La
capacità di modulazione della forza isometrica
può influenzare labilità motoria
specifica?
di Gian Nicola
Bisciotti (1)(2), Sandra Greco (1), Silvano Marcucci
1)
Istituto Superiore di Educazione Fisica, Torino
(Italia) . 2) Laboratorio di Scienza dello Sport,
UFR STAPS di Besançon. (Francia).
3) Istituto Tecnico Paolo Belmesseri, Pontremoli
(Italia).
Abstract:
I valori di forza isometrica vengono spesso
assunti, sia come indici di base nella parametrizzazione
dellallenamento, sia come fattori predittivi
della performance dinamica, classicamente gli
aspetti della contrazione isometrica maggiormente
indagati sono la Massima Forza Isometrica (MIF)
ed il Rateo di Sviluppo della Forza Isometrica
(RDF).
Nel
presente studio viene esaminato un particolare
aspetto della contrazione isometrica, sino ad
oggi scarsamente indagato, definibile come la
capacità di modulazione di questultima,
ossia la possibilità di riprodurre con
la maggior precisione possibile una percentuale
ben precisa della Massima Forza Isometrica.
7
giocatori basket di medio livello si sono sottoposti
ad un test atto a valutare la capacità
di modulazione della forza isometrica, i risultati
ottenuti sono stati in seguito correlati ad una
performance dinamica costituita dallabilità
dimostrata nellesecuzione di un gesto motorio
complesso come il tiro libero nella pallacanestro.
I risultati indicano lesistenza di patter
di modulazione specifici per alcune particolari
condizioni di contrazione, tuttavia la mancanza
di correlazione con la performance dinamica comporta
una serie di considerazioni incentrate sulla differenza
degli schemi di attivazione neuromuscolare tra
test isometrici e performance basate sulla contrazione
dinamica.
Parole
chiave: Valutazione della performance dinamica,
Forza isometrica massimale , Capacità di
modulazione della forza isometrica, Riproducibilità
del movimento.
INTRODUZIONE
La
precisione di un movimento viene influenzata in
maniera più o meno importante dalla capacità
di produrre unadeguata tensione muscolare
in rapporto alle richieste di forza del movimento
stesso, in altre parole in molti movimenti sportivi
la capacità di modulare adeguatamente la
forza nellesecuzione del gesto specifico
condiziona spesso la sua precisione esecutiva.
Ad
esempio i volteggi al cavallo della ginnastica
artistica sono essenzialmente caratterizzati dalla
forza di impulso al momento dello stacco e dalla
spinta delle braccia, in questo caso la forza
utilizzata non deve essere massimale, come ad
esempio nei salti dellatletica leggera,
bensì modulata ed adeguata in rapporto
al tipo di volteggio che si intende eseguire.
Questa
capacità di modulare lapplicazione
della forza muscolare in rapporto alle richieste
esecutive del gesto, ricopre un ruolo importante
nellapprendimento della tecnica; rimanendo
allesempio del volteggio sopracitato, lallenatore,
osservando lesecuzione del gesto, cerca
di capire quale sia la forza di stacco e quella
di spinta delle braccia, le confronta con un ideale
modello esecutivo e se necessario, corregge lesercitazione
successiva ( Meinel e Shnabel 1992; Schmidt, 1993.).
Lo
stesso approccio metodologico può essere
utilizzato nel nuoto, valutando la bracciata e
la battuta delle gambe, fornendo in tal modo allatleta
delle informazioni utili per la loro correzione
o regolazione, oppure nello sci di fondo per ciò
che concerne la spinta delle braccia e delle gambe.
Nella
disciplina del tiro con l'arco ad esempio una
caratteristica peculiare degli atleti di alto
livello è la capacità di riprodurre
con la maggior precisione possibile l'esatta quantità
di forza necessaria all'ottenimento della massima
precisione del tiro, quest'ultima capacità
cresce infatti pressoché linearmente con
l'aumentare della qualificazione dell'atleta,
tanto che nei campioni di classe internazionale
l'errore registrabile nella riproduzione della
quantità di forza ideale richiesta nella
messa in tensione della corda (D F) risulta
essere di circa 6 volte inferiore rispetto al
principiante (Vercho_anskij, 1987).
In
termini generali di controllo nervoso della funzione
muscolare, la regolazione della produzione di
forza può avvenire essenzialmente attraverso
un meccanismo di reclutamento spaziale, ossia
attraverso il coinvolgimento di nuove unità
motorie, o attraverso un reclutamento di tipo
temporale, modalità che si verifica nel
momento in cui dallo stesso terminale sinaptico
avvengono scariche di mediatore chimico ad intervalli
minori di 15 millisecondi luna dallaltra
(Fox e coll., 1995).
Tuttavia
la capacità specifica legata a questo aspetto
della funzione muscolare, definibile come "l'abilità
di modulazione delle caratteristiche forza-tempo
del compito motorio" (Berhman e coll., 1992) è
stata a nostra conoscenza scarsamente indagata
soprattutto in rapporto a gesti tecnico-sportivi
ben precisi .
In
effetti il solo aspetto ben indagato in questo
senso è la riproducibilità del valore
massimale di MIF (Heinonen e coll., 1994; Bemben
e coll., 1992) oppure di altri aspetti legati
indirettamente alla produzione di forza, come
la riproducibilità del picco di potenza
durante un esercizio di sprint massimale effettuato
su cicloergometro (Williams e Amstrong, 1993),
oppure la riproducibilità del segnale elettromiografico
durante un esercizio che comporti una contrazione
isometrica o dinamica massimale (Heinonen e coll.,
1994; Mero e Komi 1990; Golhofer e coll., 1990).
Tutti
questi studi, non hanno comunque indagato sulla
relazione intercorrente tra la riproducibilità
del fenomeno considerato e la performance dinamica,
inoltre tutti i tipi di protocollo adottati si
sono rivolti ad attivazioni muscolari di tipo
massimale, rimane quindi poco conosciuto in tal
senso il comportamento del muscolo in condizioni
di attivazione sub-massimale.
Solo
più recentemente alcuni ricercatori si
sono interessati alla riproducibilità spaziale
del gesto, vista come un parametro atto a discriminare
la correttezza del gesto tecnico, tipica dellatleta
di alto livello, da quello più approssimativo
del principiante o comunque dellatleta di
livello tecnico inferiore.
Attraverso
lanalisi cinematografica tridimensionale,
alcuni studi hanno potuto dimostrare come in diverse
discipline sportive come il karate, la ginnastica
artistica ed il tennis, il gesto dellatleta
di alto profilo agonistico sia caratterizzato
da una maggiore riproducibilità spaziale
rispetto a quello del principiante (Ferrario e
coll., 1994a; Ferrario e coll., 1994b; Ferrario
e coll., 1995; Sforza e coll., 1998).
Questi
dati, che si rivolgono essenzialmente ad un analisi
puramente cinematica del gesto, sottintenderebbero
comunque anche unalta riproducibilità
delle forze che generano il movimento.
Ciò
nonostante, probabilmente non in tutte le discipline
sportive questa capacità di modulare opportunamente
la forza potrebbe rivestire la stessa importanza,
infatti in alcuni gesti nei quali si richieda
un estrema precisione spaziale, unita ad un impegno
di forza relativamente poco importante, altri
fattori neurofisiologici potrebbero essere altrettanto
determinanti nella meccanica esecutiva del gesto
.
Diviene
a questo punto interessante indagare quali e quanti
gesti motori e discipline sportive si dimostrano
maggiormente influenzabili dalla capacità
di riprodurre con precisione una forza sub-massimale,
anche e soprattutto in vista di un possibile utilizzo
di indagini basate su questo principio ed unite
allindagine cinematica, come mezzo di controllo
e correzione dellallenamento.
POPOLAZIONE
La
popolazione considerata era costituita da 7 giocatori
di medio livello (serie C2 ) la cui età,
peso ed altezza erano rispettivamente pari a 23+4
anni (media +deviazione standard), 78 +5.4
kg e 182 +5.6 cm.
Tutti
i soggetti sono stati preventivamente informati
dello scopo della ricerca ed hanno continuato
nella loro regolare pratica di allenamento durante
tutto il periodo dei test.
PROTOCOLLO
E METODI
Test
tecnico di precisione di tiro
Per
verificare limportanza della capacità
di regolazione nellintensità della
forza applicata nellambito del basket abbiamo
considerato il gesto maggiormente standardizzabile
e riproducibile ossia il tiro libero.
Ad
ogni soggetto è stato richiesto di effettuare
20 tiri liberi dalla lunetta calcolandone la percentuale
di successo, durante lesecuzione dei tiri
è stato misurato e standardizzato langolo
articolare di partenza sia a livello dellarticolazione
del ginocchio e del gomito che tra braccio e busto
(foto 1.). Prima dell'esecuzione del test tecnico
ogni soggetto ha eseguito una fase di riscaldamento
secondo le proprie normali abitudini di allenamento,
ogni soggetto infine è stato preventivamente
informato sullo scopo della ricerca e sui rischi
ad essa connessi.
Test
dinamometrico
Dopo
il test di tipo tecnico, ogni soggetto è
stato sottoposto ad un test specifico di misurazione
della forza isometrica utilizzando una piattaforma
di forza a strain gauge (Tecmachine PF 350, Andrezieux-Boutheon,
France), posta al di sotto di uno speciale Multi
Power la cui asta poteva essere bloccata allaltezza
desiderata permettendo così allatleta
di riprodurre gli stessi angoli articolari utilizzati
durante la prova di tiro libero.
Il
test era strutturato attraverso quattro diverse
modalità di contrazione isometrica :
Nella
prima prova ogni soggetto posizionava larto
superiore sulla sbarra riproducendo gli stessi
angoli articolari utilizzati durante la prova
di tiro ed effettuava una spinta massimale verso
lalto della durata di ~ 3
secondi (foto 2) (Wilson e coll., 1995)
In
questo tipo di test i soggetti furono istruiti
a produrre il massimo della forza nel minimo tempo
possibile (Bemben e coll., 1990.) evitando di
applicare qualsiasi tipo di contrazione muscolare
prima dellinizio del test (Viitasalo, 1982).
Venivano
effettuate tre prove intervallate da una pausa
di recupero passivo di 3' e veniva ritenuta valida
la prova durante la quale era stato registrato
il maggior valore di forza isometrica. Tale valore
veniva quindi assunto come valore di MIF della
muscolatura implicata nel gesto specifico del
tiro.
Nelle
rimanenti tre modalità di contrazione isometrica
previste dal protocollo di test , era richiesto
allatleta di cercare di riprodurre lo stesso
tipo di spinta esercitando rispettivamente il
30%, il 50% ed il 90% del valore di MIF registrato
nella prima prova . Per ogni percentuale di contrazione
richiesta venivano effettuate tre esecuzioni (intervallate
da 2' di recupero passivo) considerandone infine
la media . Durante tutta la batteria di test dinamometrici
l'atleta non riceveva nessun tipo di informazione
di ritorno inerente la performance registrata
in modo tale da evitare ogni tipo di retrocontrollo
in biofeedback.
Lo
stesso protocollo di test veniva riproposto per
la muscolatura estensoria delle gambe e per il
sinergismo muscolare di spinta tra muscolatura
delle braccia e muscolatura delle gambe.
Prima
dell'esecuzione del test dinamometrico ogni soggetto
ha eseguito unadeguata fase di riscaldamento
e le prove sono state effettuate in modo randomizzato.
I
segnali acquisiti dalla piattaforma erano campionati
con una frequenza di risonanza pari a 200 Hz per
mezzo di una scheda di acquisizione a 12 bits
(National Instruments France, tipo PC-LPM16, Le
Blanc-Mesnil, Francia), i dati erano registrati
su di un PC Pentium 166 Hz ed analizzati attraverso
un programma specificatamente concepito sviluppato
in VisualBasic 3.0 (Microsoft Corporation).
STATISTICA
Sono
state calcolati gli indici statistici di base
( media, varianza e deviazione standard) per tutte
le variabili considerate, è stata inoltre
calcolata la percentuale di riuscita dei tiri
liberi per ogni giocatore attribuendo 1 punto
ad ogni tiro effettuato con successo e 0 punti
ai tiri falliti.
E'
stato infine calcolato lo scarto in valore assoluto
(D Fass.) tra il valore esatto corrispondente
alla percentuale di forza isometrica richiesta
(D Fa) e la media dell'effettivo risultato
registrato durante il test dinamometrico ( D
Fb), sono stati in tal modo calcolate le differenza
assoluta tra i valori di D Fa 30% e D
Fb 30% , D Fa 50% e D Fb 50% , D Fa
90% e D Fb 90% per tutte le modalità
esecutive considerate.
La
differenza statistica tra le medie dei valori
ottenuti è stata verificata attraverso
un test non parametrico di Wilcoxon.
I
valori dinamometrici sopraindicati ed i valori
di percentuale di riuscita dei tiri liberi, registrati
durante il test di tecnico di precisione di tiro,
sono stati tra loro correlati attraverso una correlazione
lineare multipla
La
significatività statistica è stata
posta a p<0.05.
RISULTATI
La
percentuale di tiri riusciti e risultata pari
al 69.28 + 13.04% .
Langolo
utilizzato durante il tiro, misurato a livello
dellarticolazione del gomito, è risultato
essere di 137.14 + 7.22° mentre langolo
braccio busto è stato pari a 140.13+6.4,
il valore di MIF della muscolatura estensoria
delle braccia misurata a questa angolazione è
risultata essere 248.86 +51.95 N.
Langolo
misurato a livello dellarticolazione del
ginocchio in condizioni di tiro era pari a 90.85
+ 13.1° e la MIF della muscolatura
estensoria degli arti inferiori rilevata a tale
angolazione era uguale a 2171.43 + 397.3
N.
La
MIF misurata a livello dei tre angoli articolari
sopraindicati relativa al sinergismo muscolare
degli estensori delle braccia e delle gambe è
risultata uguale a 297.14 + 32.88 N.
D
Fass. riguardante la differenza tra D Fa30%
e D Fb30% a carico della muscolatura estensoria
delle braccia (D F ass.30%br.) è stata
pari a 55.60 + 37.58 N, per ciò
che riguarda la differenza tra D Fa50% e D
Fb50% e D Fa90% e D Fb90% (D Fass.50%br
e D Fass.90%br.) i valori sono stati rispettivamente
39.74 + 29 N e 10.47 + 4.15 N.
D
Fass. riguardante la differenza tra D Fa30%
e D Fb30% a carico della muscolatura estensoria
delle gambe (D Fass.30%ga.) è stata
pari a 455.66 + 347.38 N, mentre per ciò
che riguarda la differenza tra D Fa50% e D
Fb50% e D Fa90% e D Fb90% (D Fass.50%ga.
e D Fass.90%ga) i valori sono stati rispettivamente
300.43 + 200.91 N e 251.46 + 65.24
N.
D
Fass. riguardante la differenza tra D Fa30%
e D Fb30% a carico del sinergismo muscolare
degli estensori delle braccia e delle gambe (D
Fass.30%br+ga) è stata pari a 96.81 +
55.96 N, mentre per ciò che riguarda la
differenza tra D Fa50% e D Fb50% e D
Fa90% e D Fb90% (D Fass.50%br+ga e D
Fass.90%br+ga) i valori registrati sono state
rispettivamente 51.33 + 34.78 N e 26.79
+ 12.15 N.
Le
medie dei valori D Fa e D Fb, ossia la
corretta percentuale di forza richiesta (D
Fa) e quella realmente prodotta, (D Fb) hanno
fatto registrare una differenza statisticamente
significativa (p<0.01) ad eccezione di D
Fa90% e D Fb90% per tutte le modalità
testate.
I
D Fass. relativi a tutte le modalità
considerate non si sono rivelati significativamente
correlati alla percentuale di precisione dei tiri
liberi, i risultati sono riportati in dettaglio
nella matrice di correlazione allegata .
|
%
Tiri
|
D
Fass. 30% br.
|
D
Fass. 50% br.
|
D
Fass. 90% br
|
D
Fass. 30% ga.
|
D
Fass. 50% ga.
|
D
Fass. 90% ga.
|
D
Fass. 30%br.+ga.
|
D
Fass 50% br.+ga.
|
D
Fass. 90% br.+ga..
|
%
Tiri
|
1.00
|
0.64
|
0.55
|
-0.31
|
0.54
|
0.27
|
-0.32
|
-0.04
|
0.63
|
-0.05
|
D
Fass. 30% br
|
|
1.00
|
0.92***
|
-0.35
|
0.94***
|
0.78**
|
-0.41
|
0.32
|
0.80**
|
-0.36
|
D
Fass.50% br
|
|
|
1.00
|
-0.17
|
0.88***
|
0.79**
|
-0.26
|
0.57
|
0.89***
|
-0.37
|
D
Fass. 90% br
|
|
|
|
1.00
|
-0.36
|
0.18
|
0.97***
|
0.24
|
-0.27
|
-0.09
|
D
Fass. 30% ga.
|
|
|
|
|
1.00
|
0.84**
|
-0.42
|
0.36
|
0.79**
|
-0.59
|
D
Fass. 50% ga.
|
|
|
|
|
|
1.00
|
0.10
|
0.50
|
0.60
|
-0.68*
|
D
Fbass.90% ga.
|
|
|
|
|
|
|
1.00
|
0.01
|
-0.43
|
0.07
|
D
Fass.30% br.+ga.
|
|
|
|
|
|
|
|
1.00
|
0:69*
|
-0.56
|
D
Fass.50%
br.+ga.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
1.00
|
-0.48
|
D
Fass.90%
br.+ga.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
1.00
|
*
p< 0.05 ** p< 0.01 *** p< 0.001
DISCUSSIONE
La
differenza significativa tra i valori di D
Fb 30%, D Fb 50% a carico della muscolatura
estensoria delle braccia (D F br), delle gambe
(D F ga), della loro produzione sinergica
di forza (D F br+ga) ed i rispettivi valori
D Fa, indicano la difficoltà nella
modulazione della forza incontrata dai soggetti
nel momento in cui veniva loro richiesta una percentuale
relativamente bassa della propria MIF; al contrario
la regolazione della forza sembrerebbe essere
molto facilitata nel momento in cui venga richiesta
la riproduzione di una percentuale elevata della
MIF, i valori di D Fb 90% infatti non differiscono
in modo statisticamente significativo dai valori
del rispettivo D Fa sia per quello che riguarda
la muscolatura delle braccia e delle gambe che
la loro sinergia.
Dal
momento che la produzione di forza in regime di
contrazione isometrica avviene soprattutto attraverso
un reclutamento di tipo spaziale (Bosco, 1997),
si potrebbe avanzare lipotesi di una difficoltà
di precisione nellambito del reclutamento
spaziale nel caso di coinvolgimento di un basso
numero di unità motrici, come avviene nel
caso di richieste di forza inferiori al 50% della
propria MIF , al contrario la modulazione di percentuali
più importanti della MIF sembrerebbe richiedere
minori difficoltà esecutive.
Gli
alti valori di correlazione registrati tra D
Fass. 30% br, D Fass. 50% br e gli omologhi
valori a carico della muscolatura delle gambe
(r compreso tra 0.97 e 0.78, p compreso tra 0.001
e 0.05) e tra D Fass. 90% br e D Fass.
90% ga (r = 0.97, p<0.001), potrebbero indicare
la presenza di due pattern di modulazione neuromuscolare
comuni per gli arti superiori ed inferiori, di
cui uno, come precedentemente suggerito, più
efficace e specifico per richieste di riproduzione
di forza vicine alla forza isometrica massimale
e laltro, meno efficiente, specifico per
la riproduzioni di percentuali di forza relativamente
basse, questi tipi di pattern di modulazione neuromuscolare
verrebbero comunque perturbati quando la richiesta
di modulazione di forza venga ad interessare simultaneamente
la muscolatura degli arti superiori ed inferiori,
come starebbe ad indicare lassenza di correlazioni
statisticamente significative tra D Fass.
30% br+ga, D Fass. 50% br+ga, D Fass.
90% br+ga e le altre variabili considerate.
Tuttavia
la sostanziale mancanza di correlazione tra i
suddetti valori e la precisione nellesecuzione
del gesto tecnico, ci suggeriscono come la capacità
di modulazione della forza isometrica rimanga
specificatamente legata a questo tipo di attivazione
muscolare e come questi pattern di controllo neuromuscolare
cambino sostanzialmente durante lattivazione
muscolare di tipo dinamico.
Questa
mancanza di correlazione tra le variabili relative
alla modulazione della forza per tutte le tre
situazioni indagate e la precisione motoria del
gesto tecnico, può essere in effetti spiegata
attraverso la differenza dei pattern di attivazione
neuromuscolare della contrazione isometrica rispetto
a quella dinamica. A questo proposito recentemente
Murphy e Wilson (1996) utilizzando analisi di
spettro hanno evidenziato come attivazioni isometriche
e dinamiche siano caratterizzate, sia da diversi
pattern di reclutamento delle unità motorie,
che da diverse frequenze di scarica.
Le
unità motorie infatti potrebbero seguire
il classico principio di reclutamento di Hennemann
e coll. (1965) solamente in particolari condizioni
di attivazione isometrica , mentre lattivazione
di tipo dinamico potrebbe comportare un pattern
di reclutamento molto diverso (Person, 1974; Caldwell
e coll.,1993; Nakazawa e coll., 1993; Bosco e
coll., 1995).
Infatti
occorre sottolineare come lattività
elettromiografia (IEMG rms) sia notevolmente superiore
nel caso di un movimento balistico rispetto ad
unattivazione muscolare isometrica, sottolineando
appunto la differenza dei due pattern di attivazione
(Bosco e coll., 1997; Desmet e Godaux, 1977).
Tutti
gli Autori sopracitati concordano nellaffermare
che in caso di contrazioni isometriche sia le
Ft che le St contribuiscono allo sviluppo della
forza, mentre, nel caso di movimenti dinamici
di tipo balistico, le Ft sembrano contribuire
maggiormente nello sviluppo della tensione muscolare
rispetto alle St.
In
effetti laumento dellattività
elettrica in un movimento di tipo balistico può
essere attribuita al fatto che le Ft possiedono
un potenziale di azione molto più elevato
rispetto alle St (Bosco e coll., 1979).
Inoltre
come precedentemente ricordato nella contrazione
isometrica lincremento della tensione avviene
soprattutto attraverso il reclutamento di nuove
unità motorie, è possibile infatti
notare una correlazione di tipo lineare tra incremento
di tensione e laumento della IEMG (Bosco,
1997).
Al
contrario, in un'attivazione dinamica lattività
elettrica subisce un incremento statisticamente
significativo nel passaggio dal 40 al 50 % del
carico massimale, al di sopra di questo limite
è possibile notare un appiattimento dellattività
elettrica , il che dimostrerebbe come già
al 50% del carico massimale siano già state
reclutate tutte le unità motorie possibili
ed un ulteriore aumento della tensione possa avvenire
solo attraverso un aumento della frequenza di
scarica (Bosco, 1997).
Questa
dati ci inducono inoltre a sottolineare la prudenza
da utilizzarsi nellinserimento di metodiche
di allenamento della forza basate sul regime di
contrazione isometrico, in discipline nelle quali
gli schemi di attivazione specifici siano essenzialmente
dinamici, al fine di non creare delle possibili
interferenza negative con la performance.
Come
ulteriore argomentazione sulla mancanza di correlazione
tra modulazione della forza isometrica e precisione
del gesto tecnico, dobbiamo considerare come la
regolazione della cinetica di un gesto complesso
come quello del tiro libero comporti unindubbia
difficoltà coordinativa ed una non facile
gestione spaziale del gesto stesso .
Nellesecuzione
del tiro la percezione tattile della palla tra
le mani rappresenta sicuramente unimportante
forma di informazioni di tipo cinestetico ( Meinel
.e Shnabel, 1992).
La
sensibilità cinestetica ci informa, in
termini generali, della posizione dei nostri segmenti
corporei nellambiente circostante, consentendoci
di eseguire movimenti armonici e coordinati, tutte
queste informazioni vengono inviate al Sistema
Nervoso Centrale tramite i propriocettori muscolari,
nel caso di movimenti particolarmente complessi,
alcune fibre nervose particolari e più
precisamente quelle che costituiscono il sistema
g , possono ricoprire un ruolo fondamentale.
Tale
sistema è infatti capace di essere stimolato
direttamente dagli impulsi discendenti provenienti
dalla corteccia cerebrale , in altre parole il
sistema g è
capace di "autoeccitarsi" indipendentemente
dallo stiramento del muscolo che effettua il movimento
(Fox e coll., 1995).
Questo
tipo di organizzazione strutturale rappresenta
un sistema molto sensibile di regolazione dellarmonia
e della precisione dei movimenti volontari, soprattutto
in quelli che comportino una strutturazione molto
fine del movimento stesso.
Il
sistema g inoltre sarebbe capace di creare
delle coattivazioni con i motoneuroni che innervano
le fibre muscolari creando quello che prende il
nome di coattivazione alfa-gamma , questo tipo
di reclutamento, del quale peraltro non sono state
ancore definite con precisione le implicazioni
funzionali durante lesecuzione di un movimento
volontario, potrebbe giocare un ruolo determinante
nella regolazione della cinetica fine del gesto
stesso (Fox e coll., 1995).
CONCLUSIONI
I
dati desunti dal presente studio si presentano
quindi ben in linea con quanto desumibile in bibliografia
sul rapporto tra i vari aspetti della forza isometrica
e la prestazione sportiva che è invece
nella maggioranza dei casi caratterizzata da contrazioni
di tipo balistico (Bosco, 1997).
I
molti studi già effettuati sul rapporto
tra MIF , RDF e prestazione dinamica (Considine
e coll., 1973; Viitasalo e coll., 1981; Jaric
e coll., 1989; Bloomfield e coll., 1990; Strass,
1991; Murphy e coll., 1994; Bisciotti e Greco,
1998.) hanno evidenziato la scarsa od assoluta
mancanza di correlazione tra i primi due parametri
e la prestazione dinamica intesa come attivazione
muscolare di tipo balistico.
Il
presente studio permette di definire un ulteriore
aspetto della contrazione muscolare di tipo isometrico,
ossia la riproduzione di una data percentuale
della MIF, altrimenti definibile come capacità
di modulazione della forza, sino ad oggi scarsamente
indagato, non esiste infatti a nostra conoscenza
in bibliografia nessun tipo di esperienza che
tenti di mettere in relazione questo particolare
aspetto della contrazione isometrica e la performance
dinamica.
Ancora
una volta i risultati ottenuti confermano la differenza
sostanziale dei due tipi di attivazione muscolare,
sottolineando quindi la superiorità e limportanza
dei test muscolari dinamici, soprattutto nel caso
in cui questi test debbano costituire un indice
predittivo della performance dinamica (Bisciotti
e Greco, 1998), consigliando inoltre una grande
cautela nellutilizzo di metodiche di allenamento
basate sulla contrazione isometrica in discipline
in cui la performance è essenzialmente
costituita da pattern di attivazione dinamici
Oltre
a queste prime conclusioni di carattere generale,
il fatto che i dati registrati ci possano far
formulare lipotesi che nel caso specifico
preso in esame la precisione del tiro possa essere
fortemente influenzata dalla quantità e
dalla qualità delle informazioni di tipo
cinestetico che il giocatore riesce a recepire,
può giustificare delle specifiche indicazioni
di tipo metodologico
Dal
momento che maggiori capacità informative
di tipo cinestetico potrebbero comportare una
maggiore precisione e riproducibilità del
gesto stesso, si potrebbe delineare limportanza
di una metodologia di lavoro specificatamente
rivolta allottimizzazione di queste attitudini
informazionali, attraverso la ripetizione sistematica
del gesto al fine di ottenere un alta automatizzazione
gestuale specifica, soprattutto sfruttando quella
che potremmo definire la metodica della "variabilità
programmata" (Schmidt, 1993).
Con
questo termine intendiamo tutta quella costruzione
di esercitazioni specifiche che "mettano
in crisi" la sensibilità cinestetica,
obbligando in tal modo latleta ad ottimizzare
le informazioni sensoriali registrate.
Esempi
esercitati di questo tipo possono essere tutte
le situazioni di tiro nelle quali vengano soppressi
degli importanti canali informativi come ad esempio
la visione, oppure situazioni nelle quali vengano
compromesse le capacità di equilibrio (
come leffettuare il tiro da un piattaforma
di equilibrio instabile, foto 4 ) , attraverso
lutilizzo di palle di peso od anche forma
diverse, l'adozione di canestri riduttori oppure
l'utilizzo di guanti speciali per l'aumento della
sensibilità delle dita durante il tiro
stesso .
Si
presenterebbe in tal modo lopportunità
per lallenatore di operare unimportante
ed interessante metodica di allenamento che, oltre
a costituire una variazione in rapporto alla metodologia
tradizionale, può essere un importante
strumento di ottimizzazione delle capacità
tecniche del giocatore. Per concludere, un ulteriore
interessante approfondimento di questo studio
, soprattutto per un suo possibile utilizzo ai
fini pratici del controllo dellallenamento,
potrebbe essere lindagine della correlazione
tra la possibilità di modulazione della
forza in regime dinamico, supportata dallanalisi
cinematica del gesto e la sua precisione. La riproducibilià
del movimento assume infatti, in alcune discipline
sportive, unimportanza tale da giustificare
lo studio e la messa a punto di protocolli di
valutazione specifici che uniscano lanalisi
spaziale del gesto alla la produzione delle forza
che lo caratterizzano, allo scopo di ottimizzare
tutte la varie componenti che costituiscono la
precisione del gesto.
|