L'influenza
della fase di pre-stiramento sui parametri biomeccanici
del salto verticale
di
Bisciotti GN (1-2-5), Mognoni P (3), Iodice PP
(1), Canclini A (4)
1.
Centre Recherche Innovation Sportive,Facoltà
di Scienze dello Sport, Università Claude
Bernard, Lione (F)
2. Scuola Universitaria Interfacoltà in
Scienze Motorie, Torino (I)
3. Istituto di Tecnologie Biomediche Avanzate,
Milano (I)
4.Laboratorio Alta Prestazione, Federazione Italiana
Sport Invernali, S. Caterina di Valfurva (I)
5. Consulente Scientifico FC Internazionale, Milano
(I)
Abstract:
Un
movimento preceduto da un ciclo stiramento-accorciamento,
provoca un aumento della forza espressa durante
la fase concentrica dello stesso.
Questo
potenziamento della fase concentrica sarebbe imputabile,
sia al fenomeno di accumulo e conseguente restituzione
di energia elastica da parte della Componente
Elastica in Serie, sia ad una modificazione transitoria
delle caratteristiche meccaniche di rigidità
dell'unità muscolo-tendinea. Tuttavia,
queste variabili sarebbero influenzabili dalla
velocità alla quale si effettua la fase
di pre-stiramento,inoltre questi fattori sembrerebbero
poter influenzare landamento della produzione
di forza, solamente durante la prime parte della
fase concentrica. Questo studio è stato
effettuato allo scopo di verificare l'influenza
della velocità di pre-stiramento, sui parametri
responsabili del potenziamento della fase concentrica
di un salto verticale effettuato attraverso un
ciclo stiramento-accorciamento.
Alla
sperimentazione hanno partecipato 10 soggetti
di sesso maschile ai quali è stato richiesto
di effettuare, su pedana dinamometrica, due tipi
di salto verticale preceduti da una fase di contromovimento,
nei quali la velocità alla quale si effettuava
il pre-stiramento, differiva fortemente. I parametri
cinematici e dinamici dei due tipi di salto sono
stati derivati dal segnale di forza verticale
acquisito.
I
risultati mostrano come i fattori che determinano
il potenziamento della fase concentrica nel salto
effettuato ad una maggiore velocità di
pre-stiramento, siano la velocità verticale
al momento dello stacco e la potenza media registrata
nella fase di spinta, viene inoltre sottolineato
anche l'effetto transitorio della modificazione
delle curve di forza, velocità e potenza
relativa alla fase concentrica.
Parole
chiave: Salto verticale, ciclo stiramento-accorciamento,
velocità di pre-stiramento , restituzione
di energia elastica, rigidità muscolo tendinea.
INTRODUZIONE
Raramente
nelluomo, come nellanimale, un movimento
comporta unattivazione muscolare di tipo
puramente isometrico, eccentrico oppure concentrico,
La situazione più tipica è rappresentata
dalla corsa dove prima della fase di spinta (contrazione
concentrica), i muscoli estensori sono contratti
ma vengono allungati perché il centro di
gravità subisce, durante limpatto,
una decelerazione verso il basso e lavanti
La
maggior parte dei movimenti umani, è caratterizzata
quindi da unattivazione muscolare che comporta
una fase di contrazione muscolare di tipo eccentrico,
immediatamente seguita da una fase concentrica
(Goubel, 1987; Komi, 1987).
Questo
particolare tipo di attivazione, viene comunemente
definito come ciclo stiramento accorciamento (SSC)
(Norman e Komi, 1979; Komi, 1984), la conseguenza
di una fase di pre-stiramento, immediatamente
seguita da una contrazione concentrica, è
un accumulo di energia elastica potenziale che
viene restituita sotto forma di lavoro meccanico,
durante la fase concentrica stessa (Goubel, 1987).
Occorre
tuttavia sottolineare, come alcuni Autori attribuiscano
laumento del lavoro concentrico, ottenuto
immediatamente dopo una fase eccentrica, al fatto
che questultima provochi un incremento della
rigidità del complesso muscolo-tendineo
che, in tal modo, riesce a trasmettere, soprattutto
nella fase iniziale della contrazione concentrica,
più efficacemente la forza (Cavagna e coll.,
1971; Van Ingen Shenau, 1984). Inoltre la fase
eccentrica iniziale, permetterebbe alla componente
contrattile di lavorare nella porzione eccentrica
della relazione forza-velocità (Chapman
e Caldwell, 1985).
In
ogni caso, il fatto di eseguire un movimento attraverso
un ciclo stiramento-accorciamento, ottiene come
risultato un aumento della forza espressa durante
la fase concentrica dello stesso (Asmussen e Bonde
Petersen, 1974; Thys e coll., 1975, Bosco, 1985;
Wilson e coll.,1991)
Per
ciò che riguarda il fenomeno dimmagazzinamento
di energia elastica durante la fase eccentrica
del movimento, questultimo può verificarsi
solamente nel caso in cui, il muscolo sottoposto
a stiramento, sia attivo (Cavagna e coll., 1981;
Goubel, 1987; Komi, 1987), in caso di mancanza
di attivazione infatti, lallungamento è
carico dellelemento elastico in parallelo
e della componente contrattile, mentre la Componente
Elastica in Serie (SEC), essendo più rigida,
non subisce cambiamenti di lunghezza. Lammontare
della restituzione di energia elastica durante
la fase concentrica, dipende da numerosi fattori,
quali la durata della fase di inversione del movimento
(coupling time) ( Wilson e coll., 1991; Goubel,1987;
Cavanagh e Kram, 1985; Bosco, 1985; Kaneko e coll.,
1984; Thys e coll, 1972; Margaria, 1968; Katz,
1939) e la velocità e lampiezza della
fase di stiramento (Cavagna e coll., 1981; Cavagna
e coll., 1965; Goubel, 1987).
In
particolare, per ottimizzare la restituzione di
energia elastica, sarebbe auspicabile una velocità
di pre-stiramento pari a 0.5 L0 · s-1 (intendendo
per L0 la lunghezza del muscolo a riposo) (Cavagna
e coll., 1981) ed unampiezza del medesimo,
non eccessivamente pronunciata, in modo tale che
leffetto del riflesso miotattico da stiramento,
possa ricadere nella fase concentrica del movimento
(Gottlieb e Agarwal, 1979; Bosco, 1997).
A
questo proposito è comunque interessante
far notare che, anche nel caso in cui il riflesso
miotattico da stiramento si manifestasse durante
la fase eccentrica del movimento, il suo intervento
potrebbe causare un aumento della tensione muscolare
prodotta durante la fase eccentrica stessa e dunque
potrebbe comunque influenzare positivamente la
produzione di forza durante la successiva fase
concentrica.
Tuttavia,
lintervento della restituzione dellenergia
elastica, sembrerebbe poter influenzare landamento
della produzione di forza, solamente durante la
prime parte della fase concentrica (Wilson e coll.,
1991); nel caso specifico del salto effettuato
attraverso una precedente fase di contromovimento,
lintervento della restituzione di energia
elastica da parte della SEC, potrebbe essere limitato
alla prima parte della curva di forza relativa
alla fase concentrica di spinta.
Tuttavia,
a nostra conoscenza, non sono reperibili in letteratura
molti dati a questo riguardo; questa relativa
mancanza di studi specifici, ci ha indotto ad
approntare un protocollo di studio, sia per approfondire
la relazione esistente tra il potenziamento della
fase concentrica, indotto da una precedente fase
eccentrica, di un salto, in funzione della velocità
alla quale quest'ultima viene effettuata, sia
per definire dellevoluzione temporale dei
parametri biomeccanici del gesto stesso.
METODI
Soggetti
Al
presente studio hanno partecipato dieci studenti
universitari di sesso maschile iscritti alla Facoltà
di Scienze dello Sport, la cui altezza, massa
corporea ed età erano rispettivamente 178.7±10.5
cm (media ± deviazione standard ), 77.5 ±
13,5 kg e 22 ± 2 anni. Tutti soggetti praticavano
regolarmente un'attività sportiva ed avevano
familiarità con le procedure richieste
dalla batteria del test, essendo stati preventivamente
sottoposti ad un periodo di pratica. Nessuno dei
soggetti partecipanti alla sperimentazione presentava
patologie di tipo muscolare o neuromuscolare,
inoltre i soggetti sono stati preventivamente
informati sullo scopo della ricerca e sui possibili
rischi ad essa connessi.
Protocollo
Ad
ogni soggetto era richiesto di effettuare due
tipi di salto su pedana dinamometrica (AMTI, model
OR6-5) :
Un
salto preceduto da una fase di contromovimento,
durante la quale le ginocchia si piegavano a 90°
(CMJ1). Durante questo tipo di salto,
come nel secondo tipo di salto richiesto, lampiezza
del movimento del ginocchio è stata controllata,
sia attraverso il calcolo dello spostamento del
centro di gravità, che attraverso un elettrogoniometro
computerizzato (Real Power, Globus Italia)
Un
salto preceduto da una fase di contromovimento,
della stessa ampiezza rispetto al test di CMJ1
ma durante il quale al soggetto era richiesto
di rallentare volutamente la fase di piegamento
degli arti inferiori, in modo tale da effettuare
il movimento eccentrico in circa 3 s. (CMJ2)
Linfluenza
degli arti superiori è stata eliminata
facendo eseguire entrambi i tipi di salto con
le mani ai fianchi. Sia nel test di CMJ1,
che in quello di CMJ2, veniva richiesto
all'atleta di cercare di raggiungere la maggiore
altezza di salto possibile.
In
entrambi i tipi di salto è stata utilizzata
una frequenza di campionamento di 500 Hz, i dati
in seguito venivano campionati attraverso un software
dedicato.
Sono
stati in tal modo calcolati i valori di forza
(F), accelerazione durante la fase di spinta (Ap),
accelerazione durante la fase eccentrica (An),
tempo di spinta (TS), velocità verticale
al momento dello stacco (VV), valore di forza
all'inizio della fase di spinta (F0)
e di altezza raggiunta in volo dal centro di gravità
(Hcdg) .
E'
stata inoltre calcolata, sia la potenza media
(Pmed) che il picco di potenza (Pmax),
espressi durante i due tipi di salto, attraverso
il prodotto tra la risultante dell'impulso netto
della forza verticale ed i valori di velocità
istantanea del centro di massa.
Statistica
Per
tutte le variabili considerate sono stati calcolati
gli indici statistici ordinari (media, varianza
e deviazione standard).
La
differenza tra le medie dei valori registrati
nei due tipi di salto è stata verificata
attraverso un test non parametrico per campioni
appaiati di Wilcoxon.
L'influenza
dei parametri biomeccanici sopracitati, sul valore
di Hcdg raggiunto è stata valutata
attraverso una retta di regressione multipla.
La
differenza tra le curve di forza, potenza e velocità
registrate durante la fase di spinta nei due tipi
di salto, è stata analizzata attraverso
un test T per campioni appaiati.
Il
test T per campioni appaiati relativo ai valori
sopraccitati, è stato effettuato fissando
i primi 10 millisecondi come primo periodo di
campionatura. Veniva quindi iterativamente aggiunto
il valore successivo controllando ad ogni volta
la differenza statistica tra le due campionature.
Risultati
Il
valore di Hcdg registrato nel CMJ1
e nel CMJ2 è stato rispettivamente
di 33.05± 7.2 e 30.04± 5.95 cm, la differenza
tra i due valori è risultata statisticamente
significativa (p<0.05). La VV registrata nel
test di CMJ1 è risultata pari a 2.68±
0.23 m · s-1, mentre nel CMJ tale
valore è risultato uguale a 2.59±
0.20 m ·s-1, la differenza tra
le due medie è risultata statisticamente
significativa (p<0.05).
Il
valore di Pmax registrato è
risultato essere 47.23± 15.25 W . kg-1
nel caso del CMJ1 e 45.67± 14.47
W . kg-1 per ciò che riguarda
il CMJ2, la differenza tra i due valori
non è risultata statisticamente significativa.
Il
valore di Pmed registrato durante il
CMJ1 ed il CMJ2 è
stata rispettivamente di 27.33± 7.45 e 21.39±
6.15 W . kg-1, la differenza tra i
valori è risultata statisticamente significativa
(p<0.05).
Il
rapporto di CMJ1 e CMJ2
concernente il valore di Pmax e Pmed
è risultato essere pari rispettivamente
a 1.03 ed 1.27.
Il
valore di F0 registrato nel test di
CMJ1 è stato pari a 2.25±
0.2 volte la massa del soggetto, mentre nel test
di CMJ2 tale valore era pari a 1.34±
0.3 volte la massa dell'atleta, la differenza
tra le due medie è risultata statisticamente
significativa (p<0.01).
Le
curve di potenza relative ai due tipi di salto
sono risultate differire (p<0.005) solamente
nella prima parte del tracciato, uguale ad un
valore di 0.04± 0.01 secondi., pari all'
11.01± 6.52% del tracciato totale .
Discussione
La
differenza significativa (p<0.05) tra i valori
di Hcdg registrati durante il test
di CMJ1 (+9.09%) rispetto a quelli
inerenti il test di CMJ2, oltre ad
essere in linea con i valori ritrovabili in bibliografia
riguardanti la differenza tra Squatting Jump (SJ)
e CMJ, caso sostanzialmente paragonabile (Bosco,
1992), indicano come la velocità del contromovimento
sia un parametro essenziale nel potenziamento
della successiva fase concentrica (Cavagna e coll.,
1965; Cavagna e coll., 1981; Bosco, 1985; Goubel,
1987).
In
effetti una fase di pre-stiramento effettuata
ad una velocità relativamente elevata può
comportare:
Una
maggiore attivazione elettrica nella muscolatura,
causata appunto da una fase di stiramento violento,
che potrebbe comportare una forte rotazione all'indietro
delle estroflessioni miosiniche dei cross-bridge
, portandoli in tal modo in una posizione di maggior
energia potenziale, condizione quindi estremamente
favorevole allaccumulo di energia elastica
da parte della SEC (Flitney e Hirst, 1975; 1978).
il
ricadere del riflesso miotattico da stiramento,
che si manifesterebbe dopo circa 40-70 ms dall'inizio
della fase di pre-stiramento, (Iles, 1977; Gottlieb
e Agarwal., 1979; Chan, e coll., 1978), durante
la fase concentrica del movimento, fattore che
potenzierebbe ulteriormente quest'ultima (Gottlieb
e Agarwal., 1979; Prochazka e coll., 1977).
Una
maggiore velocità di pre-stiramento potrebbe
comportare un aumento della rigidità del
sistema muscolo-tendineo degli arti inferiori
(Morgan, 1977; Morgan et al., 1978; Proske and
Morgan, 1984, 1987; Ettema and Huijing, 1993);
infatti la relazione tra rigidità muscolare
e forza, risulterebbe fortemente dipendente dal
numero di unità motorie attive implicate
nella contrazione stessa (Julian and Moss, 1981;
Julian and Sollins, 1975). Il successivo potenziamento
della fase concentrica potrebbe quindi essere
anche parzialmente imputabile al fatto che, una
struttura più rigida, trasmettendo più
rapidamente le tensioni, (Cavagna et coll., 1981;
Gravel et coll., 1988) potrebbe contribuire, sia
alla diminuzione del coupling time, minimizzando
in tal modo leffetto di termodispersione
(Bosco et coll., 1981; Curtin e Woledge, 1978),
sia ad una trasmissione maggiormente efficace
della forza durante la fase di spinta, questo
concetto è ben comprensibile se facciamo
riferimento al fatto che, in una modellizzazzione
meccanica degli arti inferiori, (Alexander e Vernon,
1975 ) lenergia potenziale immagazzinata
dai medesimi nella fase di stiramento è
pari a _ k x2, dove k è la costante
elastica o rigidità ed x lo spostamento.Un
sistema rigido infatti, è in grado di accumulare
più energia per unità di allungamento,
mentre un sistema distendibile può accumulare
più energia per unità di forza.
Inoltre
una pronunciata velocità della fase di
contromovimento, permetterebbe un aumento dellattivazione
neuromuscolare dovuto ad un maggior numero di
legami attivi a livello dei ponti actomiosinici,
fattore che determinerebbe un incremento dei valori
di forza allinizio della fase concentrica
del movimento (Bobbert e coll., 1996)
Tutti
questi fattori inerenti, sia l'intervento dell'energia
elastica potenziale, che l'ottimizzazione delle
caratteristiche dell'unità muscolo tendinea
(UMT), comunque sempre legati alla fase di pre-stiramento,
verrebbero mortificati da una fase eccentrica
effettuata a velocità eccessivamente bassa,
tale da non permettere, né un sufficiente
immagazzinamento di energia elastica, né
un apprezzabile aumento della rigidità
dell'UMT, inoltre una bassa velocità di
pre-stiramento, comporterebbe il fatto che il
riflesso miotattico da stiramento ricada durante
la fase eccentrica del movimento stesso, vanificandone
il possibile effetto di potenziamento della fase
di spinta (Bosco, 1985).
Il
fatto che leffetto miotattico da stiramento
possa risultare di una qualche utilità
anche ricadendo durante la fase eccentrica del
movimento, aumentando in tal modo il valore di
F0, ossia il valore di forza al momento
della spinta, è probabilmente annullato
dal basso valore di velocità della fase
di contromovimento.
I
rapporti di Pmax e Pmed durante
il due tipi di salti da noi indagati (rispettivamente
1.03 e 1.27) sono ben paragonabili con quanto
ritrovabile in letteratura, dove il rapporto nella
produzione di picco di potenza e di potenza media
tra SJ e CMJ, in cui la fase di contromovimento
veniva effettuata alla velocità liberamente
scelta dai soggetti, era compreso rispettivamente
in un range di 0.99 - 1.038 e 1.53 1.7
( Cavagna, 1991; Ferrario 2000)
Un
fattore interessante da sottolineare è
come le curve di potenza, relative alla fase di
spinta dei due salti, differiscano solamente nella
loro parte iniziale (11± 6.52%), grazie ad
un aumento dei valori di forza ( 31.42± 8.4%,
p<0.001) e di velocità (60.15±
13.4%, p<0.001) all'inizio della fase di spinta
che si traducono in un aumento medio della potenza
pari al 75.54± 12.3% (p<0.001)
Tuttavia,
le due curve di potenza, dopo la prima parte iniziale
la cui durata è in media di 0.04±
0.01 secondi, non differiscono ulteriormente da
un punto di vista statistico, divenendo sostanzialmente
sovrapponibili, dato sottolineato anche dalla
mancanza di differenza staticamente significativa
tra i valori di Pmax raggiunti nei
due tipi di salto.
Questo
dato, oltre a sottolineare l'effetto di transitorietà
del potenziamento dell'azione concentrica, dovuto
ad una fase di pre-stiramento (Cavagna e coll.,
1971; Van Ingen Shenau, 1984), imputabile probabilmente,
per la maggior parte, a fenomeni di termodispersione
dell'energia elastica immagazzinata nella SEC
(Wilson e coll., 1991), risulta essere di particolare
interesse, in quanto, a nostra conoscenza, mancano
in bibliografia dati specifici a questo riguardo.
Un
altro aspetto interessante emerso dal presente
studio, è il rapporto esistente, nellambito
del test di CMJ1, tra il valore di
F0 e gli altri parametri biomeccanici
considerati.
Il
valore di F0, ossia il livello di forza
espresso all'inizio della fase concentrica, risulta
dipendente dal valore di An (r= 0.62, p<0.05),
ed a sua volta influenza fortemente il valore
di Hcdg (r=0.74, p<0.01), di TS
(r= -0.70, p<0.02), di VV (r= 0.77, p<0.01)
e di Pmed (r=0.75, p<0.01) ma non
quello di Pmax, sottolineando ancora
una volta il concetto di transitorietà
della modificazione dei parametri biomeccanici
durante la fase concentrica, di cui sopra discusso.
Dal
momento che il valore di An riflette direttamente
la velocità media della fase di contromovimento,
appare chiaro linfluenza di questultima
sul valore di F0.
Per
cui, in accordo con quanto già espresso
da altri Autori (Walshe, 1988; Mognoni e coll,
1999), il valore di F0 è da
considerarsi, durante l'esecuzione di un salto
verticale preceduto da una fase di pre-stiramento,
come il parametro maggiormente determinante nei
confronti delle variabili biomeccaniche relative
alla fase di spinta come VV, Hcdg,
TS e Pmed.
In
conclusione, il potenziamento della fase concentrica
di un movimento, dovuto all'effetto di una precedente
condizione di pre-stiramento, sarebbe imputabile,
sia a fenomeni prettamente inerenti laccumulo
e la restituzione di energia elastica da parte
della SEC, sia a fattori riguardanti la massimalizzazione
delle caratteristiche meccaniche dell'UMT, entrambi
questi parametri ottengono il risultato di aumentare
il livello di forza al quale ha inizio la fase
di concentrica, che a sua volta influenza positivamente
gli altri parametri biomeccanici relativi alla
fase di spinta. Tutti questi aspetti, sono comunque
caratterizzati da una forte transitorietà
,che si traduce in una modificazione limitata,
da un punto di vista temporale, dei parametri
di forza, velocità e potenza, del movimento
considerato, tale comunque da modificare positivamente
la totalità dei parametri biomeccanici
relativi alla fase concentrica del movimento stesso.
In
ultima analisi si potrebbe quindi affermare che
lelasticità muscolare non è
un "sistema" atto ad aumentare lenergia
del muscolo ma risulti invece molto efficace al
fine di aumentare, seppur transitoriamente, la
produzione di potenza, migliorando in tal modo
sensibilmente il rendimento muscolare.
Variabili
Media ± dev. st.
|
CMJ1
|
CMJ2
|
Livello di significatività
della differenza tra le medie
|
F0 (
n · b.w.)
|
2.26 ± 0.2
|
1.35 ± 0.3
|
*
|
An (m
· s-2)
|
6.57 ± 0.84
|
0.48 ± 0.5
|
***
|
Ap (m
· s-2)
|
12.50 ± 0.81
|
11.31 ± 1.45
|
*
|
Hcdg (m)
|
0.33 ± 0.072
|
0.30 ± 0.056
|
*
|
Pmed (W)
. kg-1
|
27.33 ± 7.45
|
21.39 ± 6.15
|
*
|
Pmax (W)
. kg-1
|
47.23 ± 15.25
|
45.67 ± 14.47
|
n.s.
|
TS (s)
|
0.31 ± 0.04
|
0.39 ± 0.07
|
**
|
VV (m · s-1)
|
2.68 ± 0.24
|
2.59 ± 0.20
|
**
|
Tabella
1: Valori delle variabili considerate nei due
tipi di salto e livello di significatività
statistica
della differenza
tra le medie.
*p<0.05,
**p<0.01, ***p<0.001.
|
F0
|
An
|
Hcdg
|
Pmed
|
Pmax
|
TS
|
VV
|
F0
|
1
|
0.62 *
|
0.74**
|
0.76**
|
n.s.
|
-0.70*
|
0.77**
|
An
|
|
1
|
n.s.
|
n.s.
|
n.s.
|
n.s.
|
0.73**
|
Hcdg
|
|
|
1
|
0.95***
|
0.64*
|
-0.79**
|
0.90***
|
Pmed
|
|
|
|
1
|
0.74**
|
-0.68*
|
0.85***
|
Pmax
|
|
|
|
|
1
|
n.s.
|
n.s.
|
TS
|
|
|
|
|
|
1
|
-0.61*
|
VV
|
|
|
|
|
|
|
1
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Tabella
2 : Matrice di correlazione dei ranghi di Spearman
tra i valori biomeccanici registrati durante la
fase di spinta del test CMJ1.
*p<0.05,
**p<0.01, ***p<0.001.
|
Autore/i
|
Valore
|
Pmed
CMJ1/ Pmed CMJ2
|
Bisciotti e coll.,
2000
|
1.27
|
Pmax
CMJ1/ Pmax CMJ2
|
Bisciotti e coll.,
2000
|
1.03
|
Pmed
CMJ/ Pmed CMJ
|
Cavagna, 1991
|
1.7
|
Pmax
CMJ/ Pmax CMJ
|
Cavagna, 1991
|
1.03
|
Pmed
CMJ/ Pmed CMJ
|
Ferrario, 2000
|
1.53
|
Pmax
CMJ/ Pmax CMJ
|
Ferrario, 2000
|
0.99
|
Tabella
3 : Rapporti tra Pmax e Pmed
durante CMJ1 e CMJ2 (Bisciotti
e coll., 2000) e CMJ e SJ (Cavagna, 1971; Ferrario,
2000)
Figura
1: Plot relativo alla Matrice di correlazione
dei ranghi Spearman tra i valori biomeccanici
registrati durante la fase di spinta del test
CMJ1.
Figura
2 : Valori di velocità registrati durante
la fase di spinta nei due tipi di salto verticale.
Figura
3: Valori di forza relativi alla fase concentrica
registrati durante il CMJ1 ed il CMJ2.
Figura 4: Valori di potenza inerenti la fase di
spinta nei due tipi di salto verticale.
Figura
5: Dati relativi alla produzione di forza, potenza
, velocità ed allo spostamento registrati
durante lesecuzione di un CMJ1.
Figura
5b: Dati relativi allo spostamento angolare, relativo
allarticolazione del ginocchio, durante
lesecuzione di un CMJ1.
Figura
6: Dati relativi alla produzione di forza, potenza
, velocità ed allo spostamento registrati
durante lesecuzione di un CMJ2.
Figura
6b: Dati relativi allo spostamento angolare, relativo
allarticolazione del ginocchio, durante
lesecuzione di un CMJ2.
|
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