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  Prima Pagina
       
   
Argomento:
Fisiologia e biomeccanica
Data:
1999
Testata:
SdS, anno XVIII, 45-46: 81-87, 1999
 

La capacità di modulazione della forza isometrica può influenzare l’abilità motoria specifica?
di Gian Nicola Bisciotti (1)(2), Sandra Greco (1), Silvano Marcucci

1) Istituto Superiore di Educazione Fisica, Torino (Italia) . 2) Laboratorio di Scienza dello Sport, UFR — STAPS di Besançon. (Francia). 3) Istituto Tecnico Paolo Belmesseri, Pontremoli (Italia).

Abstract: I valori di forza isometrica vengono spesso assunti, sia come indici di base nella parametrizzazione dell’allenamento, sia come fattori predittivi della performance dinamica, classicamente gli aspetti della contrazione isometrica maggiormente indagati sono la Massima Forza Isometrica (MIF) ed il Rateo di Sviluppo della Forza Isometrica (RDF).

Nel presente studio viene esaminato un particolare aspetto della contrazione isometrica, sino ad oggi scarsamente indagato, definibile come la capacità di modulazione di quest’ultima, ossia la possibilità di riprodurre con la maggior precisione possibile una percentuale ben precisa della Massima Forza Isometrica.

7 giocatori basket di medio livello si sono sottoposti ad un test atto a valutare la capacità di modulazione della forza isometrica, i risultati ottenuti sono stati in seguito correlati ad una performance dinamica costituita dall’abilità dimostrata nell’esecuzione di un gesto motorio complesso come il tiro libero nella pallacanestro. I risultati indicano l’esistenza di patter di modulazione specifici per alcune particolari condizioni di contrazione, tuttavia la mancanza di correlazione con la performance dinamica comporta una serie di considerazioni incentrate sulla differenza degli schemi di attivazione neuromuscolare tra test isometrici e performance basate sulla contrazione dinamica.

Parole chiave: Valutazione della performance dinamica, Forza isometrica massimale , Capacità di modulazione della forza isometrica, Riproducibilità del movimento.

INTRODUZIONE

La precisione di un movimento viene influenzata in maniera più o meno importante dalla capacità di produrre un’adeguata tensione muscolare in rapporto alle richieste di forza del movimento stesso, in altre parole in molti movimenti sportivi la capacità di modulare adeguatamente la forza nell’esecuzione del gesto specifico condiziona spesso la sua precisione esecutiva.

Ad esempio i volteggi al cavallo della ginnastica artistica sono essenzialmente caratterizzati dalla forza di impulso al momento dello stacco e dalla spinta delle braccia, in questo caso la forza utilizzata non deve essere massimale, come ad esempio nei salti dell’atletica leggera, bensì modulata ed adeguata in rapporto al tipo di volteggio che si intende eseguire.

Questa capacità di modulare l’applicazione della forza muscolare in rapporto alle richieste esecutive del gesto, ricopre un ruolo importante nell’apprendimento della tecnica; rimanendo all’esempio del volteggio sopracitato, l’allenatore, osservando l’esecuzione del gesto, cerca di capire quale sia la forza di stacco e quella di spinta delle braccia, le confronta con un ideale modello esecutivo e se necessario, corregge l’esercitazione successiva ( Meinel e Shnabel 1992; Schmidt, 1993.).

Lo stesso approccio metodologico può essere utilizzato nel nuoto, valutando la bracciata e la battuta delle gambe, fornendo in tal modo all’atleta delle informazioni utili per la loro correzione o regolazione, oppure nello sci di fondo per ciò che concerne la spinta delle braccia e delle gambe.

Nella disciplina del tiro con l'arco ad esempio una caratteristica peculiare degli atleti di alto livello è la capacità di riprodurre con la maggior precisione possibile l'esatta quantità di forza necessaria all'ottenimento della massima precisione del tiro, quest'ultima capacità cresce infatti pressoché linearmente con l'aumentare della qualificazione dell'atleta, tanto che nei campioni di classe internazionale l'errore registrabile nella riproduzione della quantità di forza ideale richiesta nella messa in tensione della corda (D F) risulta essere di circa 6 volte inferiore rispetto al principiante (Vercho_anskij, 1987).

In termini generali di controllo nervoso della funzione muscolare, la regolazione della produzione di forza può avvenire essenzialmente attraverso un meccanismo di reclutamento spaziale, ossia attraverso il coinvolgimento di nuove unità motorie, o attraverso un reclutamento di tipo temporale, modalità che si verifica nel momento in cui dallo stesso terminale sinaptico avvengono scariche di mediatore chimico ad intervalli minori di 15 millisecondi l’una dall’altra (Fox e coll., 1995).

Tuttavia la capacità specifica legata a questo aspetto della funzione muscolare, definibile come "l'abilità di modulazione delle caratteristiche forza-tempo del compito motorio" (Berhman e coll., 1992) è stata a nostra conoscenza scarsamente indagata soprattutto in rapporto a gesti tecnico-sportivi ben precisi .

In effetti il solo aspetto ben indagato in questo senso è la riproducibilità del valore massimale di MIF (Heinonen e coll., 1994; Bemben e coll., 1992) oppure di altri aspetti legati indirettamente alla produzione di forza, come la riproducibilità del picco di potenza durante un esercizio di sprint massimale effettuato su cicloergometro (Williams e Amstrong, 1993), oppure la riproducibilità del segnale elettromiografico durante un esercizio che comporti una contrazione isometrica o dinamica massimale (Heinonen e coll., 1994; Mero e Komi 1990; Golhofer e coll., 1990).

Tutti questi studi, non hanno comunque indagato sulla relazione intercorrente tra la riproducibilità del fenomeno considerato e la performance dinamica, inoltre tutti i tipi di protocollo adottati si sono rivolti ad attivazioni muscolari di tipo massimale, rimane quindi poco conosciuto in tal senso il comportamento del muscolo in condizioni di attivazione sub-massimale.

Solo più recentemente alcuni ricercatori si sono interessati alla riproducibilità spaziale del gesto, vista come un parametro atto a discriminare la correttezza del gesto tecnico, tipica dell’atleta di alto livello, da quello più approssimativo del principiante o comunque dell’atleta di livello tecnico inferiore.

Attraverso l’analisi cinematografica tridimensionale, alcuni studi hanno potuto dimostrare come in diverse discipline sportive come il karate, la ginnastica artistica ed il tennis, il gesto dell’atleta di alto profilo agonistico sia caratterizzato da una maggiore riproducibilità spaziale rispetto a quello del principiante (Ferrario e coll., 1994a; Ferrario e coll., 1994b; Ferrario e coll., 1995; Sforza e coll., 1998).

Questi dati, che si rivolgono essenzialmente ad un analisi puramente cinematica del gesto, sottintenderebbero comunque anche un’alta riproducibilità delle forze che generano il movimento.

Ciò nonostante, probabilmente non in tutte le discipline sportive questa capacità di modulare opportunamente la forza potrebbe rivestire la stessa importanza, infatti in alcuni gesti nei quali si richieda un estrema precisione spaziale, unita ad un impegno di forza relativamente poco importante, altri fattori neurofisiologici potrebbero essere altrettanto determinanti nella meccanica esecutiva del gesto .

Diviene a questo punto interessante indagare quali e quanti gesti motori e discipline sportive si dimostrano maggiormente influenzabili dalla capacità di riprodurre con precisione una forza sub-massimale, anche e soprattutto in vista di un possibile utilizzo di indagini basate su questo principio ed unite all’indagine cinematica, come mezzo di controllo e correzione dell’allenamento.

POPOLAZIONE

La popolazione considerata era costituita da 7 giocatori di medio livello (serie C2 ) la cui età, peso ed altezza erano rispettivamente pari a 23+4 anni (media +deviazione standard), 78 +5.4 kg e 182 +5.6 cm.

Tutti i soggetti sono stati preventivamente informati dello scopo della ricerca ed hanno continuato nella loro regolare pratica di allenamento durante tutto il periodo dei test.

PROTOCOLLO E METODI

Test tecnico di precisione di tiro

Per verificare l’importanza della capacità di regolazione nell’intensità della forza applicata nell’ambito del basket abbiamo considerato il gesto maggiormente standardizzabile e riproducibile ossia il tiro libero.

Ad ogni soggetto è stato richiesto di effettuare 20 tiri liberi dalla lunetta calcolandone la percentuale di successo, durante l’esecuzione dei tiri è stato misurato e standardizzato l’angolo articolare di partenza sia a livello dell’articolazione del ginocchio e del gomito che tra braccio e busto (foto 1.). Prima dell'esecuzione del test tecnico ogni soggetto ha eseguito una fase di riscaldamento secondo le proprie normali abitudini di allenamento, ogni soggetto infine è stato preventivamente informato sullo scopo della ricerca e sui rischi ad essa connessi.

Test dinamometrico

Dopo il test di tipo tecnico, ogni soggetto è stato sottoposto ad un test specifico di misurazione della forza isometrica utilizzando una piattaforma di forza a strain gauge (Tecmachine PF 350, Andrezieux-Boutheon, France), posta al di sotto di uno speciale Multi Power la cui asta poteva essere bloccata all’altezza desiderata permettendo così all’atleta di riprodurre gli stessi angoli articolari utilizzati durante la prova di tiro libero.

Il test era strutturato attraverso quattro diverse modalità di contrazione isometrica :

Nella prima prova ogni soggetto posizionava l’arto superiore sulla sbarra riproducendo gli stessi angoli articolari utilizzati durante la prova di tiro ed effettuava una spinta massimale verso l’alto della durata di ~ 3’’ secondi (foto 2) (Wilson e coll., 1995)

In questo tipo di test i soggetti furono istruiti a produrre il massimo della forza nel minimo tempo possibile (Bemben e coll., 1990.) evitando di applicare qualsiasi tipo di contrazione muscolare prima dell’inizio del test (Viitasalo, 1982).

Venivano effettuate tre prove intervallate da una pausa di recupero passivo di 3' e veniva ritenuta valida la prova durante la quale era stato registrato il maggior valore di forza isometrica. Tale valore veniva quindi assunto come valore di MIF della muscolatura implicata nel gesto specifico del tiro.

Nelle rimanenti tre modalità di contrazione isometrica previste dal protocollo di test , era richiesto all’atleta di cercare di riprodurre lo stesso tipo di spinta esercitando rispettivamente il 30%, il 50% ed il 90% del valore di MIF registrato nella prima prova . Per ogni percentuale di contrazione richiesta venivano effettuate tre esecuzioni (intervallate da 2' di recupero passivo) considerandone infine la media . Durante tutta la batteria di test dinamometrici l'atleta non riceveva nessun tipo di informazione di ritorno inerente la performance registrata in modo tale da evitare ogni tipo di retrocontrollo in biofeedback.

Lo stesso protocollo di test veniva riproposto per la muscolatura estensoria delle gambe e per il sinergismo muscolare di spinta tra muscolatura delle braccia e muscolatura delle gambe.

Prima dell'esecuzione del test dinamometrico ogni soggetto ha eseguito un’adeguata fase di riscaldamento e le prove sono state effettuate in modo randomizzato.

I segnali acquisiti dalla piattaforma erano campionati con una frequenza di risonanza pari a 200 Hz per mezzo di una scheda di acquisizione a 12 bits (National Instruments France, tipo PC-LPM16, Le Blanc-Mesnil, Francia), i dati erano registrati su di un PC Pentium 166 Hz ed analizzati attraverso un programma specificatamente concepito sviluppato in VisualBasic 3.0 (Microsoft Corporation).

STATISTICA

Sono state calcolati gli indici statistici di base ( media, varianza e deviazione standard) per tutte le variabili considerate, è stata inoltre calcolata la percentuale di riuscita dei tiri liberi per ogni giocatore attribuendo 1 punto ad ogni tiro effettuato con successo e 0 punti ai tiri falliti.

E' stato infine calcolato lo scarto in valore assoluto (D Fass.) tra il valore esatto corrispondente alla percentuale di forza isometrica richiesta (D Fa) e la media dell'effettivo risultato registrato durante il test dinamometrico ( D Fb), sono stati in tal modo calcolate le differenza assoluta tra i valori di D Fa 30% e D Fb 30% , D Fa 50% e D Fb 50% , D Fa 90% e D Fb 90% per tutte le modalità esecutive considerate.

La differenza statistica tra le medie dei valori ottenuti è stata verificata attraverso un test non parametrico di Wilcoxon.

I valori dinamometrici sopraindicati ed i valori di percentuale di riuscita dei tiri liberi, registrati durante il test di tecnico di precisione di tiro, sono stati tra loro correlati attraverso una correlazione lineare multipla

La significatività statistica è stata posta a p<0.05.

RISULTATI

La percentuale di tiri riusciti e risultata pari al 69.28 + 13.04% .

L’angolo utilizzato durante il tiro, misurato a livello dell’articolazione del gomito, è risultato essere di 137.14 + 7.22° mentre l’angolo braccio busto è stato pari a 140.13+6.4, il valore di MIF della muscolatura estensoria delle braccia misurata a questa angolazione è risultata essere 248.86 +51.95 N.

L’angolo misurato a livello dell’articolazione del ginocchio in condizioni di tiro era pari a 90.85 + 13.1° e la MIF della muscolatura estensoria degli arti inferiori rilevata a tale angolazione era uguale a 2171.43 + 397.3 N.

La MIF misurata a livello dei tre angoli articolari sopraindicati relativa al sinergismo muscolare degli estensori delle braccia e delle gambe è risultata uguale a 297.14 + 32.88 N.

D Fass. riguardante la differenza tra D Fa30% e D Fb30% a carico della muscolatura estensoria delle braccia (D F ass.30%br.) è stata pari a 55.60 + 37.58 N, per ciò che riguarda la differenza tra D Fa50% e D Fb50% e D Fa90% e D Fb90% (D Fass.50%br e D Fass.90%br.) i valori sono stati rispettivamente 39.74 + 29 N e 10.47 + 4.15 N.

D Fass. riguardante la differenza tra D Fa30% e D Fb30% a carico della muscolatura estensoria delle gambe (D Fass.30%ga.) è stata pari a 455.66 + 347.38 N, mentre per ciò che riguarda la differenza tra D Fa50% e D Fb50% e D Fa90% e D Fb90% (D Fass.50%ga. e D Fass.90%ga) i valori sono stati rispettivamente 300.43 + 200.91 N e 251.46 + 65.24 N.

D Fass. riguardante la differenza tra D Fa30% e D Fb30% a carico del sinergismo muscolare degli estensori delle braccia e delle gambe (D Fass.30%br+ga) è stata pari a 96.81 + 55.96 N, mentre per ciò che riguarda la differenza tra D Fa50% e D Fb50% e D Fa90% e D Fb90% (D Fass.50%br+ga e D Fass.90%br+ga) i valori registrati sono state rispettivamente 51.33 + 34.78 N e 26.79 + 12.15 N.

Le medie dei valori D Fa e D Fb, ossia la corretta percentuale di forza richiesta (D Fa) e quella realmente prodotta, (D Fb) hanno fatto registrare una differenza statisticamente significativa (p<0.01) ad eccezione di D Fa90% e D Fb90% per tutte le modalità testate.

I D Fass. relativi a tutte le modalità considerate non si sono rivelati significativamente correlati alla percentuale di precisione dei tiri liberi, i risultati sono riportati in dettaglio nella matrice di correlazione allegata .

% Tiri

D Fass. 30% br.

D Fass. 50% br.

D Fass. 90% br

D Fass. 30% ga.

D Fass. 50% ga.

D Fass. 90% ga.

D Fass. 30%br.+ga.

D Fass 50% br.+ga.

D Fass. 90% br.+ga..

% Tiri

1.00

0.64

0.55

-0.31

0.54

0.27

-0.32

-0.04

0.63

-0.05

D Fass. 30% br

1.00

0.92***

-0.35

0.94***

0.78**

-0.41

0.32

0.80**

-0.36

D Fass.50% br

1.00

-0.17

0.88***

0.79**

-0.26

0.57

0.89***

-0.37

D Fass. 90% br

1.00

-0.36

0.18

0.97***

0.24

-0.27

-0.09

D Fass. 30% ga.

1.00

0.84**

-0.42

0.36

0.79**

-0.59

D Fass. 50% ga.

1.00

0.10

0.50

0.60

-0.68*

D Fbass.90% ga.

1.00

0.01

-0.43

0.07

D Fass.30% br.+ga.

1.00

0:69*

-0.56

D Fass.50%

br.+ga.

1.00

-0.48

D Fass.90%

br.+ga.

1.00

* p< 0.05 ** p< 0.01 *** p< 0.001

DISCUSSIONE

La differenza significativa tra i valori di D Fb 30%, D Fb 50% a carico della muscolatura estensoria delle braccia (D F br), delle gambe (D F ga), della loro produzione sinergica di forza (D F br+ga) ed i rispettivi valori D Fa, indicano la difficoltà nella modulazione della forza incontrata dai soggetti nel momento in cui veniva loro richiesta una percentuale relativamente bassa della propria MIF; al contrario la regolazione della forza sembrerebbe essere molto facilitata nel momento in cui venga richiesta la riproduzione di una percentuale elevata della MIF, i valori di D Fb 90% infatti non differiscono in modo statisticamente significativo dai valori del rispettivo D Fa sia per quello che riguarda la muscolatura delle braccia e delle gambe che la loro sinergia.

Dal momento che la produzione di forza in regime di contrazione isometrica avviene soprattutto attraverso un reclutamento di tipo spaziale (Bosco, 1997), si potrebbe avanzare l’ipotesi di una difficoltà di precisione nell’ambito del reclutamento spaziale nel caso di coinvolgimento di un basso numero di unità motrici, come avviene nel caso di richieste di forza inferiori al 50% della propria MIF , al contrario la modulazione di percentuali più importanti della MIF sembrerebbe richiedere minori difficoltà esecutive.

Gli alti valori di correlazione registrati tra D Fass. 30% br, D Fass. 50% br e gli omologhi valori a carico della muscolatura delle gambe (r compreso tra 0.97 e 0.78, p compreso tra 0.001 e 0.05) e tra D Fass. 90% br e D Fass. 90% ga (r = 0.97, p<0.001), potrebbero indicare la presenza di due pattern di modulazione neuromuscolare comuni per gli arti superiori ed inferiori, di cui uno, come precedentemente suggerito, più efficace e specifico per richieste di riproduzione di forza vicine alla forza isometrica massimale e l’altro, meno efficiente, specifico per la riproduzioni di percentuali di forza relativamente basse, questi tipi di pattern di modulazione neuromuscolare verrebbero comunque perturbati quando la richiesta di modulazione di forza venga ad interessare simultaneamente la muscolatura degli arti superiori ed inferiori, come starebbe ad indicare l’assenza di correlazioni statisticamente significative tra D Fass. 30% br+ga, D Fass. 50% br+ga, D Fass. 90% br+ga e le altre variabili considerate.

Tuttavia la sostanziale mancanza di correlazione tra i suddetti valori e la precisione nell’esecuzione del gesto tecnico, ci suggeriscono come la capacità di modulazione della forza isometrica rimanga specificatamente legata a questo tipo di attivazione muscolare e come questi pattern di controllo neuromuscolare cambino sostanzialmente durante l’attivazione muscolare di tipo dinamico.

Questa mancanza di correlazione tra le variabili relative alla modulazione della forza per tutte le tre situazioni indagate e la precisione motoria del gesto tecnico, può essere in effetti spiegata attraverso la differenza dei pattern di attivazione neuromuscolare della contrazione isometrica rispetto a quella dinamica. A questo proposito recentemente Murphy e Wilson (1996) utilizzando analisi di spettro hanno evidenziato come attivazioni isometriche e dinamiche siano caratterizzate, sia da diversi pattern di reclutamento delle unità motorie, che da diverse frequenze di scarica.

Le unità motorie infatti potrebbero seguire il classico principio di reclutamento di Hennemann e coll. (1965) solamente in particolari condizioni di attivazione isometrica , mentre l’attivazione di tipo dinamico potrebbe comportare un pattern di reclutamento molto diverso (Person, 1974; Caldwell e coll.,1993; Nakazawa e coll., 1993; Bosco e coll., 1995).

Infatti occorre sottolineare come l’attività elettromiografia (IEMG rms) sia notevolmente superiore nel caso di un movimento balistico rispetto ad un’attivazione muscolare isometrica, sottolineando appunto la differenza dei due pattern di attivazione (Bosco e coll., 1997; Desmet e Godaux, 1977).

Tutti gli Autori sopracitati concordano nell’affermare che in caso di contrazioni isometriche sia le Ft che le St contribuiscono allo sviluppo della forza, mentre, nel caso di movimenti dinamici di tipo balistico, le Ft sembrano contribuire maggiormente nello sviluppo della tensione muscolare rispetto alle St.

In effetti l’aumento dell’attività elettrica in un movimento di tipo balistico può essere attribuita al fatto che le Ft possiedono un potenziale di azione molto più elevato rispetto alle St (Bosco e coll., 1979).

Inoltre come precedentemente ricordato nella contrazione isometrica l’incremento della tensione avviene soprattutto attraverso il reclutamento di nuove unità motorie, è possibile infatti notare una correlazione di tipo lineare tra incremento di tensione e l’aumento della IEMG (Bosco, 1997).

Al contrario, in un'attivazione dinamica l’attività elettrica subisce un incremento statisticamente significativo nel passaggio dal 40 al 50 % del carico massimale, al di sopra di questo limite è possibile notare un appiattimento dell’attività elettrica , il che dimostrerebbe come già al 50% del carico massimale siano già state reclutate tutte le unità motorie possibili ed un ulteriore aumento della tensione possa avvenire solo attraverso un aumento della frequenza di scarica (Bosco, 1997).

Questa dati ci inducono inoltre a sottolineare la prudenza da utilizzarsi nell’inserimento di metodiche di allenamento della forza basate sul regime di contrazione isometrico, in discipline nelle quali gli schemi di attivazione specifici siano essenzialmente dinamici, al fine di non creare delle possibili interferenza negative con la performance.

Come ulteriore argomentazione sulla mancanza di correlazione tra modulazione della forza isometrica e precisione del gesto tecnico, dobbiamo considerare come la regolazione della cinetica di un gesto complesso come quello del tiro libero comporti un’indubbia difficoltà coordinativa ed una non facile gestione spaziale del gesto stesso .

Nell’esecuzione del tiro la percezione tattile della palla tra le mani rappresenta sicuramente un’importante forma di informazioni di tipo cinestetico ( Meinel .e Shnabel, 1992).

La sensibilità cinestetica ci informa, in termini generali, della posizione dei nostri segmenti corporei nell’ambiente circostante, consentendoci di eseguire movimenti armonici e coordinati, tutte queste informazioni vengono inviate al Sistema Nervoso Centrale tramite i propriocettori muscolari, nel caso di movimenti particolarmente complessi, alcune fibre nervose particolari e più precisamente quelle che costituiscono il sistema g , possono ricoprire un ruolo fondamentale.

Tale sistema è infatti capace di essere stimolato direttamente dagli impulsi discendenti provenienti dalla corteccia cerebrale , in altre parole il sistema g è capace di "autoeccitarsi" indipendentemente dallo stiramento del muscolo che effettua il movimento (Fox e coll., 1995).

Questo tipo di organizzazione strutturale rappresenta un sistema molto sensibile di regolazione dell’armonia e della precisione dei movimenti volontari, soprattutto in quelli che comportino una strutturazione molto fine del movimento stesso.

Il sistema g inoltre sarebbe capace di creare delle coattivazioni con i motoneuroni che innervano le fibre muscolari creando quello che prende il nome di coattivazione alfa-gamma , questo tipo di reclutamento, del quale peraltro non sono state ancore definite con precisione le implicazioni funzionali durante l’esecuzione di un movimento volontario, potrebbe giocare un ruolo determinante nella regolazione della cinetica fine del gesto stesso (Fox e coll., 1995).

CONCLUSIONI

I dati desunti dal presente studio si presentano quindi ben in linea con quanto desumibile in bibliografia sul rapporto tra i vari aspetti della forza isometrica e la prestazione sportiva che è invece nella maggioranza dei casi caratterizzata da contrazioni di tipo balistico (Bosco, 1997).

I molti studi già effettuati sul rapporto tra MIF , RDF e prestazione dinamica (Considine e coll., 1973; Viitasalo e coll., 1981; Jaric e coll., 1989; Bloomfield e coll., 1990; Strass, 1991; Murphy e coll., 1994; Bisciotti e Greco, 1998.) hanno evidenziato la scarsa od assoluta mancanza di correlazione tra i primi due parametri e la prestazione dinamica intesa come attivazione muscolare di tipo balistico.

Il presente studio permette di definire un ulteriore aspetto della contrazione muscolare di tipo isometrico, ossia la riproduzione di una data percentuale della MIF, altrimenti definibile come capacità di modulazione della forza, sino ad oggi scarsamente indagato, non esiste infatti a nostra conoscenza in bibliografia nessun tipo di esperienza che tenti di mettere in relazione questo particolare aspetto della contrazione isometrica e la performance dinamica.

Ancora una volta i risultati ottenuti confermano la differenza sostanziale dei due tipi di attivazione muscolare, sottolineando quindi la superiorità e l’importanza dei test muscolari dinamici, soprattutto nel caso in cui questi test debbano costituire un indice predittivo della performance dinamica (Bisciotti e Greco, 1998), consigliando inoltre una grande cautela nell’utilizzo di metodiche di allenamento basate sulla contrazione isometrica in discipline in cui la performance è essenzialmente costituita da pattern di attivazione dinamici

Oltre a queste prime conclusioni di carattere generale, il fatto che i dati registrati ci possano far formulare l’ipotesi che nel caso specifico preso in esame la precisione del tiro possa essere fortemente influenzata dalla quantità e dalla qualità delle informazioni di tipo cinestetico che il giocatore riesce a recepire, può giustificare delle specifiche indicazioni di tipo metodologico

Dal momento che maggiori capacità informative di tipo cinestetico potrebbero comportare una maggiore precisione e riproducibilità del gesto stesso, si potrebbe delineare l’importanza di una metodologia di lavoro specificatamente rivolta all’ottimizzazione di queste attitudini informazionali, attraverso la ripetizione sistematica del gesto al fine di ottenere un alta automatizzazione gestuale specifica, soprattutto sfruttando quella che potremmo definire la metodica della "variabilità programmata" (Schmidt, 1993).

Con questo termine intendiamo tutta quella costruzione di esercitazioni specifiche che "mettano in crisi" la sensibilità cinestetica, obbligando in tal modo l’atleta ad ottimizzare le informazioni sensoriali registrate.

Esempi esercitati di questo tipo possono essere tutte le situazioni di tiro nelle quali vengano soppressi degli importanti canali informativi come ad esempio la visione, oppure situazioni nelle quali vengano compromesse le capacità di equilibrio ( come l’effettuare il tiro da un piattaforma di equilibrio instabile, foto 4 ) , attraverso l’utilizzo di palle di peso od anche forma diverse, l'adozione di canestri riduttori oppure l'utilizzo di guanti speciali per l'aumento della sensibilità delle dita durante il tiro stesso .

Si presenterebbe in tal modo l’opportunità per l’allenatore di operare un’importante ed interessante metodica di allenamento che, oltre a costituire una variazione in rapporto alla metodologia tradizionale, può essere un importante strumento di ottimizzazione delle capacità tecniche del giocatore. Per concludere, un ulteriore interessante approfondimento di questo studio , soprattutto per un suo possibile utilizzo ai fini pratici del controllo dell’allenamento, potrebbe essere l’indagine della correlazione tra la possibilità di modulazione della forza in regime dinamico, supportata dall’analisi cinematica del gesto e la sua precisione. La riproducibilià del movimento assume infatti, in alcune discipline sportive, un’importanza tale da giustificare lo studio e la messa a punto di protocolli di valutazione specifici che uniscano l’analisi spaziale del gesto alla la produzione delle forza che lo caratterizzano, allo scopo di ottimizzare tutte la varie componenti che costituiscono la precisione del gesto.

 

Bibliografia

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