Insulto
traumatico e deficit elastico muscolare
di Gian Nicola Bisciotti Ph. D.(1-2-3-4),
Bertocco Rossano(3),Claudio Gaudino
(1), Pier Paolo Iodice (2)
- Scuola Universitaria
Interfacoltà in Scienze Motorie, Torino
(I).
- Facoltà
di Scienze dello Sport, Università
Claude Bernard, Lione (F).
- Centro Ricerche
Globus Italia, Codogné (I).
- Consulente
Scientifico Internazionale FC
Elasticità
e rendimento
L'elasticità
è definibile come la proprietà dei
corpi, che subiscono una deformazione per effetto
di una sollecitazione esterna, di riprendere,
almeno parzialmente, la forma ed il volume iniziali,
al cessare della sollecitazione stessa.
Il
muscolo umano possiede notevoli proprietà
elastiche, infatti nella fase eccentrica del movimento,
il muscolo, immagazzina energia elastica, che
poi restituisce, sotto forma di lavoro meccanico,
nella successiva fase concentrica.
Nellanalisi
del comportamento muscolare, effettuata attraverso
ladozione di un modello meccanico a tre
componenti (Chapman, 1985; Huijing, 1992), il
ruolo di stoccaggio e restituzione dellenergia
elastica, durante un movimento che comporti una
fase di allungamento muscolare immediatamente
seguita da una fase di accorciamento, è
da attribuirsi allelemento elastico in serie
(SEC), che da un punto di vista anatomico, vede
la sua parte passiva identificabile essenzialmente
nel tendine (che stocca circa il 72% dell'energia
elastica totale) e la sua parte attiva principalmente
nella porzione S2 della testa miosinica (che immagazzina
il restante circa 28% dell'energia elastica totale).
Sempre nellambito della stessa modellizzazione
muscolare, il ruolo di "generatore di forza"
è invece attribuibile alla componente contrattile
(CC), identificabile anatomicamente a livello
dei ponti actomiosici.
Così,
durante la fase eccentrica della corsa ad esempio,
il tendine di Achille, viene allungato di circa
il 6%, pari a circa 1.5 cm rispetto alla sua lunghezza
iniziale, e restituisce circa il 90% dell'energia
elastica potenziale immagazzinata, sotto forma
di lavoro meccanico, nella successiva fase concentrica
del movimento.
In
tal modo il rendimento muscolare passa dal 25%
ad oltre il 40%, l'energia elastica costituisce
infatti energia "metabolicamente gratuita", per
questo motivo riveste un ruolo essenziale, sia
nel potenziamento, che nell'economia del gesto.
Il risparmio metabolico dovuto allaccumulo
ed alla conseguente restituzione di energia elastica
è infatti dovuto, sia al fatto che parte
del lavoro positivo risulta essere svolto dallenergia
elastica immagazzinata negli elementi elastici,
sia al fatto che la maggior velocità di
accorciamento del muscolo diminuisce, di fatto,
la durata della fase positiva del lavoro muscolare,
riducendo in tal modo la spesa energetica (Cavagna
e coll., 1971). Al contrario, in un lavoro muscolare
che non preveda una precedente fase di allungamento,
lenergia necessaria al compimento del lavoro
positivo, proviene essenzialmente dalla trasformazione
di energia chimica a livello della componente
contrattile del muscolo stesso. Tuttavia è
comunque interessante notare che questo risparmio
energetico sarebbe ridimensionato se si considerasse
leffettivo costo della fase di lavoro eccentrico
(Cavagna e coll., 1971).
Occorre
anche sottolineare, come alcuni Autori attribuiscano
laumento del lavoro concentrico, ottenuto
immediatamente dopo una fase eccentrica, al fatto
che questultima provochi un incremento della
rigidità del complesso muscolo-tendineo
che, in tal modo, riesce a trasmettere, soprattutto
nella fase iniziale della contrazione concentrica,
più efficacemente la forza (Cavagna e coll.,
1971; Van Ingen Shenau, 1984). Inoltre la fase
eccentrica iniziale, permetterebbe alla componente
contrattile di lavorare nella porzione eccentrica
della relazione forza-velocità (Chapman
e Caldwell, 1985).
Al
potenziamento della fase concentrica concorrerebbe
anche lazione del riflesso miotattico da
stiramento, che si manifesterebbe dopo circa 40-70
ms dall'inizio della fase di pre-stiramento, (Iles,
1977; Gottlieb e Agarwal., 1979; Chan, e coll.,
1978; Prochazka e coll., 1977).
In
ogni caso, il fatto di eseguire un movimento attraverso
un ciclo stiramento-accorciamento (SSC), ottiene
come risultato un aumento della forza, della velocità
e della potenza espressa durante la fase concentrica
dello stesso. Laumento di questi tre parametri
è in ultima analisi il vero significato
del termine di "restituzione di energia elastica".
Il
risultato di una preventiva fase di allungamento
muscolare comporterebbe soprattutto un aumento
dellattivazione neuromuscolare, dovuto ad
un maggior numero di legami attivi a livello dei
ponti actomiosinici , fattore che determinerebbe
un incremento dei valori di forza registrabili
allinizio della fase concentrica del movimento
( Cavagna e coll., 1971; Bobbert e coll, 1996;
Bisciotti e coll, 2000)
Tuttavia,
lintervento della restituzione dellenergia
elastica, influenza landamento della produzione
di forza, velocità e potenza solamente
durante la prime parte della fase concentrica
(Wilson e coll., 1991; Bisciotti e coll, 2000).
Inoltre è interessante notare che il valore
di potenza massima raggiungibile in un movimento
effettuato grazie ad una fase di SSC, non differisce
statisticamente dal valore di potenza massima
registrabile durante lesecuzione dello stesso
movimento eseguito senza una preventiva fase di
stiramento. Infatti solamente la potenza media
del movimento risulta maggiore in un movimento
eseguito in SSC nei confronti dello stesso eseguito
tramite un ciclo puramente concentrico, questo
grazie allaumento della produzione di potenza
nella prima parte della fase concentrica (Bisciotti
e coll., 2000). In conclusione, il potenziamento
della fase concentrica di un movimento, dovuto
all'effetto di una precedente condizione di pre-stiramento,
sarebbe imputabile, sia a fenomeni prettamente
inerenti laccumulo e la restituzione di
energia elastica da parte della SEC, sia a fattori
riguardanti lottimizzazione delle caratteristiche
meccaniche dell'unità muscolo tendinea
(UMT). Entrambi questi parametri ottengono come
risultato laumento del livello di forza
al quale ha inizio la fase di concentrica, fattore
che a sua volta influenza positivamente gli altri
parametri biomeccanici relativi alla fase di spinta.
Tutti questi aspetti, sono comunque caratterizzati
da una forte transitorietà ,che si traduce
in una modificazione limitata, da un punto di
vista temporale, dei parametri di forza, velocità
e potenza, del movimento considerato, tale comunque
da modificare positivamente la totalità
dei parametri biomeccanici relativi alla fase
concentrica del movimento stesso.
Per
cui si può affermare che il comportamento
elastico del muscolo non sia in ultima analisi
una "strategia comportamentale" atta
allaumento dellenergia del muscolo
stesso, ma che piuttosto risulti molto efficace
al fine di aumentare, seppur transitoriamente,
la produzione di potenza, migliorando in tal modo
sensibilmente il rendimento muscolare.
Per
meglio chiarire questo effetto di "transitorietà"
nel cambiamento dei parametri biomeccanici del
movimento (quali appunto la forza, la velocità
e la potenza del movimento stesso) , dovuto alla
restituzione di energia elastica, osserviamo le
figure sottoriportate.
Nella
figura A è possibile osservare landamento
della produzione di forza durante la fase concentrica
di un movimento di estensione della gamba sulla
coscia. La curva CC si riferisce ad un movimento
effettuato senza una preventiva fase eccentrica
di stiramento, durante il quale quindi la forza
è prodotta essenzialmente dalla componente
contrattile. Al contrario, la curva CC+SEC si
riferisce allo stesso tipo di movimento effettuato
grazie ad una preventiva fase eccentrica di allungamento.
E chiaramente notabile come, grazie ad i
fenomeni prima descritti inerenti sia il riuso
di energia elastica, che la modificazione delle
caratteristiche meccaniche dellUMT, il livello
di forza da cui ha inizio la fase concentrica
del movimento nella curva CC+SEC, sia significativamente
maggiore rispetto al livello di forza da cui ha
inizio lo stesso tipo di movimento eseguito senza
la fase di pre-stiramento (curva CC).
A
questo consegue un maggior incremento della velocità
di movimento, evidenziabile soprattutto dalla
maggior pendenza della curva di velocità
del movimento CC+SEC rispetto a quella relativa
al movimento CC (figura B). Laumento dei
valori di forza e velocità comporta, come
è logico attendersi, un incremento della
potenza sviluppata nel movimento stesso. A questo
punto è interessante notare come le due
curve di potenza riportate nella figura C,
differiscano solamente nella prima parte iniziale
del movimento. La pendenza della curva CC+SEC
si presenta infatti più ripida rispetto
a quella riguardante la curva CC, sottolineando
in tal modo la maggior potenza iniziale sviluppata
durante la fese concentrica di un movimento che
comporti un fase di pre-stiramento. Tuttavia,
è altresì osservabile come il picco
di potenza dei due tipi di movimento non differisca,
sottolineando in tal modo come leffetto
potenziativo della fase di pre-stiramento si esaurisca
nella prima parte (circa 100 ms) della fase concentrica
del movimento (Wilson e coll., 1991; Bisciotti
e coll., 2000).
Il
ruolo "protettivo" dell elasticità
muscolo-tendinea
Molti
dati disponibili in bibliografia dimostrano come,
durante un movimento balistico che preveda una
fase di allungamento-accorciamento, la restituzione
dell'energia elastica, accumulata durante la fase
eccentrica, sia in grado di spostare la relazione
forza-velocità in alto e verso destra.
In altre parole, l'intervento dell'energia elastica
restituita dalla SEC, permetterebbe al muscolo
di generare, a velocità di contrazione
elevate, delle forze molto superiori di quanto
non potrebbe fare, nelle stesse condizioni, la
sola componente contrattile (Asmussen e Bonde
Petersen, 1974; Thys e coll., 1975, Bosco, 1985;
Wilson e coll.,1991).
Oltre
a questo ruolo di "potenziamento" della produzione
di forza, comunque non sottovalutabile, visto
che lo stoccaggio di energia potenziale può
essere dell'ordine di 40-60 J per dei gruppi muscolari
in condizioni di contrazione massimale, la SEC
svolge anche un ruolo di tipo protettivo, nei
confronti delle strutture articolari e periarticolari,
in caso di brusche e repentine contrazioni muscolari
(Bouisset e Maton, 1995).
A
questo proposito, è interessante ricordare
come in alcune tipologie di atleti, vedi i calciatori,
che si trovino a lavorare su terreni morbidi,
che limitano fortemente lo stoccaggio e la restituzione
di energia elastica da parte della SEC, si possano
registrare delle perdite delle caratteristiche
elastiche muscolari, che li esporrebbero ad un
maggior rischio di lesioni in caso di eventi di
tipo traumatico (Bosco, 1997), soprattutto nel
corso della fase eccentrica del movimento (Armstrong,
1990; Garret, 1990).
Figura
1: L'interposizione di una molla lungo un cavo
vincolato ad una struttura, sul quale viene applicata
una forza in modo repentino, svolge un ruolo di
"smorzatore" ed è in tal modo in grado
di preservare da eventuali danni la struttura
stessa. Nell'ambito biologico, la componente elastica
seriale, svolge anche questo secondo ruolo, oltre
a quello di stoccaggio e restituzione dell'energia
elastica, nei confronti delle strutture articolari
e periarticolari.
Linsulto
traumatico e la perdita delle caratteristiche
meccaniche del muscolo
In
seguito ad un trauma è possibile registrare
tutta una serie di eventi a livello muscolare
che possono essere sostanzialmente ricondotti
ad una degenerazione delle fibre muscolari, caratterizzata
da una distruzione miofibrillare unita ad un danno,
sia a livello mitocondriale, che del reticolo
sarcoplasmatico (Byrd, 1992). Inoltre, in questo
stato di alterazione dellultrastruttura
muscolare, si può anche verificare uninterruzione
nella continuità del sarcolemma (Carlson
e Faulkner, 1983).
La
perdita dintegrità del sarcolemma,
unita al danno del reticolo sarcoplasmatico, può
comportare unelevazione della concentrazione
intracellulare di Ca++. La conseguente
alterazione nella capacità di pompaggio
del Ca++ dal sarcoplasma, comporterebbe
una parallela alterazione dellomeostasi
del Ca++ stesso, che avrebbe come conseguenza
una contrazione non controllata dei sarcomeri
(Armstrong e coll., 1991). Questa contrazione
incontrollata delle fibre muscolari può
perdurare, anche in assenza di un potenziale di
azione che depolarizzi le fibre stesse, sino a
quando la concentrazione intracellulare di Ca++
rimane elevata e la disponibilità di ATP
è sufficientemente adeguata (Armstrong
e coll., 1991; Travell e Simons, 1983).
Le
forze meccaniche, causate da questa catena di
eventi, che perdurerebbero a livello miofibrillare
dopo linsulto traumatico, potrebbero comportare
un aggravamento del danno strutturale subito dalla
componente contrattile (Armstrong, e coll., 1991).
Nel
caso in cui il danno subito dal tessuto muscolare
sia di una certa severità, i sintomi clinici
riscontrabili sono il riferimento di una più
o meno intensa sintomatologia dolorosa, sia in
caso di allungamento passivo che di contrazione
attiva (Garret, 1990), gonfiore, risposta infiammatoria
od edematosa allinterno del tessuto muscolare
stesso (Garret e coll., 1989), diminuzione della
capacità di forza del distretto muscolare
considerato ed alterazione degli schemi propriocettivi
(Herring, 1990; Garret, 1990; Nikolaou e coll.,
1987; Russel e coll., 1992; Taylor e Dalton, 1993).
Appare quindi chiara lesigenza di controllare
durante tutta la fase fisioterapica di riabilitazione
il comportamento meccanico della muscolatura lesa,
avendo come secondo termine di paragone il comportamento
meccanico della muscolatura dellarto controlaterale
sano (Bisciotti e coll., 2000). La possibilità
di quantificare in che misura linsulto traumatico
abbia diminuito le capacità elastiche della
muscolatura lesa, diviene quindi un importantissimo
parametro valutativo in ambito riabilitativo.
Limportanza del recupero delle caratteristiche
elastiche della muscolatura insultata, è
sottolineata dal fatto che raramente nelluomo,
come daltronde nellanimale, un movimento
comporta unattivazione muscolare di tipo
puramente isometrico, eccentrico oppure concentrico.
La maggior parte dei movimenti umani, è
caratterizzata infatti da unattivazione
muscolare che comporta una fase di contrazione
muscolare di tipo eccentrico, immediatamente seguita
da una fase concentrica (Goubel, 1987; Komi, 1987).
La situazione più tipica è rappresentata
dalla corsa dove, prima della fase di spinta (contrazione
concentrica), i muscoli estensori sono contratti
ma vengono allungati perché il centro di
gravità subisce, durante limpatto,
una decelerazione verso il basso e lavanti.
Soprattutto nello sportivo quindi il recupero
di un ottimale comportamento elastico della muscolature
lesa diviene fondamentale.
Come
quantificare le caratteristiche elastiche muscolari
La
quantificazione delle caratteristiche elastiche
muscolari, vede in primo luogo lidentificazione
del miglior movimento, effettuato in catena cinetica
aperta oppure chiusa, adatto ad evidenziare lazione
biomeccanica della muscolatura lesa. Lo stesso
movimento deve essere eseguito dal paziente, senza
soluzione di continuità, attraverso due
modalità: il primo movimento deve essere
effettuato partendo da una posizione statica,
facendo intervenire quindi nella produzione di
forza solamente la componente contrattile (CC),
alla fine del primo movimento il paziente continua
ad eseguire una serie di movimenti identici al
primo ma effettuati grazie ad un ciclo stiramento-accorciamento
(CC+SEC). I parametri biomeccanici dellesercizio
vengono registrati in tempo reale da una specifica
apparecchiatura (Real Power Total Rehabilitation),
attraverso la quale è possibile calcolare
gli integrali della produzione di forza, potenza
e velocità relativi alla prima parte della
curva (normalmente i primi 100 ms), sia per ciò
che riguarda il movimento eseguito con partenza
statica (CC), sia per il miglior movimento eseguito
in modalità stiramento-accorciamento (CC+SEC).
La differenza tra i vari valori permette di calcolare
laumento della forza contrattile, della
velocità di contrazione e della produzione
di potenza dovuto alla fase di pre-stiramento
e quindi, in ultima analisi, di quantificare le
caratteristiche elastiche della muscolatura dellarto
leso e del controlaterale sano.
Figura
2: Nelle due schermate sono riportati i parametri
biomeccanici di un movimento di estensione della
gamba sulla coscia, effettuato in catena cinetica
aperta (leg extension), a carico dellarto
sano (riquadro superiore) e dellarto leso
(riquadro inferiore). Appare evidente la perdita
di aumento di velocità di contrazione (4.7%
versus 22.7%), forza contrattile (2.4% versus
11.4%) e di produzione di potenza (7.1% versus
28.6%) nellarto leso rispetto al controlaterale
sano, nei due tipi di movimento testati (CC e
CC+SEC). Si tratta di un classico quadro post-traumatico
(ricostruzione di LCA in 90° giornata), che
sottolinea limportante perdita delle caratteristiche
elastiche della muscolatura estensoria dellarto
inferiore in seguito allinsulto traumatico
ed allevento chirurgico ricostruttivo.
Conclusioni
Il
continuo e sistematico monitoraggio delle caratteristiche
essenziali del movimento quali la forza, la velocità
di contrazione la produzione di potenza e quindi
le caratteristiche elastiche del muscolo leso,
costituisce un esigenza imprescindibile ed una
garanzia di riuscita nellambito di ogni
protocollo riabilitativo. La possibilità
di utilizzare delle specifiche apparecchiature
che, grazie a semplici protocolli di test, possano
fornire tali dati in modo affidabile e preciso,
costituisce il superamento di un livello di professionalità
importante, quello che distingue lempirismo
dalla rigorosità scientifica.
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