Allenamento
della forza ed elettrostimolazione
di
Gian
Nicola Bisciotti Ph D.(1) (2), Jean Marcel Sagnol
Ph D (2), Giuseppe Trucchi (1), Italo Sannicandro(3).
1:
Istituto Superiore di Educazione Fisica di Torino
2: Facoltà
di Scienze dello Sport Università di Lione,
Dipartimento entraînement et performance
3:Istituto
Superiore di Educazione Fisica di Foggia
Astract.
Lelettrostimolazione
sta suscitando linteresse e la curiosità
di atleti, preparatori e medici sportivi, tanto
da essere a volte considerata come un mezzo insostituibile
nellallenamento di alto livello e non.
Tuttavia
alcuni suoi aspetti appaiono largamente speculativi
ed altri non sufficientemente supportati da evidenze
di tipo scientifico.
Lo
scopo di questa review è quello di fornire
un punto di vista obbiettivo sullattuale
stato di conoscenza in materia, in modo tale da
poter dare, a tutti gli operatori del settore,
un utile strumento di conoscenza al fine di operare
delle scelte metodologiche razionali.
Introduzione
Levoluzione
delle moderne metodologie di allenamento, soprattutto
in discipline nelle quali sia richiesta una massimalizzazione
dello sforzo fisiologico da parte dellatleta,
è caratterizzata da un denominatore comune
ricorrente, costituito dalla necessità
di un aumento costante sia dei volumi di allenamento
che dalla loro intensità.
Questa
pressante esigenza può comportare unobbiettiva
difficoltà gestionale della pianificazione
del lavoro atletico, dovuta sia a problematiche
inerenti lentità del sovraccarico
funzionale imposto allatleta, sia a disagi
di tipo psicologico legati allaumento spropositato
della quantità di lavoro richiesta..
Linserimento
dellelettrostimolazione (ES) sembrerebbe
risolvere, almeno parzialmente, questo tipo di
problematiche, permettendo una sostanziale riduzione
,sia dei tempi di lavoro, che di quelli di recupero,
in rapporto alla metodologia di allenamento "classica",
tuttavia non tutti gli autori sono concordi nel
riconoscere allES la possibilità
di incidere in modo sostanziale sulle capacità
di forza muscolare dellatleta.
Questa
mancanza di uniformità di giudizio può
essere spiegata da numerosi fattori e più
specificatamente: dalla grande disomogeneità
delle apparecchiature utilizzate, dalla diversità
dei parametri e delle forme donda utilizzate,
dalla grande variabilità dei protocolli
di lavoro e delle metodiche di rilevamento dei
dati ottenuti ed infine dalla non sempre facile
possibilità di isolare i possibili effetti
adattivi fisiologici indotti dallES, da
quelli ottenuti attraverso lallenamento
classico, quando questultimo venga praticato
in concomitanza allES, come nel caso di
alcuni protocolli di ricerca ormai definibili
come "storici" nellambito di questo
campo di ricerca che si situa ai confini tra fisioterapia
e fisiologia dellesercizio (Kotz e Chwilon
1971).
In
effetti la bibliografia internazionale sembra
suddividersi in merito in due gruppi contrapposti,
nel primo dei quali ritroviamo gli autori che
riconoscono allES la possibilità
di ridurre considerevolmente, sia i tempi di lavoro,
che quelli di recupero, nonché di avere
un effetto perlomeno simile, se non superiore,
alle metodologie di condizionamento muscolare
classiche che utilizzano sostanzialmente la contrazione
volontaria (Kcrka e Zrubak, 1970 ; Kotz e Chwilon
1971 Cometti, 1988; Duchateau e Haineaut, 1988),
la posizione degli autori appartenenti al secondo
gruppo, è invece diametralmente opposta,
questi ultimi infatti non riconoscono allallenamento
effettuato tramite ES nessun aumento significativo
delle capacità muscolari (Davis e Mc Grath,
1983, Albright e Yougo 1985, Owens e Malone 1983,
Mohr e coll. 1988).
Lo
scopo di questarticolo è quello di
chiarire e precisare, attraverso una revew, lo
stato di conoscenza del problema e lopinione
dei diversi autori, in modo tale da fornire una
visione il più precisa ed obbiettiva possibile
della materia indagata.
A
questo scopo verranno prese in considerazione
tutte le più interessanti possibilità
di adattamento fisiologico inducibili, o presunte
tali, attraverso lES e più specificatamente
:
-
I possibili effetti sulla forza massimale volontaria
(FMV)
-
La possibilità di indurre ipertrofia muscolare
-
La possibilità di provocare degli adattamenti
neuromuscolari significativi
-
La possibilità di modificare le caratteristiche
metaboliche delle fibre muscolari
-
Il possibile reclutamento preferenziale delle
fibre veloci.
Inoltre
lallenamento attraverso ES verrà
comparato in termini di rendibilità globale
con i regimi di contrazione muscolare altrimenti
utilizzati nella metodologia di lavoro ortodossa.
I
possibili effetti dellES sulla FMV.
La
FMV è definibile come la forza più
elevata esprimibile dal sistema neuromuscolare
attraverso una contrazione massimale volontaria,
i primi autori che riferirono di un possibile
e cospicuo aumento della FMV su muscolo sano,
attraverso un protocollo di ES, furono Krcka e
Zruback (1970). Il protocollo di ES adottato ed
effettuato su 36 soggetti prevedeva la stimolazione
del bicipite brachiale e del tricipite surale
attraverso correnti di tipo faradico di 200 Hz
per una durata totale di 6000 s ripartite su diverse
sedute, gli autori riferirono di un aumento della
FMV rispettivamente pari al 45.9% e 61.5%.
Un
secondo studio, forse il più universalmente
conosciuto nel campo dellES, e quello di
Kotz e Chwilon (1971) nel quale i due autori stimolarono
con delle forme di impulso rettangolari modulate
a 50 Hz il bicipite brachiale e il tricipite surale
di un gruppo di giovani lottatori di sambo suddivisi
in quattro gruppi di studio. Il tempo totale di
stimolazione era compreso tra i 900 ed i 1900
s suddivisi in un numero di sedute compreso tra
9 e 19, i risultati riportano un aumento significativo
della FMV compreso tra il 27 ed il 56.1% (vedi
tabella 1).
A
questo proposito, occorre tuttavia ricordare come
nel presente studio, gli atleti abbiano effettuato,
contemporaneamente allallenamento in ES,
un lavoro muscolare a base di contrazioni isometriche
massimali, diventa in tal modo scarsamente obbiettivo
attribuire solamente allES laumento
di FMV ottenuto.
Anche
studi susseguenti, tranne alcune eccezioni come
Davis e Mc Grath, (1983), Owens e Malone (1985),
Mohr e coll. (1985) e Albright e Yougo (1988)
che non riportano nessun significativo aumento
della FMV, dimostrano come sia possibile ottenere
un aumento della FMV attraverso lES; tuttavia
i risultati ottenuti ridimensionano in un certo
qual modo i valori riferiti da Krcka e Zruback
(1970) e di Kotz e Chwilon (1971), la maggior
parte degli autori (66%) riferisce infatti degli
aumenti della FMV inferiori al 30%.
A
titolo di esempio possiamo citare i risultati
di Stéfanoska e Vodovnik (1985) che ellettrostimolando
il quadricipite femorale di 10 soggetti attraverso
un protocollo che prevedeva lapplicazione
di correnti monofasiche a bassa frequenza (25
Hz) osservarono un aumento della FMV pari al 25.3%,
mentre utilizzando degli impulsi sinusoidali di
2500 Hz modulati a 25 Hz, ottennero un aumento
della FMV pari al 13.2%.
La
forte variabilità dei risultati ritrovabili
in letteratura, in merito alle percentuali di
aumento della FMV ottenibili attraverso lES,
è da attribuirsi principalmente alla grande
eterogeneità dei protocolli di ES adottati
dai vari autori, soprattutto per ciò che
riguarda la forma dellimpulso e la frequenza
utilizzate.
Un
altro dato molto importante è costituito
dalla diversità dintensità
relativa raggiunta nelle varie sedute di ES, infatti
possiamo notare come alcuni autori omettano i
dati dintensità adottati, oppure
come nei protocolli nei quali lintensità
venga specificata, si preveda lallenamento
dei soggetti considerati a percentuali della loro
forza massimale volontaria isometrica (FMVI) estremamente
variabili, che possono andare dal 33% (Laughman
e coll., 1983) al 100% (Nobbs e coll., 1983).
Un
ulteriore precisazione in merito ai differenti
risultati ottenuti è quella che ovviamente
non ci si possono aspettare gli stessi guadagni
in termini di FMV da parte di atleti allenati,
e quindi in possesso di un apprezzabile grado
di ottimizzazione delle proprie capacità
di forza, in confronto a soggetti scarsamente
allenati od addirittura sedentari.
Al
di là di queste considerazioni, che rimangono
comunque importanti, i lavori reperibili in letteratura,
concernenti lES su muscolo sano nelluomo,
suggeriscono come si possa ottenere un aumento
significativo della FMV nell85% dei protocolli
effettuati, solamente il 15% non riferisce nessun
effetto significativo sulla FMV.Per cui, esulando
dalle possibili divergenze di tipo metodologico,
si potrebbe ragionevolmente concludere che lES
può indurre un aumento significativo della
FMV.
Tavola
1 : Elettrostimolazione ed aumento della forza
massima volontaria (vedi
tabella)
- Sedute : numero
delle serie * numero delle ripetizioni * durata
della stimolazione in secondi / tempo di recupero
in secondi.
- (2) Guadagno
di forza in % della Forza Massimale Volontaria
(FMV)
D :
destra ; S : sinistra ; M :
uomo ; F : donna ; N.S. :
non significativo ; - : non precisato
nellarticolo. Da : Bosquet 1996,
modificato.
ES
ed ipertrofia muscolare
E
un dato ormai universalmente riconosciuto che
laumento delle capacità di forza
sia ottenibile essenzialmente attraverso due meccanismi
adattivi, il primo dei quali è costituito
dallipertrofia indotta dallo stimolo allenante(ed
è quindi definibile come un fattore strutturale)
ed il secondo, da un fattore questa volta di tipo
nervoso, costituito da un miglioramento nella
coordinazione intra ed inter muscolare e da un
ottimizzazione del reclutamento delle unità
motorie.
Per
ciò che riguarda la possibile efficacia
dellES nei confronti dellipertrofia,
occorre premette che solamente un numero limitato
di autori ha effettuato delle misurazioni attendibili
da un punto di vista scientifico della massa muscolare
prima e dopo il periodo di ES, ci troviamo quindi
nuovamente di fronte ad una situazione abbastanza
confusa in termini di uniformità di giudizio
sul problema.
La
maggior parte dei lavori ritrovabili in letteratura
ha infatti adottato una misurazione della massa
muscolare basata prevalentemente sul rilevamento
della circonferenza muscolare, metodo quanto meno
criticabile, solo pochi autori hanno adottato
dei metodi basati sulla misurazione della superficie
delle fibre per valutare lipertrofia (Taylor
e coll., 1978; Eriksson e coll., 1981; St Pierre
e coll., 1986); occorre per altro sottolineare
come questi autori non abbiano riscontrato nessuna
modificazione ipertrofica significativa in seguito
allES.
Dello
stesso avviso gli studi di Roméro e coll.
(1982) e di Courrier e coll. 1983, che tuttavia
riscontrarono un aumento della FMV entrambi dellordine
del 20%.
Occorre
comunque sottolineare come questi studi si siano
svolti su di un periodo pari mediamente a 5 settimane
in ragione di una media di 3 sessioni di allenamento
per settimana, un periodo che può essere
considerato troppo esiguo per poter ottenere degli
effettivi adattamenti strutturali (Häkkinen,
1985)
Diametralmente
opposti i risultati ottenuti da Cometti (1988)
che dopo aver elettrostimolato il quadricipite
della gamba dominante di un gruppo di 8 saltatori
con una corrente rettangolare modulata a 2500
Hz- 50 Hz (corrente di Kotz), osservò un
aumento della circonferenza della coscia compreso
tra i 2 ed i 5 cm, unito ad un aumento della FMV
che andava dal 13 al 16%.
Questi
risultati confermavano quelli già ottenuti
da Krcka e Zrubak (1970) e Kotz e Chiwilon (1971),
i primi due Autori infatti riferivano degli aumenti
in termini di ipertrofia pari al 10.8% a carico
del bicipite brachiale e del 9.9% per il tricipite
surale ed un aumento della FMV pari rispettivamente
al 45.8 ed al 61.5%, mentre i secondi riportarono
unipertrofia del 3.9% sul bicipite brachiale,
con un aumento della FMV compreso tra il 27 ed
38% in rapporto alle diverse condizioni sperimentali.
La
modificazione strutturale cellulare, che è
alla base del meccanismo ipertrofico, sembrerebbe
essere laumento dei nuclei cellulari, unito
allincremento della loro attività
di sintesi proteica (Casperson 1950), questi meccanismi
adattivi sembrerebbero inducibili anche attraverso
ES come dimostrato in uno studio di Casperson
(1950).
LES
potrebbe quindi indurre ipertrofia muscolare attraverso
le stesse modificazioni strutturali indotte dalla
contrazione volontaria, tuttavia alla luce dei
risultati dellodierna letteratura non possiamo
affermare con certezza questa tesi, che dovrebbe
essere ulteriormente confermata sperimentalmente
e soprattutto confortata da misurazioni che quantifichino
la superficie delle fibre dei muscoli considerati.
Tavola
2: ES ed ipertofia muscolare. (vedi
tabella)
- Parametri
della seduta . numero delle serie* mumero
delle ripetizioni * durata della stimolazione
in secondi / recupero in secondi
- Aumento di
forza : in % di FMV
SI. Senza ipertrofia CI: con ipertrofia
Tipo di misurazione dellipertrofia: (C)
: circonferenza; (S): superficie delle fibre;
GD: gamba dominante; GND:
gamba non dominante; --- : non precisato nellarticolo;
ST: Slow Twich; FT: Fast Twich. Da :
Bosquet 1996, modificato.
ES
ed adattamenti neuro-muscolari
Il
fenomeno per il quale il muscolo scheletrico
umano, in risposta al sovraccarico funzionale
costituito dallallenamento, manifesta
degli importanti adattamenti di tipo nervoso,
trova conforto nelle tesi già avanzate
da numerosi autori (Fukunaga, 1976; Moritani
e De Vries, 1979; Cometti, 1988; Enoka, 1988).
Il
ruolo che giocano gli adattamenti di tipo nervoso
nellaumento delle capacità di forza,
può essere evidenziato, indipendentemente
dal fatto che il tipo di allenamento utilizzato
sia costituito da contrazioni volontarie od
ES, sostanzialmente da tre tipi di indagine
che cerchino di dimostrare:
-
La possibile modificazione del tracciato elettromiografico
-
Un aumento delle capacità di forza dellarto
controlaterale non implicato nellallenamento
- Un aumento di forza senza che si verifichi
parallelamente ipertrofia
Modificazioni
del tracciato elettromiografico.
Gli
studi che riportano una significativa modificazione
del tracciato elettromiografico, a seguito di
un allenamento basato su contrazioni volontarie,
sono relativamente numerosi (Häkkinen e
Komi, 1983, Komi e coll, 1988; Moritani e De
Vries, 1979) Le modificazioni dellattività
elettrica muscolare, che in tutti gli studi
sopracitati sono state registrate durante una
contrazione isometrica, potrebbero suggerire
un miglioramento della coordinazione spaziale
e temporale delle unità motrici (UM)
coinvolte nella contrazione stessa. Tuttavia
occorre ricordare che la contrazione isometrica
e la contrazione dinamica sono caratterizzate
da pattern di attivazione neuro-muscolari molto
diversi ( Bosco, 1997, Bisciotti e Greco 1998),
per cui il miglioramento della sincronizzazione
spaziale e temporale, registrato in regime statico,
potrebbe non verificarsi in condizioni di attivazione
dinamica.
Per
ciò che riguarda lES, possiamo
constatare che solamente un numero ristretto
di studi si è interessato ai suoi possibili
effetti sulla modificazione del tracciato elettromiografico.
Lo studio maggiormente rappresentativo può
essere quello effettuato da Singer (1986) che
dopo aver utilizzato una corrente rettangolare
a bassa frequenza (50 Hz) per elettrostimolare
il quadricipite femorale di quindici pazienti,
che mostravano atrofia muscolare nel distretto
considerato, riferisce come il tracciato elettromiografico
testimoni un miglioramento significativo della
sincronizzazione spaziale e temporale delle
UM coinvolte durante una contrazione isometrica
massimale, naturalmente i limiti interpretativi
di una contrazione isometrica sopraesposti rimangono
validi anche in questo caso.
Aumento
delle capacità di forza dellarto
controlaterale non implicato nellallenamento.
Laumento
delle capacità di forza dellarto
non direttamente implicato nellallenamento,
potrebbe testimoniare per alcuni autori (Enoka,
1988; Portmann, 1991) un adattamento di tipo
nervoso. La giustificazione di tale teoria trova
fondamento nel fatto che lo stimolo funzionale
applicato sullarto allenato, provoca di
fatto una modificazione dello schema di reclutamento,
nel senso di unaccresciuta sincronizzazione
, delle UM dellarto controlaterale anche
se questultimo non è direttamente
implicato nellallenamento. Anche in questo
caso se da una parte ritroviamo una discreta
mole di lavoro che si interessa a questo tipo
di problematica nellambito dellallenamento
basato su contrazioni volontarie (Komi e coll.,
1978; Moritani e De Vries, 1979; Yasuda e Miyamura,
1983; Lewis e coll., 1984; Parker, 1985; Cannon
e Cafarelli, 1987), dallaltra possiamo
constatare come ben pochi lavori siano dedicati
a questo particolare aspetto delladattamento
muscolare in rapporto allES ed inoltre,
come gli studi riportati riferiscano risultati
diametralmente opposti.
Nel
primo caso infatti ritroviamo autori come Cabric
e Appel (1987) che riportano un aumento di forza
nel muscolo tricipite crurale non trattato con
ES in due gruppi di soggetti, elettrostimolati
rispettivamente a 50 e 1000 Hz, oppure Lai e
coll. (1988) che parimenti riferiscono aumenti
significativi dei valori di FMV nel quadricipite
femorale non stimolato.
Al
contrario, nel secondo caso , troviamo autori
che a fronte di aumenti significativi della
FMV nellarto sottoposto ad ES non riferiscono
variazioni della FMV nellarto non elettrostimolato
(Erikssonn e coll., 1981; Laughman e coll.,
1983).
In
definitiva considerando il fatto che i cambiamenti
dei valori di FMV dellarto non elettrostimolato
potrebbero anche essere attribuibili a contrazioni
parassite che si verificano nel corso dellelettrostimolazione
stessa, possiamo concludere che mancano ancora,
allo stato attuale delle cose, dei dati certi
che lES possa indurre un effetto di adattamento
nervoso di questo tipo
Aumento
dei valori di FMV senza ipertrofia
Laumento
di forza registrabile senza apprezzabile aumento
del volume muscolare può essere interpretato
come un fattore di adattamento di tipo nervoso
(Häkkinen, 1988; Enoka, 1988; Hainaut e
Duchateau, 1992), tuttavia occorre considerare
che, nel lavoro basato sulle contrazioni volontarie,
il livello iniziale di allenamento dei soggetti
considerati gioca un ruolo preponderante in
questo tipo di meccanismo adattivo.
Infatti
nei principianti laumento iniziale di
forza si verifica essenzialmente attraverso
un aumento del numero di UM reclutate senza
ipertrofia , dopo il periodo iniziale gli ulteriori
aumenti di forza sono essenzialmente legati
a fenomeni ipertrofici (Fukunaga, 1976), per
questo motivo un atleta allenato vede i suoi
progressi,in termini di incremento dei valori
di FMV, essenzialmente legati a fattori strutturali
di tipo ipertrofico (Moritani e De Vries, 1976).
Per
ciò che riguarda lallenamento attraverso
ES, i dati ritrovabili in bibliografia sembrerebbero
confermare lo stesso tipo di tendenza, I soggetti
non allenati infatti vedono il loro incremento
di valori di FMV, essenzialmente legato a fattori
neuromuscolari ( Halbach e Strauss, 1980; Roméro
e coll., 1982; Eriksson e coll., 1981; Currier
e Man, 1983) mentre gli studi effettuati su
periodi equivalenti, ma su atleti che presentavano
un grado notevolmente maggiore di allenemento,
laumento di FMV è essenzialmente
legato a fattori strutturali di tipo ipertofico
(Kotz e Chwilon, 1971; Andrianova e coll., 1971;
Chemeresin e coll., 1983).
Possiamo
quindi concludere che in questambito i
meccanismi adattivi attraverso i quali agisce
lES siano sovrapponibili a quelli dellallenamento
basato su contrazioni volontarie.
Tavola
3: ES ed adattamenti neuro-muscolari (vedi
tabella)
-
Parametri
della seduta . numero delle serie* mumero
delle ripetizioni * durata della stimolazione
in secondi / recupero in secondi
-
Aumento
di forza : in % di FMV
SI.
Senza ipertrofia CI: con ipertrofia
Tipo
di misurazione dellipertrofia: (C) : circonferenza;
(S): superficie delle fibre; GD: gamba dominante;
GND:
gamba
non dominante; --- : non precisato nellarticolo;
GS: gamba stimolata; GNS: gamba non stimolata.
Da : Bosquet 1996, modificato.
ES
e modificazione delle caratteristiche metaboliche
della fibra muscolare
Molti
tipi di esperienze sono state condotte sullanimale
per poter definire con esattezza il grado di plasticità
fisiologica del tessuto muscolare nei confronti
dellES. Tutti questi tipi di sperimentazione,
condotte attraverso protocolli che prevedevano
una ES di tipo cronico ( 24 ore su 24 per numerose
settimane), hanno avuto come conseguenza delle
trasformazioni profonde del tessuto muscolare,che
possono essere interpretate nel senso di un aumento
delle sue caratteristiche resistive. Questo tipo
di trasformazioni, peraltro già ampiamente
descritte da Pette (1984) sono sostanzialmente
riconducibili ad una pressoché totale riconversione
delle fibre muscolari in fibre di tipo I in tutti
i parametri considerati : aumento della durata
della contrazione muscolare, diminuzione dellampiezza
della contrazione, considerevole aumento nella
capacità di mantenimento del tetano muscolare.
Nelluomo,
come è possibile desumere dai dati della
tavola 4, sembrerebbe che lES possa indurre
delle modificazione nelle caratteristiche metaboliche
della cellula; tuttavia non è stato sinora
possibile osservare , al contrario di quanto osservato
nellanimale, nessun aumento della capillarizzazione
della muscolatura stimolata.
Per
questa ragione la cellula muscolare non ricaverebbe
nessun vantaggio dal possibile aumento della sua
attività enzimatica, nella misura in cui
non disporrebbe di nessun apporto supplementare
di O2 per poter usufruire di queste
sue nuove potenzialità (Pérronet,
1988).
Inoltre
occorre sottolineare che comunque, per ottenere
degli adattamenti funzionali, che restano comunque
di dubbio beneficio, tali da poter modificare
le caratteristiche di resistenza delle fibre muscolari,
occorre che lES sia applicata in modo estremamente
intenso, il che non solo può generare dei
problemi di ordine etico ma risulterebbe anche
drasticamente incompatibile con le esigenze del
normale allenamento che resta comunque indispensabile.
Tavola
4: Aumento di resistenza muscolare e adattamenti
muscolari in seguito ad ES (vedi
tabella)
: Aumento non precisato nel testo; ? aumento non
provato in modo certo
ES
e reclutamento selettivo o preferenziale della
fibre veloci
Durante
una contrazione naturale le UM vengono reclutate
secondo il principio enunciato da Henneman (1965),
ovverosia le UM più piccole associate alle
fibre di tipo I, avendo una soglia di eccitabilità
più bassa, sono reclutate più facilmente
e quindi prima rispetto alle UM di grosse dimensioni
associate alle fibre di tipo II, che presentano
una soglia di eccitabilità più alta.
Questo tipo di reclutamento è stato dimostrato
nelluomo, sia per delle contrazioni di tipo
lento (Milner-Brown e coll. 1973), che di tipo
balistico (Desmet e Godaux, 1977).
Alcuni
autori sostengono la tesi che nel momento in cui
un muscolo venga attivato "artificialmente"
attraverso lES, lordine di reclutamento
delle UM possa essere invertito rispetto alla
contrazione naturale (Solomonow, 1984). In effetti,
se il sistema neuromuscolare risulta intatto,
gli elettrodi, posti sul ventre muscolare, provocano
la contrazione tramite le terminazioni assonali
e non direttamente sulla fibra. Diversi parametri
influenzano lordine di reclutamento delle
fibre nervose: il primo dei quali è il
diametro degli assoni, la cui eccitabilità
risulta proporzionale al loro diametro (Blair
e Erlanger, 1933; Solomonow, 1984), in questo
caso sarebbero quindi le UM più grosse
ad essere attivate per prime, invertendo in tal
modo lordine di reclutamento rispetto alla
contrazione naturale Un ulteriore parametro di
cui tenere conto è la distanza che separa
lelettrodo di stimolazione dallassone;
si verifica infatti la tendenza a stimolare preferenzialmete
gli assoni più superficiali e quindi maggiormente
vicini allelettrodo, ora studi anatomici
hanno dimostrato come siano le grosse UM ad essere
situate più superficialmente e quindi ad
essere eccitate per prime durante lES (Lexell
e coll., 1983). Inoltre alcuni autori hanno formulato
lipotesi che lES metta in gioco dei
recettori cutanei che favoriscono il reclutamento
delle grosse UM a scapito delle più piccole
(Garnett e Stephens, 1981; Kanda e Desmet, 1983).
Tuttavia,
occorre sottolineare i seguenti punti:
- La possibile
inversione del reclutamento muscolare riferita
da Solomonov (1984), è stata osservata
nel corso di sperimentazioni effettuate su
muscolo isolato, pertanto in condizioni fisiologicamente
molto diverse rispetto a quanto avviene su
muscolo in vivo
- Secondo Knaflitz
e coll. (1990) non è stato possibile
osservare unevoluzione della velocità
di conduzione dei potenziali dazione
significativamente differente sotto ES in
rapporto a quanto avviene durante una contrazione
volontaria. Infatti, se lES reclutasse
preferenzialmente le fibre di tipo II, già
a livelli di stimolazione relativamente bassi,
ci si dovrebbe attendere un rallentamento
relativo dei potenziali dazione, in
regime di ES rispetto alla contrazione naturale,
quando il livello di stimolazione cresce.
Inoltre, sempre gli stessi autori, attraverso
un analisi spettrale, hanno potuto dimostrare
come su di una popolazione di 32 individui
il reclutamento muscolare in ES avesse, nel
72% dei casi, lo stesso andamento, rispetto
a quello osservabile in condizioni di contrazione
volontaria e che solamente nei 28% dei casi
osservati si verificasse un inversione di
tendenza.
- In caso di
ES dintensità progressiva non
è stato notato alcun segno, come ad
esempio contrazioni di ampiezza maggiore ma
di minor durata, che possa far pensare ad
un più precoce coinvolgimento delle
fibre di tipo II rispetto a quanto avviene
in una contrazione naturale (Feierensen e
coll., 1997).
- Nelle fibre
di tipo II non è stata osservata nessuna
deplezione preferenziale di glicogeno durante
ES a bassa intensità (Saltin e coll.,
1990)
- Dal momento
che le fibre di tipo II presentano una maggiore
faticabilità rispetto alle fibre di
tipo I, si potrebbe avanzare lipotesi
che giocando sul parametro "frequenza
di stimolazione" si possa reclutare preferenzialmente
un tipo di fibre piuttosto che un altro. Questa
ipotesi resta tuttavia senza supporto scientifico
di tipo sperimentale, dal momento che la faticabilità
delle fibre muscolari appare maggiormente
dipendente dal numero totale delle contrazioni
imposte che non dalla frequenza di stimolo
applicata (Thépaut-Mathieu e Pougheon.,
1992).
Visto
linsieme dei risultati riportati, appare
chiaro come sia largamente speculativo affermare
che lES possa invertire il tipo di reclutamento
delle fibre rispetto ad una contrazione volontaria,
od ancora di poter effettuare attraverso questa
tecnica una contrazione selettiva di un tipo di
fibra rispetto ad un altro. In effetti bisogna
riconoscere un certo cambiamento nella meccanica
di reclutamento, che tuttavia è molto più
corretto interpretare come una sorta di "disorganizzazione",
legata soprattutto alla localizzazione delle fibre
in rapporto al gradiente del campo elettrico eccitatore,
che resta daltro canto un parametro largamente
incontrollabile.
LES
comparata agli altri regimi di contrazione muscolare
ES
versus allenamento isometrico
Ad
eccezione degli studi effettuati da Anzil e coll.
(1974) il 75% dei protocolli di lavoro che comparino
lallenamento effettuato in ES rispetto a
quello basato su contrazioni isometriche volontarie
(CIV), mostrano che lallenamento in ES induce
degli aumenti dei valori FMV dello stesso tipo
ma non maggiori rispetto a quelli indotti dallallenamento
isometrico.
Da
questo punto di vista quindi, lES può
collocarsi solamente come metodica di tipo alternativo
allallenamento basato sulla contrazione
isometrica volontaria.
Tavola
5: Allenamento in ES versus allenamento isometrico
(vedi
tabella)
Parametri
CIV: % della forza isometrica massimale; numero
delle serie* numero delle ripetizioni* durata
della contrazione/tempo di recupero in secondi
ES+
contrazione isometrica volontaria superimposta
versus allenamento isometrico
Un
aspetto interessante dellallenamento in
ES può essere la tecnica attraverso la
quale si super impone una contrazione isometrica
volontaria massimale alla stimolazione in ES.
Anche
se pochi studi sono stati rivolti al confronto
tra questo metodo e lallenamento puramente
isometrico, i risultati indicano che lES
combinata alla CIV può dare dei risultati
superiori allallenamento basato solamente
sulla CIV.
In
effetti, come mostrato in figura 1, durante lallenamento
in ES+CIV è possibile, attraverso una tecnica
che monitorizzi mediante una lettura dinamometrica
immediata la produzione di forza e che moduli
lapplicazione di corrente o di tensione
in funzione di questultima, ottenere una
produzione di forza che può arrivare sino
ad una percentuale pari al 135% della forza isometrica
massimale (MIF) (Bisciotti, 1999).
Dal
momento che lottenimento di percentuali
di forza nettamente maggiori rispetto alla MIF,
costituisce un parametro essenziale per laumento
dei valori di FMV, questo tipo di tecnica si presenta
particolarmente interessante nellambito
della metodologia di allenamento rivolta allo
sviluppo della forza.
Figura 1: produzione di forza a carico del
quadricipite femorale in ES+CIV in rapporto alla
tensione utilizzata e comparata alla MIF. Dati
ottenuti su di unatleta tennista di livello
internazionale (Bisciotti 1999). Legenda: Tens
V.L. = tensione sul vasto laterale, Tens V.M.
= tensione sul vasto mediale, F. prod. = produzione
di forza, MIF = forza isometrica massimale.
Figura
2: Sistema dinamometrico di controllo di produzione
della forza in ES , lintensità dellES
viene regolata in base ai valori di forza registrati
dinamometricamente contrazione per contrazione,
langolo articolare di contrazione isometrica
è standardizzato a 110°. (Bisciotti
1999)
Figura
3: La correlazione tra la tensione imposta
e la forza prodotta si presenta di tipo parabolico,
questo tipo di correlazione si potrebbe spiegare
attraverso il fatto che sino ad un certo grado
di tensione, la produzione di forza aumenta allaumentare
di questultima, raggiungendo anche valori
superiori rispetto alla Massima Forza Isometrica
(MIF) del soggetto, in seguito un ulteriore aumento
di tensione, probabilmente coinvolgendo le terminazioni
nervose dolorifiche, ha come conseguenza una diminuzione
della produzione di forza, che scende a livelli
inferiori rispetto alla MIF. Questo tipo di correlazione
è evidenziabile anche per ciò che
riguarda il rapporto corrente / produzione di
forza e sottolinea come, per svolgere un corretto
protocollo di ES, sia estremamente necessario
monitorizzare dinamometricamente la produzione
di forza da parte dellatleta.(Bisciotti
1999)
ES
versus allenamenti basati su altri tipi di contrazione
Gli
studi che comparino lES ad altri regimi
di contrazione, non sono invero molto mumerosi
ed oltretutto i risultati appaiono contraddittori:
Infatti
Singer e coll. (1983) in 5 gruppi formati ciascuno
di 5 soggetti maschi sottoposti rispettivamente
a 12 sedute di allenamento a base di:
gruppo
1: ES, gruppo 2: contrazioni isometriche, gruppo
3: contrazioni isotoniche, gruppo 4: contrazioni
isocinetiche, gruppo 5: nessun tipo di allenamento
(gruppo di controllo).
riporta
i seguenti guadagni in termini di forza massimale
isometrica:
gruppo
3 e 4 : rispettivamente +18% e + 17%
gruppo
2: + 15%
gruppo
1e 5: entrambi + 6%
Al
contrario Nobbs e coll. (1986)riferiscono un aumento
di FMV pari al 29,6% dopo allenamento con ES contro
un aumento del 26,4% ottenuto con allenamento
isocinetico e del 16,8% combinando ES ad allenamento
isocinetico.
Ancor
differentemente riportano Willoughby e Simpson
(1996), i quali riferiscono un aumento della FMV
del 20,87% attraverso un allenamento combinato
ES + contrazioni isocinetiche, del 17,12% con
un allenamento isocinetico e del 13,63% con la
sola ES.
Questa
grossa disomogeneità di risultati è
senzaltro da ricondurre alla altrettanto
disomogenea scelta dei vari protocolli di allenamento
proposti, non è infatti possibile poter
trarre nessun tipo di conclusione da simili sperimentazioni,
a meno che i carichi e le intensità di
lavoro proposte attraverso le varie metodologie,
non siano sostanzialmente equivalenti, condizione
non rispettata in nessuno dei protocolli sopracitati.
Lefficacia dellallenamento in ES comparata
ai regimi di contrazione sopraconsiderati, appare
quindi ancora tutta da verificare sperimentalmente
Conclusioni
Da
questa sintesi dei lavori scientifici incentrati
sui vari aspetti dellES possiamo trarre
alcune considerazioni di carattere generale, che
pur senza pretendere di essere di tipo esaustivo
possono fornire agli operatori del settore dei
parametri valutativi obbiettivi e soprattutto
confortati da dati scientifici
-LES
può costituire un mezzo di allenamento
interessante per ciò che concerne lo sviluppo
delle capacità di forza massimale nellatleta,
tuttavia non va considerato un mezzo sostitutivo
bensì come una metodologia complementare
di allenamento. In questo ambito ci sembra particolarmente
interessante la combinazione dellES alla
contrazione isometrica oppure alla contrazione
isotonica, a patto che la produzione di forza
venga costantemente quantificata attraverso unapparecchiatura
dinamometrica (vedi Fig.2) in modo tale da poter
adattare lintensità dellES
in rapporto alla reale produzione di forza . Linconveniente
pratico di questa metodologia è costituito
dal fatto che questultima si presenta piuttosto
complicata dal punto di vista operativo
-Laumento
delle capacita di resistenza muscolare attraverso
lES non è supportato da evidenze
scientifiche, inoltre il tipo di stimolazione
, quantitativamente molto elevato, che tale tipo
di metodologia richiederebbe, non potrebbe assolutamente
conciliarsi con le più basilari esigenze
di allenamento. Questo particolare aspetto dellES
non riveste dunque nessun interesse di tipo pratico
per latleta.
-La
possibilità di stimolare selettivamente
la fibra veloce appare un argomento largamente
speculativo dal punto di vista scientifico.
La
disorganizzazione nel tipo di reclutamento provocata
dallES, rispetto alla contrazione volontaria,
suggerisce invece come le sedute di ES debbano
essere sempre abbinate a sedute che utilizzino
la contrazione volontaria, allo scopo di operare
un richiamo dei pattern di attivazione muscolare
naturali.
-Infine
alcuni aspetti dellES, come la sua effettiva
incidenza sullipertrofia del muscolo sano,
oppure la sua efficacia quando venga comparata
ad altri regimi di allenamento, basati su differenti
tipi di contrazione, debbono essere ulteriormente
provati scientificamente.
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