Aspetti
bioenergetici della corsa frazionata
di Gian Nicola Bisciotti
Abstract
La
corsa frazionata, tipica degli sport di squadra
come il calcio, presenta caratteristiche biomeccaniche
e bioenergetiche diverse rispetto alla corsa in
linea. Questa diversità giustifica una
metodica di allenamento specifica in attività,
come appunto il calcio, dove la corsa è
caratterizzata da continue fasi accelerative e
decelerative, che comportano un maggior dispendio
energetico nei confronti della corsa effettuata
a velocità costante. Nel presente articolo
vengono inoltre affrontati alcuni aspetti specifici
della corsa frazionata come la FC, la produzione
di lattato e di ammonio, sempre in rapporto algi
stessi parametri rilevati durante la corsa continua
effettuata alla stessa intensità di lavoro.
In ultimo vengono analizzati i dati relativi ad
una competizione di alto livello rapportando i
valori in base alla Velocità Aerobica Massimale
(VAM) media del calciatore, allo scopo di poter
quantificare su parametri il più possibile
corretti le varie intensità di corsa proposte
durante il piano di allenamento.
Introduzione
Il
costo energetico della corsa nelluomo è
quantificabile in circa 0.9 kcal per
ogni kg di peso corporeo e per ogni km percorso;
questo valore di spesa energetica media risulta
relativame nte indipendente dalla velocità
di corsa adottata, sino a valori di circa 6 m
· s-1 .
Tuttavia
questo tipo di calcolo del dispendio energetico
della corsa risulta sufficientemente attendibile
soltanto nel caso in cui siano rispettati alcuni
parametri: in primo luogo la velocità di
percorrenza deve essere costante e secondariamente
la frequenza e la lunghezza dei passi debbono
essere quelle spontaneamente scelte dallatleta.
Questi parametri non sono presenti nel corso di
unattività di tipo intermittente
come il calcio, in cui la corsa è caratterizzata
da fasi di accelerazione e decelerazione continue,
unite ad altrettanto continui cambi di frequenza
del passo dettati dallesigenza di correre
mantenendo il controllo della palla e/o dellavversario.
Rendimento
e costo energetico della corsa
Il
rendimento muscolare in situazioni di attivazione
naturale risulta essere di circa il 25% (Cavagna
e coll. 1964); tuttavia nella corsa il rendimento
raggiunge percentuali di circa 40-50%, mentre
in altre attività muscolari come il ciclismo
questa percentuale raggiunge solamente circa il
20% (Gaesser e Brooks,1975)
Questo
aumentato rendimento muscolare nel caso della
corsa sembra essere attribuibile alla restituzione
di energia elastica che avviene durante la biomeccanica
della corsa stessa.
Nella
fase eccentrica infatti viene accumulata energia
elastica nella componente elastica seriale (essenzialmente
il tendine e la parte S2 della miosina) della
muscolatura che viene sottoposta ad allungamento,
energia che viene poi restituita sotto forma di
lavoro meccanico potenziando la successiva fase
concentrica.
Il
recupero dellenergia elastica immagazzinata
nella fase eccentrica permetterebbe quindi una
diminuzione della spesa energetica (Cavagna e
coll. 1964, Cavagna e coll. 1968, Shorten 1987);
inoltre il ruolo svolto dal recupero di energia
elastica sarebbe ancor più rilevante a
velocità di corsa elevate (Bosco e Rusko
1983).
Il
fenomeno di stoccaggio e restituzione di energia
elastica è stato confermato sperimentalmente
da misurazioni effettuate con lausilio della
piattaforma di forza, dove è riscontrabile
come la forza di reazione al suolo sia una funzione
lineare dello spostamento del corpo (Cavagna e
coll.1988), ed è proprio questa linearità
che suggerisce come il comportamento dellarto
di appoggio sia simile a quello di una molla,
concetto già descritto nello Spring Mass
Model (Alexander 1988) .
Il
costo energetico della corsa (Cr),
si ottiene dividendo il VO2 netto,
corrispondente ad una velocità sottomassimale
determinata, per la velocità stessa (Margaria,
1938;Margaria e coll.,1963) :
Cr
= (VO2 - VO2 riposo)
· v-1
dove
V O2 è espresso in ml ·
kg ·s-1 e v è la velocità
di corsa espressa in m · s-1:
in tal modo Cr risulta essere espresso
in ml di O2 oppure in Joules per kg
di massa corporea e per metro percorso.
Tale
valore rimane comunque legato a delle costanti
individuali molto specifiche, tuttavia il Cr
si rivela indipendente rispetto alla velocità
di corsa sino a valori di circa 6 m · s-1
(Åstrand, 1952; Krahenbuhl e coll,1979;
Conley e Krahenbuhl, 1980; Davies, 1980; Brandsford
e Howley, 1977; Di Prampero e coll., 1986 e 1993)
e risulta essere di circa 0.9 kcal
· kg-1 · km-1,
per tale motivo è possibile paragonare
il Cr interindividuale a diverse velocità
di percorrenza .
Il
costo energetico supplementare relativo alla fase
di accelerazione e decelerazione
Questo
tipo di calcolo del dispendio energetico risulta
tuttavia affidabile soltanto nel caso di velocità
di percorrenza costante; in altre parole il dispendio
energetico della corsa risulta essere di questo
tipo solamente in caso di assenza di fasi rilevanti
di accelerazione e decelerazione.
Infatti,
assumendo che il costo dellaccelerazione
sia uguale a _ M V2 ( dove
M è la massa dellatleta e
V la velocità massima
) ( Di Prampero 1985) ed il rendimento muscolare
pari a circa il 25% ( Cavagna 1988 ) è
possibile calcolare indirettamente il costo energetico
supplementare relativo alle fasi di accelerazione
eventualmente presenti nella corsa stessa attraverso
la seguente equazione : _ M V2
/ 0.25.
Il
costo della decelerazione può essere invece
determinato attraverso il rapporto tra energia
cinetica ed il rendimento del lavoro eccentrico
effettuato durante la fase di decelerazione stessa,
pari al 120%, (Asmussen, 1953; Bigland-Ritchie,
Woods , 1976; Kaneko e coll., 1984) ossia attraverso
la seguente equazione: _ M V2
/ 1.2
La
strutturazione della corsa nel calcio ed il suo
dispendio energetico
La
corsa del calciatore è schematicamente
riducibile a tra fasi principali:
- Una prima
fase di accelerazione.
- Una seconda
fase nella quale viene mantenuta una velocità
pressoché costante.
- Una terza
fase di decelerazione che può essere
seguita, sia da un arresto totale , che da
un ulteriore ripresa della corsa stessa, con
o senza cambio della direzione di avanzamento.
Il
dispendio energetico totale sarà quindi
fornito dalla seguente equazione:
Ctot
= Cper + Cacc + Cdec
Nella
quale Ctot è il costo totale
dell'azione di corsa, Cper è
il costo relativo alla percorrenza ( 0.9 kcal
· kg-1 · km-1
), Cacc il costo aggiuntivo relativo
alla fase di accelerazione (_ M V2
/ 0.25) e Cdec il costo aggiuntivo
relativo alla fase di decelerazione (_ M V2
/ 1.2)
Applicando
questo tipo di calcolo otterremmo ad esempio che
nel caso di un atleta di 77 kg, che corra 1 km
alla velocità media di 5 m · s-1
, senza che si verifichino rilevanti fasi di accelerazione,
la spesa energetica è quantificabile all'incirca
in 69,3 kcal, nel caso in cui invece, pur mantenendo
la velocità media inalterata, si frazioni
lo stesso tratto di 1 km, in 20 tratti da 50 m,
il costo aggiuntivo, dovuto alle fasi di accelerazione
e decelerazione, fa salire il dispendio energetico
di circa il 32%, questo incremento della spesa
energetica, salirebbe al 79,9% nel caso in cui
lo stesso km fosse percorso in 50 tratti da 20
m ed al 159,8% se l'atleta frazionasse la percorrenza
in 100 tratti da 10 m.
Figura
2 : nel caso di un atleta di 77 kg, che corra
1 km alla velocità media di 5 m ·
s-1 , senza che si verifichino rilevanti
fasi di accelerazione, la spesa energetica è
quantificabile all'incirca in 69,3 kcal, nel caso
in cui invece, pur mantenendo la velocità
media inalterata, si frazioni lo stesso tratto
di 1 km, in 20 tratti da 50 m, il costo aggiuntivo,
dovuto alle fasi di accelerazione e decelerazione,
fa salire il dispendio energetico di circa il
32%, questo incremento della spesa energetica,
salirebbe al 79,9% nel caso in cui lo stesso km
fosse percorso in 50 tratti da 20 m ed al 159,8%
se l'atleta frazionasse la percorrenza in 100
tratti da 10 m.
Il
dispendio energetico della corsa, in attività
come il calcio, é quindi fortemente correlato
al numero delle fasi di accelerazione ed alla
velocità media da mantenersi in funzione
delle accelerazioni stesse, alle fasi di decelerazione,
nonché al cambio di frequenza di passo.
Infatti la necessità di dover correre con
il controllo della palla, o controllando lazione
dellavversario di gioco, comporta ladozione
di una frequenza di passo che si allontana dalla
frequenza naturale comportando un maggior dispendio
energetico (Höeberg 1952, Cavanagh e Williams
1982 , Dalleau e coll. 1998,a,b ).
I
calcoli teorici sopra-riportati possono essere
ritenuti sufficientemente coerenti ai dati registrati
nel corso di una sperimentazione nella quale a
78 giocatori di calcio di medio livello di età
pari a 25 +4 anni veniva richiesto di effettuare
una corsa -navetta sino ad esaurimento su tratti
di 20, 10 e 5 m.t. a velocità progressivamente
crescenti ( comprese tra 2.5 e 3.6 m.t. sec-1
) secondo il protocollo di test di Léger
e coll. (Leger e coll. 1982a, 1982b,1984,1985).
I
risultati registrati indicano un decremento della
durata e della velocità massima di percorrenza
pari al 41.01+6.42% tra navette 20 m.t.
e navette 10 m.t., del 73.74+5.31% tra
navette 20 m.t. e navette 5 m.t. e del 54.73+11.47%
nel caso di navette 10 m.t. e navette 5 m.t. (Bisciotti,
Belli 1998).
Questi
dati collimerebbero con losservazione che,
durante lesercizio di tipo intermittente,
sia il VO2 che la produzione di lattato risultano
maggiori rispetto a quanto ritrovabile durante
un esercizio di tipo continuo svolto allo stesso
carico medio di lavoro (Bangsbo, 1995); questo
sottolineerebbe ulteriormente come lesercizio
intermittente comporti, a parità di carico,
un maggior dispendio energetico rispetto allesercizio
continuo.
I
risultati emersi da questa esperienza , anche
se richiederebbero un ulteriore approfondimento
sperimentale attraverso un protocollo che preveda
la misurazione diretta del consumo di O2, rendono
evidente la difficoltà nella quantificazione
del dispendio energetico in alcune attività
come appunto il calcio, nelle quali la corsa è
caratterizzata dallalternarsi di fasi di
accelerazione e decelerazione a fasi di corsa
blanda a velocità pressoché costante
ed a continui cambi nella frequenza del passo
di corsa, dettati dallesigenza di essere
in sintonia con la traiettoria e la velocità
della palla.
Da
quanto esposto appare quindi chiara la necessità
dellappropriata metodologia di allenamento
che tali attività richiedano proprio in
virtù della loro specificità bioenergetica
in altre parole l' incremento della spesa energetica
che si verifica nella corsa frazionata, tipica
di attività come il calcio, richiede quindi
dei mezzi di allenamento che ricalchino il più
fedelmente possibile il dispendio energetico che
si verifica in condizioni di gioco.
Fig. 3: Palier raggiunto in funzione dellaumento
dei cambi di direzione e delle conseguenti fasi
di accelerazione di 3 differenti modalità
di corsa - navetta (20,10 e 5 m.t.).
Ogni
palier corrisponde ad 1 di corsa a velocità
progressivamente crescente, per cui maggiore è
il palier raggiunto maggiore risulta essere la
più alta Vmed di percorrenza registrata
durante il test (Bisciotti, Belli 1998).
Le
applicazioni metodologiche
Da
quanto esposto appare quindi chiara limportanza
dellinserimento di tutta una gamma di esercitazioni
costruite su fasi di accelerazione e decelerazione
sia in linea che con cambi direzione, con e senza
controllo della palla, al fine di riprodurre in
sede di allenamento lo stesso tipo di richiesta
energetica che ritroveremo nella situazione di
gioco reale
Riportiamo
di seguito alcuni esempi esercitativi basati su
questi presupposti e che proprio in virtù
dei concetti sovraesposti trovano una loro ben
chiara giustificazione metodologica (Bisciotti
e coll., 1999).
Esercitazione 1
Schema.
Lo schema rappresenta lunità strutturale
che riproduce lo stesso tipo di richiesta energetica
individuabile in gara: la durata dellesercitazione
totale, così come il numero delle ripetizioni
dellunità strutturale proposta, dipendono
dalla periodizzazione dellallenamento adottata,
dal periodo della stagione agonistica in cui si
utilizza e dal livello di qualificazione dei singoli
atleti.
Esercitazione
2
Schema
2. Lutilizzo di sprint e decelerazioni repentine
rappresentano unaltra tipologia di esercitazione
utile alla riproduzione delle richieste energetiche
specifiche di gara.
Esercitazione
3
Schema
3. Corsa navette a percentuale di velocità
compresa tra il 90 ed il 100% della Velocità
Aerobica Massimale (VAM) preventivamente calcolata
attraverso un test specifico , su tratti navette
compresi tra i 5 ed i 20 m.t.
E
possibile mantenere il 90% della VAM per palier
di circa 130, mentre la durata
limite di mantenimento del 100% della VAM è
di circa 50, i tempi di percorrenza
debbono essere scanditi da un beep sonoro. Questultima
esercitazione si presenta particolarmente interessante
poiché permette di suddividere i giocatori
in gruppi omogenei in base alle loro caratteristiche
aerobiche e di effettuare quindi un tipo di allenamento
molto individualizzato.
La
scelta appropriata del parametro di intensità
corsa
Per
poter correttamente quantificare lintensità
della corsa nei vari tipi di esercitazione proposte,
in rapporto allindirizzo metodologico adottato
nei diversi microcicli di preparazione, è
indispensabile analizzare il tipo di spostamento
effettuato dal giocatore in campo nel corso della
competizione.
Tuttavia
i valori assoluti desumibili da questo tipo di
analisi non sono di immediato utilizzo, occorre
infatti parametrizzarli in rapporto ad un indice
di riferimento che possa farci capire lintensità
relativa dei vari tipi di corsa e/o di spostamento
adottati nel corso del gioco.
Per
questo motivo abbiamo utilizzato i dati relativi
ad una competizione di alto livello rapportando
i valori in base alla Velocità Aerobica
Massimale media del "calciatore tipo";
ricordiamo a tal proposito che la Velocità
Aerobica Massimale (VAM) è la velocità
di percorrenza alla quale si raggiunge il valore
di VO2max.
Nel
caso del calcio la maggioranza degli autori si
accorda nel riconoscere un VO2 max medio di 60
ml·kg·-1min-1 (Mognoni, 1996) corrispondente
ad una VAM di 17.3 km / h (Cazorla e Leger, 1993);
i dati analizzati, che si riferiscono alla partita
Italia-Danimarca del 24-04-92, rapportati ai sopracitati
valori di VAM hanno fornito i seguenti. risultati:
Tipo di
andatura
|
Velocità
di percorrenza
|
Statica:
|
posizione
statica
|
Deambulazione
A:
|
in avanti
sino a 5 km/h
|
Corsa lenta:
|
corsa sino
ad 11 km/h
|
Corsa media:
|
corsa sino
a 15 km/h
|
Corsa in
allungo:
|
corsa sino
a 18 km/h
|
Corsa veloce:
|
sino a 21
km/h
|
Sprint:
|
sino a 24
km/h
|
Sprint max:
|
sino a 27
km/h ed oltre
|
Deambulazione
I:
|
all'indietro
sino a 3 km/h
|
Corsa dietro:
|
all'indietro
tra 3 e 21 km/h
|
Corsa laterale:
|
laterale
da 0 a 21 km/h
|
Tipo di
andatura
|
% tempo
totale
|
Statica
|
8,32
|
Deambulazione
A
|
18,23
|
Corsa lenta
|
39,05
|
Corsa media
|
12,36
|
Corsa in
allungo
|
5,73
|
Corsa veloce
|
4,46
|
Sprint
|
0,69
|
Sprint max
|
0,53
|
Deambulazione
I
|
1,57
|
Corsa dietro
|
7,4
|
Corsa laterale
|
1,66
|
Tipo di
andatura
|
% distanza
totale
|
Statica
|
0,00
|
Deambulazione
A
|
7,53
|
Corsa lenta
|
35,98
|
Corsa media
|
22,54
|
Corsa in
allungo
|
12,16
|
Corsa veloce
|
11,78
|
Sprint
|
2,30
|
Sprint max
|
0,08
|
Deambulazione
I
|
0,39
|
Corsa dietro
|
5,47
|
Corsa laterale
|
1,77
|
Tipo di
andatura
|
km/h
|
% VAM
|
Statica:
|
posizione
statica
|
0,0
|
Deambulazione
A:
|
in avanti
sino a 5 km/h
|
28,9
|
Corsa lenta:
|
corsa sino
ad 11 km/h
|
63,6
|
Corsa media:
|
corsa sino
a 15 k/h
|
86,7
|
Corsa in
allungo:
|
corsa sino
a 18 km/h
|
104
|
Corsa veloce:
|
sino a 21
km/h
|
121,4
|
Sprint:
|
sino a 24
km/h
|
138,7
|
Sprint max:
|
sino a 27
km/h ed oltre
|
156,1
|
Deambulazione
I:
|
all'indietro
sino a 3 km/h
|
17,3
|
Corsa dietro:
|
all'indietro
tra 3 e 21 km/h
|
da 17,3 a
121,4
|
Corsa laterale:
|
laterale
da 0 a 21 km/h
|
da 0 a 121,4
|
Percentuale
della VAM in rapporto alla velocità di
corsa calcolata considerando un VO2 max di 60
ml·kg-1·min-1, corrispondente ad una
VAM di 17,3 km / h.
% VAM
|
% tempo
totale
|
Vam = 0%
|
8,32
|
Vam = 28,9%
|
18,23
|
Vam = 63,6%
|
39,05
|
Vam = 86,7%
|
12,36
|
Vam = 104%
|
5,73
|
Vam = 121,4%
|
4,46
|
Vam = 138,7%
|
0,69
|
Vam = 156,1%
|
0,53
|
Vam = 17,3%
|
1,57
|
Vam = dal
17,3 al 121,4%
|
7,4
|
Vam = dallo
0 al 121,4%
|
1,66
|
Percentuale
della VAM in rapporto tempo totale di lavoro calcolata
considerando un VO2 max di 60 ml·kg-1·min-1,
corrispondente ad una VAM di 17,3 km / h.
% VAM
|
% distanza
totale
|
Vam = 0%
|
0,00
|
Vam = 28,9%
|
7,53
|
Vam = 63,6%
|
35,98
|
Vam = 86,7%
|
20,60
|
Vam = 104%
|
12,16
|
Vam = 121,4%
|
11,78
|
Vam = 138,7%
|
2,30
|
Vam = 156,1%
|
0,08
|
Vam = 17,3%
|
0,39
|
Vam = dal
17,3 al 121,4%
|
5,47
|
Percentuale
della VAM in rapporto alla distanza totale prcorsa
considerando un VO2 max di 60 ml·kg-1·min-1,
corrispondente ad una VAM di 17,3 km / h.
Dallanalisi
dei dati sopra riportati possiamo schematicamente
riassumere i seguenti punti:
-La
"bassa intensità di gioco" comprende
andature che vanno da circa il 30% della VAM sino
all 87%, e riguarda allincirca il
70% del tempo totale di gioco ed il 64% della
distanza totale percorsa.
-Lintensità
di gioco definibile come "medio-alta"
comprende andature che vanno dal 104 al 121% della
VAM e corrisponde a circa il 10% del tempo di
gioco ed al 24% della distanza totale percorsa.
-Il
gioco ad "alta intensità" comprende
andature che vanno dal 138 ad oltre il 156% della
VAM e corrisponde allincirca rispettivamente
all1,5 ed al 2,5% del tempo e della distanza
totali di gioco.
Questi
dati andrebbero attentamente considerati nella
parametrizzazione degli indici di intensità
e di quantità di carico da utilizzarsi
nellambito della programmazione dellallenamento,
allo scopo di riprodurre, in sede di preparazione
,lo stesso sforzo fisiologico richiesto poi in
situazione reale di competizione.
Il
massimo tempo di lavoro sostenibile a differenti
% della VAM durante la corsa frazionata.
Un
altro a nostro avviso interessante aspetto della
Velocità Aerobica Massimale è quello
rappresentato dalla massima capacità di
lavoro sostenibile durante la corsa effettuata
a percentuali elevate della VAM stessa. Alcuni
lavori relativamente recenti (Billat, 1994, 1998)
si sono interessati della problematica inerente
al "tempo limite di lavoro" sostenibile
durante una corsa in linea eseguita a percentuali
elevate della VAM (dal 90 al 105%), tuttavia,
a nostra conoscenza, mancano in bibliografia studi
che si riferiscano al"tempo limite di lavoro"
durante la corsa frazionata effettuata a percentuali
ben definite della VAM. Per questo motivo abbiamo
effettuato uno studio effettuato su di un campione
relativamente elevato di giocatori di calcio di
medio livello (78 soggetti) durante il quale od
ogni soggetto veniva richiesto di effettuare una
prova di corsa in modalità "navette"
sulla distanza di 20 metri, a differenti velocità
di percorrenza, pari al 70,80, 90 e 100% della
VAM, ad ogni atleta veniva inoltre richiesto di
eseguire, alle stesse percentuali della VAM, una
prova di corsa in linea sino ad esaurimento delle
proprie capacità di lavoro: Entrambe le
prove di corsa (a navetta ed in linea) venivano
interrotte solamente nel caso in cui i soggetti
superassero i 7 di corsa continua, tempo
adottato come indice dellinstaurazione di
un tipo di lavoro sostanzialmente aerobico.
Durante
i due tipi di prove venivano registrati, oltre
al tempo di lavoro, la frequenza cardiaca, la
produzione finale di lattato e di ammonio.
I
risultati relativi alle due prove eseguite alle
percentuali di VAM sopraesposte sono riportati
nelle seguenti tabelle:
Tabella
2 : Tempo di lavoro e parametri fisiologici medi
registrati in un gruppo di 78 giocatori durante
l'esecuzione di una corsa frazionata, protratta
sino al tempo limite, effettuata al 70, 80 90
e 100% della Velocità Aerobica Massimale.
Il
dato maggiormente interessante di questo studio
riguarda il fatto che tali valori indicano, oltre
al maggior dispendio energetico della corsa frazionata,
il fatto che nella corsa effettuata con questa
modalità esecutiva, il meccanismo limitante,
diveniva sempre più di tipo periferico
che centrale, in relazione all'aumento dell'intensità
di lavoro, tanto che, a percentuali di percorrenza
pari al 90 ed al 100% della VAM, la frequenza
cardiaca non risultava più un buon testimone
dell'intensità dello sforzo, che trovava
invece dei testimoni fisiologici maggiormente
attendibili nella produzione di lattato e di ammoniaca.
Questo
particolare aspetto della ricerca, sottolinea
l'importanza dell'allenamento muscolare specifico
nell'ambito delle capacità lavorative di
resistenza specifica del calciatore.
Conclusioni
Lottimizzazione
dei vari parametri che costituiscono quella che
per luomo risulta essere una delle attività
più istintive e naturali quali la corsa
comporta, nel momento in cui la performance venga
estremizzata come nella realtà sportiva
di alto livello, una profonda conoscenza di tutti
i suoi aspetti biomeccanici ed energetici.
Per
questo motivo non solo sarebbe auspicabile una
profonda conoscenza teorica di questi ultimi,
anche da parte del tecnico sportivo ma ancor di
più risulterebbe fondamentale una stretta
collaborazione tra il ricercatore e l "uomo
di campo" allo scopo di individuare su solide
basi scientifiche le migliori metodologie di allenamento
atte al miglioramento della prestazione, onde
evitare lapplicazione di una linea metodologica
di lavoro basata su quel tanto sino ad oggi utilizzato
metodo di apprendimento" per prove ed errori",
che nasce da un sostanziale empirismo valutativo
e che non ha più ragione di esistere nellambito
della prestazione sportiva di alto profilo qualitativo
come lattuale calcio professionistico.
|
Bibliografia
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