coll.,
1999) tra i valori di ò F(t) e laltezza
di salto sottolineata anche d a altri Autori
in precedenti studi (Adamson e Whitney, 1971)
, si può ragionevolmente supporre una
significativa differenza dei valori di altezza
raggiunti dal CG in questo tipo di salto eseguito
su sabbia rispetto allo stesso eseguito su superficie
convenzionale.
Occorre
inoltre sottolineare come il lavoro realizzato
per muovere il piede nella sabbia, nel salto
preceduto da rincorsa, ed in minor modo anche
nel salto da fermo con contromovimento, costituisca
dellenergia dissipata sotto forma di attrito
nella sabbia stessa, energia che non può
essere quindi accumulata sotto forma di energia
elastica e conseguentemente restituita sotto
forma di lavoro meccanico nella susseguente
fase concentrica del movimento.
CONCLUSIONI
Un
terreno mobile come la sabbia esercita quindi
un effetto sfavorevole sul lavoro meccanico
prodotto non solamente durante la locomozione,
come già dimostrato da altri autori (Strydom
e coll., 1966; Givoni e Goldman, 1972; Soule
e Goldman, 1972; Zamparo e coll.,1992) ma anche
nellesecuzione di altri gesti atletici
come nel caso ora descritto dei salti.
Infatti
mentre un substrato elastico può assorbire
energia elastica durante la fase di decelerazione
del CdG ed in seguito restituirla durante la
susseguente fase di accelerazione del CdG stesso
(Mc Mahon e Green, 1978; Bosco e Locatelli,
1987) , un terreno deformabile si comporta in
modo diametralmente opposto, ricoprendo il ruolo
di un ammortizzatore il cui compito è
unicamente quello di assorbire energia.
Queste
caratteristiche peculiari della sabbia, utilizzata
in quanto terreno sul quale effettuare delle
prestazioni atletiche di rilevante importanza,
dovrebbero quindi dettare imperativamente delle
tecniche di condizionamento muscolare altamente
specifiche in funzione delle diverse condizioni
di gioco richieste rispetto a quelle che si
verificano sulle usuali superfici utilizzate.