Lapplicazione
terapeutica delle microcorrenti nel dolore muscolare
post-esercizi
di
Gian Nicola Bisciotti
-
Dipartimento "Entraînement et performance"
, Facoltà di Scienze dello Sport, Università
Claude Bernard, Lione (F).
- Scuola Universitaria Interfacoltà di
Scienze Motorie, Torino (I)
INTRODUZIONE
I
primi studi sul dolore muscolare post-esercizio,
altrimenti definito con il termine di DOMS (delayed
onset muscular soreness), sono da attribuirsi
a Hough1 e risalgono al 1902, da allora
numerosissimi sono i lavori in merito a questa
problematica così diffusa in ambito sportivo.
E conoscenza comune il fatto che lesercizio
fisico, di una certa intensità e durata
provochi, nei distretti muscolari implicati nel
lavoro stesso, linsorgenza di una sintomatologia
dolorosa, per molti aspetti simile, anche se ovviamente
non sovrapponibile, alla sindrome algica miofasciale.
Infatti, anche se sia nel dolore muscolare post-esercizio,
che nella sindrome algica miofasciale, i muscoli
dolenti non mostrano alcun aumento dellelettromiografia
di superficie a riposo, la localizzazione del
dolore, come la sua insorgenza e durata, differiscono
sostanzialmente nei due casi. Un ulteriore parametro
che differenzia la sindrome miofasciale dal dolore
muscolare post-esercizio, è costituito
dal fatto che le forti alterazioni del CPK ematico
che compaiono in questultimo, non costituiscono
la regola nellambito della prima 2.
Nel DOMS , la descrizione della dislocazione del
dolore muscolare fa riferimento, sia al ventre
muscolare in toto3, che alla giunzione
muscolo-tendinea distale4. Il DOMS
è soprattutto correlato allesecuzione
di esercizi basati su contrazioni di tipo eccentrico
di una certa intensità, e la sensazione
dindolenzimento muscolare appare tra le
8 e le 24 ore successive a questi ultimi, raggiungendo
lacme tra le 24 e le 72 ore e solitamente
scomparendo entro 5-7 giorni, 5,6,7,8.
Linsorgenza del DOMS è sostanzialmente
riconducibile sia cause di tipo meccanico, che
metabolico3,9,10,11,12. Il maggior
danno meccanico indotto dallesercizio eccentrico
è lispessimento e la separazione,
che può arrivare sino alla totale disorganizzazione,
della stria Z. Nelle situazioni più gravi
i miofilamenti che convergono sulle strie Z danneggiate,
presentano un eccessivo grado di contrazione ed
unanomala disposizione spaziale, inoltre
i mitocondri presenti in prossimità della
zona danneggiata, appaiono spesso di un volume
maggiore rispetto alla normalità 13.
Le alterazioni di questo tipo sono principalmente
riscontrabili nelle fibre di tipo II, anche se
è possibile osservare fenomeni di tipo
degenerativo anche nelle fibre di tipo I. Il rapporto
tra danno delle fibre FT e quello a carico delle
ST, rimane comunque di 3:114. Gli esercizi
eccentrici massimali possono inoltre causare un
aumento ponderale della massa muscolare coinvolta,
dovuto ad edema da sforzo, rilevabile clinicamente4,15.
Sempre per ciò che concerne il danno di
origine meccanica, oltre alla lesione degli elementi
contrattili, è ipotizzabile anche uno stress
a carico del tessuto connettivo16,17.
I danni dorigine metabolica sono riconducibili
a diversi fattori, trai quali è importante
ricordare, linnalzamento della temperatura
locale del muscolo che favorirebbe la fuoruscita
di mioglobina dalle fibrocellule9, 18,
la fuoruscita enzimatica compartimentale soprattutto
per ciò che concerne il CK ed LDH10,19,20,21,22,
la riduzione della concentrazione di ATP allinterno
del muscolo23, ed infine la produzione
di radicali liberi ed il conseguente fenomeno
di lipoperossidazione24,25. Diversi
sono gli studi inerenti i possibili interventi
terapeutici che possono essere in grado di limitare
il DOMS: la somministrazione di FANS26,27,
di sostante antiossidanti28,29, oppure
lapplicazione di tecniche di massofisioterapia30,31.
Tuttavia, oltre a questo tipo di terapie, lapplicazione
delettroterapia basata su correnti di tipo
MENS (micro-electrical-neurostimulation), dato
il loro alto potere riparativo sui tessuti danneggiati,
potrebbe rivelarsi particolarmente indicato nel
trattamento del DOMS. Lo scopo di questo studio
è appunto quello di verificare lapplicabilità
delle MENS nel campo della terapia strumentale
atta allattenuazione della sintomatologia
dolorosa e della limitazione funzionale causata
dal DOMS.
PROTOCOLLO
E METODI
Soggetti
Sono
stati presi in considerazione 20 atleti praticanti
fitness sia di tipo muscolare che aerobico, la
cui età, peso ed altezza erano rispettivamente
di: 20.6 ± 2.3 anni (media ± deviazione
standard), 76.1 ± 6.5 kg, 178.7 ± 2.2
cm. I soggetti sono stati suddivisi in modo randomizzato
in 2 gruppi (G1 e G2) tramite un random walk.
Nessuno dei soggetti presentava patologie di tipo
dermatologico, muscolare o neuromuscolare. Inoltre
tutti gli atleti che hanno preso parte al protocollo
di test erano stati preventivamente informati
sullo scopo della ricerca e sui possibili rischi
ad essa connessi.
1°
test di determinazione della forza massimale
Ad
ogni soggetto è stato richiesto di eseguire
un test di determinazione della forza massimale
nel corso dellesercizio di distensione su
panca piana (DPP) e di leg extension (LE). I valori
di forza massimale sono stati determinato tramite
il protocollo del FVR test32.
Seduta
dallenamento eccentrico
Ogni
soggetto ha effettuato, dopo previo riscaldamento,
5 serie, intervallate da 4 di recupero passivo,
ciascuna delle quali era costituita da 6 ripetizioni,
dellesercizio di distensioni su panca piana
con un carico pari al 130% del carico massimale
precedentemente stabilito nel test FVR .
Seduta
di corsa in discesa.
Ogni
soggetto, dopo aver effettuato la seduta di allenamento
eccentrico precedentemente descritta, effettuava
una seduta di corsa in discesa su strada, della
lunghezza di 6 km, il percorso presentava una
pendenza media pari al 10%. Il ritmo di corsa
era liberamente scelto dallatleta, che era
comunque invitato ad adottare un ritmo di corsa
impegnativo, tale da determinare un gravoso impegno
per ciò che riguardava la contrazione eccentrica
dei muscoli estensori degli arti inferiori ad
ogni falcata.
Applicazione
della terapia MENS.
Il
gruppo G1, nellarco delle 48 ore successive
al protocollo di test sopra descritto, si è
sottoposto a 3 sedute di elettroterapia MENS,
rivolta ai gruppi muscolari dei pettorali e dei
quadricipiti femorali. I parametri della seduta
di elettrostimolazione erano i seguenti:
Apparecchiatura
utilizzata: Activa 300 (by Globus Italia,
Codognè, Treviso).
Durata
del trattamento: il trattamento era suddiviso
in due fasi, la prima era della durata di 20
e la seconda di 10.
Parametri
di corrente:
-prima
fase: intensità 5 ľA, frequenza 5 Hz e
larghezza dellimpulso di 250 millisecondi.
-seconda
fase: intensità 100 ľA, frequenza 1Hz e
larghezza dimpulso 100 millisecondi.
Nello
stesso periodo di 48 ore, i soggetti del gruppo
G2 hanno osservato un periodo di riposo astenendosi
da ogni forma di esercizio fisico e/o di pratica
rigenerativa.
2°
test di determinazione della forza massimale
A
distanza di 48 ore dallo svolgimento del protocollo
di test sopra descritto, sia i soggetti del gruppo
G1, che del gruppo G2, si sono nuovamente sottoposti
al test FVR al fine di determinare gli eventuali
cambiamenti del valore di forza massimale nel
corso dellesercizio di DPP e LE .
Quantificazione
del DOMS
Sempre
a 48 ore di distanza dal protocollo di test ad
ogni soggetto è stato richiesto di quantificare
tramite il test di Scala Analogica Visiva33
il grado di dolenzia muscolare percepito a livello
della muscolature pettorale e degli estensori
degli arti inferiori nel corso di un esercizio
di stretching degli stessi.
Statistica
Per
ogni variabile e condizione considerata sono stati
calcolati gli indici statistici ordinari come
media, deviazione standard e varianza.
La
differenza statistica tra i valori di forza desunti
dal 1° e dal 2° test FVR allinterno
dello stesso gruppo è stata testata attraverso
un test non parametrico di Wilcoxon.
La
significatività statistica della differenza
percentuale tra il decremento di forza registrato
tra il 1° ed il 2° test FVR tra i due
gruppi è stata testata attraverso un test
non parametrico U di Mann Whitney.
Infine
la differenza tra i valori di dolore muscolare
percepita a livello muscolare, quantificati attraverso
il test di Scala Analogica Visiva, tra i due gruppi
è stata testata attraverso un test non
parametrico U di Mann Whitney.
Infine
il decremento di forza registrato tra il 1°
ed il 2° test FVR nellesercizio di
DPP e LE è stato correlato, tramite una
correlazione dei ranghi di Spearman, al valore
di dolore percepito rispettivamente a livello
della muscolatura pettorale e di quella degli
estensori degli arti inferiori.
La
significatività statistica è stata
fissata a p < 0.05.
Risultati
-Nel
gruppo G1 i valori di forza massimale desunti
tramite il 1° test FVR durante lesercizio
di DPP erano pari a 93.65± 4.51 kg (media
± deviazione standard) . Sempre nellesercizio
di DDP, i valori di forza massimale del gruppo
G1 registrati nel 2° test FVR erano pari
a 84.11± 4.11 kg. La differenza tra il valore
del 1° test e del 2° test, pari al 10.19±
2.51% , era statisticamente significativa (p<0.05).
-Nel
gruppo G2 i valori di forza massimale, nellesercizio
di DPP registrati durante 1° test FVR erano
pari a 95.76± 5.22 mentre nel 2° test
FVR erano uguali a 80.71± 5.45 kg. La differenza
tra il valore del 1° test e del 2° test,
pari al 15.72± 3.38% , era statisticamente
significativa (p<0.05).
-La
differenza tra il decremento percentuale di forza
tra il 1° ed il 2° test FVR nellesercizio
di DPP tra i due gruppi (10.19± 2.50 versus
15.72± 3.38) era statisticamente significativa
(p<0.001).
-Il
valore di dolenzia muscolare percepita a livello
della muscolatura pettorale era pari a 3.33±
0,82 e 5.13± 0.76 rispettivamente per gruppo
G1 e G2. La differenza era statisticamente significativa
(p<0.001).
-Nel
gruppo G1 i valori di forza massimale desunti
tramite il 1° test FVR durante lesercizio
di LE erano pari a 138.55± 14.58 kg, mentre
i valori di forza massimale registrati nel 2°
test FVR di LE erano pari a 123,13± 17,56
kg. La differenza tra il valore del 1° test
e del 2° test, pari al 11.13± 4.48%
, era statisticamente significativa (p<0.05).
-Nel
gruppo G2 i valori di forza massimale durante
lesercizio di LE registrati durante 1°
test FVR erano pari a 135.96± 11.72 mentre
nel 2° test FVR erano uguali a 115.55±
10.49 kg.
La
differenza tra il valore del 1° test e del
2° test, pari al 15.01± 5.38% , era
statisticamente significativa (p<0.05).
-La
differenza tra il decremento percentuale di forza
tra il 1° ed il 2° test FVR tra i due
gruppi (11.12± 4.48 versus 15.01± 5.38)
era statisticamente significativa (p<0.001).
-Il
valore di dolenzia muscolare percepita a livello
della muscolatura estensoria degli arti inferiori
era pari a 2.30± 0,75 e 3.68± 0.65 rispettivamente
per gruppo G1 e G2. La differenza era statisticamente
significativa (p<0.001).
-Il
decremento di forza registrato tra il 1°
ed il 2° test FVR nellesercizio di
DPP e LE non è staticamente correlato,
al valore di dolenzia percepito rispettivamente
a livello della muscolatura pettorale e degli
estensori degli arti inferiori.
DISCUSSIONE
I
risultati da noi registrati, in termini di decremento
di forza in seguito ad esercizio eccentrico, sono
in linea con quanto ritrovabile in bibliografia4,34
e confermano in tal modo che il DOMS, oltre che
ingenerare dolenzia muscolare, costituisce una
causa limitante della prestazione atletica, diminuendo
di fatto le capacità contrattili della
muscolatura coinvolta nel fenomeno. Tuttavia,
il fatto che la perdita di forza registrata sia
a livello della muscolatura pettorale, che del
quadricipite femorale, non sia significativamente
correlata con il dolore percepito e riferito dallatleta,
conforta lipotesi, peraltro già avanzata
da altri Autori35, che la limitazione
funzionale provocata dal DOMS, dipenda anche da
altri fattori oltre che dal danno miofibrillare
indotto dalla magnitudo dellesercitazione
effettuata.
Lapplicazione
di unelettroterapia basata sulla somministrazione
di correnti MENS, ossia correnti la cui intensità
sia compresa tra i 10 ed i 500 ľA, ha fatto registrare
nel gruppo G1 una significativa diminuzione sia
della sensazione algica percepita dagli atleti,
che della limitazione funzionale, intesa coma
capacità di mantenimento della funzione
contrattile nella muscolatura considerata. I nostri
risultati si trovano daltro canto in linea
con quanto riportato nell unico, a nostra
conoscenza, lavoro scientifico ritrovabile in
bibliografia concernente leffetto positivo
delle correnti di tipo MENS sul DOMS36.
Questo effetto positivo delle MENS sul dolore
muscolare e sulla diminuzione di funzionalità
contrattile indotti dallesercizio eccentrico,
è sostanzialmente attribuibile al valore
terapeutico che riveste la somministrazione di
correnti a basso amperaggio. In effetti, la valenza
terapeutica delle MENS è riconducibile
a diversi fattori.
In
primo luogo occorre considerare come il calo di
ATP, conseguente allesercizio muscolare
intenso e prolungato come quello che costituirebbe
la causa del DOMS, comporti uninefficienza
nel pompaggio attivo allinterno del reticolo
saorcoplasmatico degli Ca++, il cui
aumento di concentrazione porterebbe ad una degradazione
del contenuto cellulare37. Diversi
lavori di ricerca 38,39,40 dimostrerebbero
come il livello di sintesi dATP sia accresciuto
grazie alla somministrazione di microcorrenti.
Lincremento della sintesi dATP infatti,
raggiungerebbe i suoi livelli massimi grazie allapplicazione
di correnti di circa 500 ľA, mentre al di là
di questo livello dintensità decrescerebbe
rapidamente38,39. Laumentato
livello di sintesi dellATP, conseguente
alla somministrazione di microcorrenti, potrebbe
quindi concorrere al mantenimento dellomeostasi
intracellulare del Ca++ nel muscolo
danneggiato nel corso dellesercizio, diminuendo
in tal modo il rateo di degradazione del contenuto
cellulare36.
Inoltre
le MENS, sarebbero in grado dincrementare
la captazione di acido alfa-aminoisobutirrico38,
fattore che si rivela essenziale nellambito
dei meccanismi di sintesi proteica che sono alla
base dei processi di riparazione tissutale. Un
incremento della captazione di acido alfa-aminoisobutirrico
dellordine del 30-40%, come quello riscontrabile
grazie allapplicazione di MENS dintensità
appropriata38, può rivestire
un ruolo non sottovalutabile nel corso dei processi
di ristrutturazione cellulare, come ad esempio
nella riparazione tissutale del tessuto connettivo16,17
e della stria Z insultati nel corso dellesercizio
eccentrico13, oppure nei processi riparativi
della membrana cellulare conseguenti al fenomeno
di lipoperossidazione indotto dal DOMS24,25.
Infine
lapplicazione delle microcorrenti su di
un tessuto traumatizzato, è in grado dattivare
il flusso proteico e di accelerare la sua migrazione
allinterno dei canali linfatici. Laccrescimento
della concentrazione proteica che si verifica
allinterno dei canali linfatici, determina
un aumento del flusso di liquido, proveniente
dallo spazio interstiziale, allinterno dei
vasi linfatici, causato dal contestuale aumento
delle forze oncotiche allinterno degli stessi41.
Laumento di flusso provoca una distensione
del lume dei vasi linfatici che determina a sua
volta un incremento nel rateo della contrazione
linfatica5. Questo processo può
determinare una riduzione delledema, dello
stato di gonfiore e conseguentemente della sintomatologia
dolorosa, causati dal DOMS nei tessuti della zona
interessata 42.
In
conclusione, i dati desunti dal presente studio,
permettono di avanzare lipotesi di una valenza
positiva delle applicazioni di microcorrenti allo
scopo di diminuire la severità della limitazione
funzionale e della sensazione algica indotti dal
DOMS, conseguente ad unattività gravosa
e prolungata. Inoltre è possibile ipotizzate
un effetto terapeutico delle MENS nellaccelerazione
delle riparazioni tissutali provocate da contrazioni
eccentriche intense e ripetute. Le microcorrenti
quindi potrebbero, soprattutto se unite ad altre
forme di terapie farmacologiche e/o manuali8,27,30,31,
accelerare i tempi di supercompensazione, favorendo
il recupero muscolare in numerose discipline sportive
dove il danno di tipo meccanico e metabolico,
come nella la corsa7,16,19,37, oppure
prettamente metabolico, come nel ciclismo43,44
, limitano di fatto il normale processo
dallenamento.
Grafico
1 : differenza di forza percentuale pre e
post protocollo tra il gruppo G1 ed il gruppo
G2 nellesercitazione di DPP (p<0.001).
Grafico
2 : differenza di forza percentuale pre e
post protocollo tra il gruppo G1 ed il gruppo
G2 nellesercitazione di LE (p<0,001).
Grafico
3 : differenza tra i valori di dolore riferito
a livello della muscolatura pettorale, nel corso
d allungamento di questultima, tra
il gruppo G1 ed il gruppo G2 a 48 ore dalla fine
del protocollo sperimentale. (p<0,001).
Grafico 4 : differenza tra i valori di dolore
riferito a livello del quadricipite femorale,
nel corso d allungamento di questultima,
tra il gruppo G1 ed il gruppo G2 a 48 ore dalla
fine del protocollo sperimentale. (p<0,001).
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