I parametri biomeccanici dello sprint
The biomechanical parameters in sprint
di Bisciotti GN(1-3)., Necchi P(2).
Iodice GP(1)., Sagnol JM(4)
- CRIS-UFR-STAPS Lyon (F)
- Istituto Tecnico Industriale A. Pacinotti, Pontremoli (I)
- Scuola Universitaria Interfacoltà di Scienze Motorie, Torino (I)
- Département Entraînement et Performance UFR-STAPS Lyon (F)
SOMMARIO
Lo scopo del presente studio è stato quello di stabilire
la relazione forza-velocità ed i vari aspetti della produzione di potenza
durante uno sprint. Per questo scopo è stata utilizzata unapparecchiatura
che consentisse di aumentare le richieste di forza da parte dellatleta
durante uno sprint effettuato in condizioni di terreno. Nel presente studio
sono stati considerati 10 atleti di sesso maschile praticanti calcio la cui
età, peso ed altezza erano rispettivamente 25.7 ±
3 anni (media + deviazione standard), 75.9 ± 4.5 kg e 177.7 +
3.8 cm .
La relazione forza-velocità ottenuta è stata
di tipo fortemente lineare (r2= 0.89 p< 0.001)
La potenza registrata nei vari tipi di sprint richiesti dal
protocollo sperimentale è risultata essere compresa in un range di 399.89
±51.58 e 679.27 ±128.43 W.
Le relazioni velocità-potenza e forza-potenza sono entrambe
di tipo parabolico e presentavano rispettivamente un r2 di 0.35 (p<0.001)
e di 0.67 (p<0.001)
Vengono inoltre affrontate alcune problematiche di ordine metodologico
riguardanti lutilizzo nei programmi di allenamento degli sprint in salita.
the biomechanical parameters in sprint
The purpose of this study was to determine the force -velocity
relationship and various aspects of power production during a sprint. To reach
this aim, we used a device able to increase the force required by the athlete,
during a sprint effected in field conditions. In the present study 10 male football
players of national level were considered, whose age weight and height were
respectively 25.7 ± 3 years (mean + standard deviation), 75.9 ± 4.5 kg. and
177.7 ± 3.8cm.
The force-velocity relationship obtained in this study was
strongly linear (r2=0.89, p<0.001); the power required by the
experimental protocol and recorded during the various sprints effected was included
in a range between 399.89 ± 51.58 and 128.43 W.; both power- velocity and power-
force relationships were parabolic and presented respectively a r2 of 0.35 (p<0.001) and 0.67 (p<0.001).
Moreover, this study dealt with some methodological problems
on the use of uphill sprints in the training programs..
INTRODUZIONE
La relazione che intercorre tra la forza sviluppata a differenti
velocità di contrazione e la velocità di contrazione stessa, descrive
una delle caratteristiche meccaniche fondamentali del muscolo scheletrico. I primi studi concernenti il rapporto tra la forza e la velocità di contrazione
del muscolo scheletrico in vitro risalgono a Fenn e Marsh 1 che riferirono
una relazione esponenziale tra questi due parametri, ritrovata in seguito anche
da Aubert 2ma già nel 1938 Hill 3, sempre su muscolo
isolato, propose una relazione di tipo iperbolico. Tuttavia ultimamente, anche
se alcuni Autori, considerando dei movimenti monoarticolari, hanno ritrovato
nelluomo, in condizioni di attivazione naturale, delle relazioni forza-velocità di tipo iperbolico od esponenziale 4-5-6-7, molti altri riferiscono,
in simili condizioni sperimentali concernenti movimenti pluriarticolari, una
relazione di tipo lineare,8-9-10-11-12-13-14. Un ulteriore dettaglio
degno di nota sulla relazione forza-velocità, è quello riferito
da alcuni Autori 4-15-16 che riveriscono un livellamento della relazione
forza-velocità stessa che si verificherebbe a basse velocità di
contrazione. Tale fenomeno sarebbe spiegabile attraverso un meccanismo di regolazione
nervosa che limiterebbe la produzione di forza nel momento in cui questultima
raggiunga determinati valori. Per ciò che riguarda la problematica specifica
della relazione forza velocità durante la corsa, non si può fare
a meno di notare come questultima sia stata relativamente poco indagata,
i dati a nostra conoscenza riguardano uno studio di Best e Partrige 17
effettuato su due soli soggetti e di Wandevalle e Gajer 18 effettuato
su atleti di elite durante lo sprint. Mentre nel primo studio non poté
essere tratta nessuna conclusione sulla relazione forza-velocità, nel
secondo i due Autori proposero una correlazione di tipo lineare tra forza e
velocità di corsa. Recentemente Jaskólska e coll.14 hanno
proposto una relazione lineare tra forza e velocità di corsa effettuata
su di uno speciale tread-mill sul quale il soggetto veniva vincolato ad un cavo
sul quale un trasduttore di forza misurava la forza di trazione esercitata.
Tuttavia tali condizioni esperimentali, che ritroviamo peraltro anche in altri
protocolli per il calcolo della produzione di potenza durante lo sprint 19-20,
si allontanano sensibilmente, a nostro avviso, da quelle che sono le condizioni
naturali di esecuzione del gesto normalmente osservabili su campo. Oltre alla
relazione forza-velocità, anche la produzione di potenza costituisce
un parametro largamente utilizzato per la determinazione delle caratteristiche
muscolari dellatleta. In effetti nellambito di gesti motori la cui
esecuzione sia limitata da un punto di vista temporale, la produzione di potenza
costituisce spesso la variabile che determina la prestazione stessa 14.
La potenza meccanica prodotta da un gruppo muscolare dipende direttamente dalla
forza e dalla velocità di contrazione ed il suo valore massimale sarà
quindi il prodotto dei valori ottimali di forza e di velocità. Nellambito
specifico dellallenamento dello sprint, o di altre discipline che comunque
ricerchino un aumento della velocità di percorrenza massimale sulle brevi
distanze, come ad esempio il calcio, lo sprint in salita è una metodologia
di allenamento largamente praticata 21-22. Questo tipo di metodologia
di allenamento trova la sua giustificazione nella ricerca di un aumento della
potenza prodotta durante lo sprint stesso rispetto allo sprint effettuato in
piano 23-24-25, appare quindi chiaro linteresse pratico costituito
dal poter identificare la percentuale di pendenza alla quale latleta riesce
ad esprimere la massima produzione di potenza. Lo scopo di questo lavoro è
appunto quello di determinare la relazione forza-velocita e la produzione di
potenza durante uno sprint effettuato nelle condizioni che meglio si avvicinano
a quelle dellesecuzione in situazione naturale. Loriginalità
di questo studio risiede nel fatto di utilizzare "su campo" una strumentazione
che permetta laumento della forza di trazione da parte dellatleta
nelleffettuazione di uno sprint la cui esecuzione sia il più sovrapponibile
possibile a quella naturale, unita al fatto di poter simulare, attraverso lindice
di frizione stesso, la meccanica dello sprint in salita effettuato su diverse
percentuali di pendenza.
MATERIALI E METODI
Soggetti
Nel presente studio sono stati considerati 10 atleti di sesso maschile praticanti
calcio la cui età, peso ed altezza erano rispettivamente
25.7 ± 3 anni (media ± deviazione standard), 75.9 ± 4.5 kg e 177.7 ± 3.8 cm
.
Tutti i soggetti hanno mantenuto nel periodo del test la loro
normale attività dallenamento, consistente in 4 sedute settimanali
della durata media di 2 ore e nessuno di loro presentava patologie di tipo dermatologico,
muscolare o neuromuscolare. Inoltre, tutti gli atleti che hanno preso parte
al protocollo di test, erano stati preventivamente informati sullo scopo della
ricerca e sui possibili rischi ad essa connessi.
Protocollo
Ad ogni soggetto è stato richiesto di effettuare una
serie di sprint della lunghezza di 30 m. utilizzando una speciale apparecchiatura
(figura.1) costituita da un rullo a frizione regolabile al quale latleta
veniva vincolato tramite un cavo ed una cintura posta a livello del bacino.
In tale apparecchiatura lindice di frizione era controllato attraverso
un dinamometro digitale a cella di carico (Mod. Ergo Meter, Globus Italia, Codogné,
Italy. Sample rate 100 Hz, non-linearity histeresis and repeatability 0.002
of RO, temperature compensated 0° to 50°, charge scale 0-300 kg)
Allo scopo di richiedere un crescente impegno di forza durante
la serie di sprint richiesti,la frizione, imposta agli atleti durante gli sprint
stessi, era scelta in modo tale da simulare il lavoro richiesto durante lesecuzione
di un sprint della stessa lunghezza ma effettuato su di una pendenza di vario
grado.
Il protocollo sperimentale prevedeva che ogni soggetto eseguisse
- Uno sprint della lunghezza di 30 m a carico corporeo (S. 0%)
- Una serie di 6 sprint di 30 m in cui latleta era vincolato allapparecchiatura
descritto in figura 1, nei quali la resistenza allavanzamento veniva
progressivamente aumentata in modo tale che allatleta venisse richiesta
una produzione di forza corrispondente a quella che sarebbe necessaria ad
effettuare uno sprint della stessa lunghezza su di una pendenza rispettivamente
del 5, 10, 15, 20,25 e 30%. (S. 5%, S.10%, S.15%, S20%, S25% ed S30%)
Lindice di frizione ( trascurando il peso del cavo) veniva
calcolato attraverso la seguente formula:
Fa = P · tang b 26
Nella quale Fa è lindice di attrito della frizione, P
il peso del soggetto, tang b la tangente
dellangolo relativo alla salita che si intende simulare.
Ogni prova veniva cronometrata con lausilio di un sistema di fotocellule
di sensibilità pari al millesimo di secondo (Ergo Timer, Globus Italia,
Codogné, Italy).
La potenza media espressa durante lazione di sprint in condizioni naturali
veniva calcolata attraverso la seguente formula.
P= (0.5 M · V2) · t-1 [ W ]
Nella quale M è uguale alla massa (kg) del soggetto, V la velocità di percorrenza (m · s-1)
e t il tempo di percorrenza (s).
La potenza media espressa durante lazione di sprint nel caso di simulazione
di sprint in pendenza, simulata veniva calcolata attraverso la seguente formula.
P= [ 0.5 M · V2 + (F · d) ] · t-1 [ W ]
Nella quale M è uguale alla massa (kg) del soggetto, V la velocità di percorrenza (m · s-1), F lindice di frizione (N) applicato allapparecchiatura alla
quale il soggetto era vincolato per simulare la percentuale di pendenza desiderata, d la distanza percorsa durante lo sprint (m) e t il tempo di percorrenza
(s).
Statistica
Per ogni variabile considerata sono stati calcolati gli indici
statistici ordinari come media, varianza e deviazione standard. La differenza
delle medie dei valori di potenza registrati durante i test di sprint sono stati
verificati attraverso un test non parametrico di Wilkoxon. La relazione forza-velocità
e stata calcolata effettuando una regressione lineare semplice tra i valori
dellindice di frizione e la velocità di percorrenza registrati
durante le prove di sprint.
I valori di forza e potenza e di forza e velocità sono
stati tra loro correlati attraverso una relazione polinomiale di secondo grado.
I valori di potenza media registrati durante i test S 0%, S
5%, S 10%, S 15%, S 20%, S 25% ed S 30% sono stati tra loro correlati attraverso
un tes di correlazione dei ranghi di Spearman.
La significatività statistica è stata posta a p<0.05.
RISULTATI
La relazione forza-velocità ottenuta è di tipo fortemente lineare
(r2= 0.89 p< 0.001) (Grafico 1)
Le relazioni velocità-potenza e forza-potenza sono entrambe
di tipo parabolico e presentano rispettivamente un r2 di 0.35 (p<0.001)
e di 0.67 (p<0.001)
La relazione tra la percentuale di salita simulata durante
le prove di sprint e la potenza prodotta è anchessa ben descritta
da una curva polinomiale di secondo grado (r2 =0.89 p<0.001) (Grafico 2).
I valori di potenza registrati durante i test S 0%, S 5%, S
10%, S 15%, S 20%, S 25% ed S 30% sono riportati in tabella 1.
I risultati del test di correlazione dei ranghi di Spearman
effettuato utilizzando i valori di potenza media registrati durante i test S
0%, S 5%, S 10%, S 15%, S 20%, S 25% ed S 30%, sono presentati in tabella 2.
DISCUSSIONE
La relazione forza-velocità registrata nel presente
studio si è rivelata di tipo fortemente lineare (r2= 0.89,
p< 0.001). Questo risultato avvallerebbe lipotesi, non confermata sperimentalmente
a causa dellesiguità dei soggetti considerati, già avanzata
da Best e Partrige 17ed in seguito riproposta da Vandewalle e Gajer
18. Tuttavia ci preme sottolineare come loriginalità
di questo studio risieda nel fatto di avere ottenuto una relazione forza-velocità
nello sprint in condizioni di terreno, questo dato, a nostra conoscenza, non
trova altri riscontri nellambito dellattuale bibliografia.
Questa linearità della relazione forza-velocità
ritrovata durante lo sprint è in accordo con quanto ritrovato da numerosi
Autori in altri protocolli sperimentali, che comprendevano: il movimento di
pedalata su bicicletta, su bicicletta isocinetica e lo sprint su treadmill 9-10-11-12-13-14.
La linearità della relazione forza-velocità ritrovabile nella
corsa, come daltro canto durante la pedalata, è probabilmante da
ricondursi al fatto che entrambi questi tipi di movimento sono il risultato
di unazione sinergica di numerosi gruppi muscolari che agiscono su di
un numero limitato di articolazioni 14. In situazione di attivazione
naturale infatti le proprietà meccaniche del muscolo si esprimono attraverso
larchitettura muscolo-scheletrica e secondo un livello di attivazione
che dipende dal sistema di comando centrale. Inoltre occorre considerare che
il muscolo in situ rappresenta un sistema asservito, il cui segnale di uscita
(output) dipende il larga parte dalle caratteristiche del segnale dentrata
(input) 27. Un altro importante fattore da considerare nel momento
in cui si intendesse paragonare il comportamento muscolare in vivo a quello
riscontrabile in vitro, è costituito dal fatto che in situ la relazione
forza-velocità riflette il comportamanto dellinsieme dei muscoli
attivi, quindi sia degli agonisti che degli antagonisti, e che inoltre la forza
di ciascun gruppo muscolare sollecitato dipende dal proprio livello di attivazione 28, tale situazione appare ovviamente molto lontana da quanto invece
sta alla base della relazione forza-velocità su muscolo isolato. Un ultimo
ed ulteriore fattore da considerare per poter spiegare la differenza tra la
linearità della relazione forza-velocità ritrovabile nel corso
di un movimento naturale, e quella iperbolica ritrovata in sperimentazioni effettuate
su muscolo isolato, riguarda la deformazione degli elementi elastici in serie,
la pennazione delle fibre muscolari, nonchéil rapporto dei bracci di
leva riscontrabili durante il movimento naturale stesso, nonchè la pennazione
delle fibre muscolari 18.
Nel corso di un movimento naturale che preveda una fase eccentrica
immediatamente seguita da una contrazione concentrica,situazione normalmente
definita con il termine di "ciclo stiramento-accorciamento", si verifica,
nel corso della fase eccentrica stessa, un accumulo di energia elastica potenziale
a livello della Componente Elastica Seriale (SEC), che è a sua volta
anatomicamente identificabile a livello del tendine, del collagene intramuscolare
e della stria Z, per ciò che riguarda la sua parte passiva ed a livello
della porzione S2 della miosina, per quello che concerne la sua parte
attiva 29-30. Lenergia elastica potenziale accumulata durante
la fase eccentrica viene restituita sotto forma di lavoro meccanico nella successiva
fase concentrica, questo determina una modificazione ed uno spostamento a destra
e verso lalto della relazione forza-velocità in vivo, rispetto
a quanto non avvenga nel muscolo isolato 31.
Anche la struttura muscolare è in grado dinfluenzare
la relazione forza-velocità, la disposizione delle fibre muscolari infatti
è raramente parallela alla lunghezza del muscolo ma si presenta piuttosto
in un rapporto obliquo rispetto allasse longitudinale del muscolo stesso
secondo un angolo denominato "angolo di pennazione" 32.
La forza massimale di un muscolo pennato risulta superiore a quella esercitabile
da un muscolo a fibre parallele mentre al contrario la pennazione di un muscolo
diminuisce la sua massima velocità di accorciamento 33.
Per ciò che riguarda il rapporto dei bracci di leva,
occorre considerare che, siccome il momento di una forza risulta uguale al prodotto
tra il braccio di leva ed il valore della forza stessa, si ottiene la seguente
uguaglianza:
FM . h = FP .H
da cui:
FP = FMh / H
Nelle quali h rappresenta il braccio di leva della forza
FM del muscolo in rapporto al centro articolare ed H è il braccio di leva della forza FP che viene esercitata
a livello esterno sul punto P.
Di conseguenza la forza che viene esercitata a livello esterno
dipende dal rapporto intercorrente tra i bracci di leva h ed H.
Contestualmente anche la velocità VP di spostamento
del punto P, determinata dallaccorciamento muscolare, M risulterà uguale a:
VP = VM . H / h
Nella quale VM rappresenta la velocità di accorciamento
del muscolo M.
Da questo consegue che nel corso di un movimento articolare
i valori di forza massimale isometrica (F0) e di velocità corrispondente a forza nulla (V0), dipendano non solamente dalle
proprietà contrattili del muscolo e dallangolo di pennazione delle
fibre muscolari che lo compongono ma anche dal rapporto h / H dei bracci di
leva delle forze M e P 33.
Per tutta questa serie di motivi non è pensabile potersi
attendere che il comportamento meccanico del muscolo in situ possa essere adeguatamente
descritto dalle semplici relazioni meccaniche ottenute dalle sperimentazioni
effettuate sul muscolo isolato 8-18. La relazione forza-velocità
rimane comunque un interessante metodo di monitorizzazione degli effetti dellallenamento 12-33, ed in particolare la metodica di costruzione della suddetta
relazione presentata nellambito di questo studio, potrebbe fornire delle
interessanti informazioni nellambito dellallenamento dello sprint.
Attraverso la costruzione della relazione forza-velocità infatti è
possibile estrapolare due importanti parametri biomeccanici relativi al comportamento
muscolare in vivo. Il primo è costituito dal valore F0 che
rappresenta la massima capacità contrattile del gruppo muscolare considerato 34 ed il secondo dal valore V0, che oltre a fornire informazioni
sulla massima velocità contrattile del muscolo 34, può
suggerire importanti informazioni per ciò che riguarda la tipologia e
larchitettura muscolare del soggetto. Un valore di V0 elevato
infatti potrebbe suggerire una predominanza di fibre muscolari rapide; tuttavia
dal momento che occorre considerere anche il ruolo ricoperto dalla lunghezza
dei bracci di leva e dallangolo di pennazione, é più corretto
formulare lipotesi che un valore elevato di V0 possa essere
determinato da una predominanza di fibre rapide e/o da bracci di leva corti
e/o da unarchitettura muscolare particolarmente favorevole, come ad esempio
nel caso di fibre muscolari lunghe che presentino un limitato angolo di pennazione.
Inoltre i dati desunti dal presente studio non permettono di
confermare lipotesi di un livellamento della relazione forza-velocità
a basse velocità di contrazione già avanzata da altri Autori 4-15-16,
questo confermerebbe i dati ritrovabili in proposito, sia in altri lavori
sperimentali concernenti la relazione forza-velocità durante la corsa 14, che in altri studi che escluderebbero lapparizione di un
plateau nella relazione coppia di forza-velocità durante movimenti isocinetici
effettuati a basse velocità angolari 35-36.
Un ulteriore aspetto degno di una certa attenzione che scaturisce
dai dati raccolti, è rappresentato dal fatto di come il test S 0% sia
correlato positivamente solamente con i test S 5% ed S 10% (rispettivamente
r2 = 0.94, p< 0.001 ed r2=0.68, p< 0.05) ma non con gli altri
test di sprint.
Questo potrebbe testimoniare il cambiamento biomeccanico della
corsa che si viene a stabilire nel momento in cui lincremento della forza
richiesta durante lo sprint stesso superi un determinato limite.
Anche i valori di potenza media registrati nei test di sprint
(range: 399.89 ± 51.58 679 ± 128.43 W) risultano in linea con quanto
riportato da altri Autori, i quali riferiscono valori medi di potenza registrati
durante uno sprint compresi in un range di 488 ± 254 e 717 ± 200 W 14e
di 606 ± 134 e 681 ± 134 watt 37.
Le relazioni velocità-potenza e forza-potenza registrate
sono entrambe descritte da una relazione di tipo parabolico e presentano rispettivamente
un r2 di 0.35 (p<0.001) e di 0.67 (p<0.001).
La produzione di potenza quindi, durante lesecuzione
di uno sprint effettuato contro una resistenza esterna, come nel presente studio,
sarebbe maggiormente dipendente dalla produzione di forza richiesta che dalla
velocità raggiungibile.
A questo proposito è interessante notare come la relazione
esistente tra la percentuale di salita simulata durante le prove di sprint e
la potenza prodotta sia ben descritta da una curva polinomiale di secondo grado
(r2 =0.89 p<0.001).Il picco di produzione di potenza si otterrebbe
con uno sprint effettuato su di una salita di pendenza pari al 26.24 %. Dal
momento che gli sprint effettuati su salite, in situazione reale di allenamento,
sono una metodologia di lavoro molto utilizzata in numerose attività
sportive, come latletica leggera, la pallavolo od il football 31-38-39,
questo dato dovrebbe essere tenuto in forte considerazione da parte dei tecnici
delle varie discipline nella stesura dei programmi di allenamento.
In conclusione questo lavoro, non solo ha permesso di sottolineare
un aspetto teorico originale, quale la determinazione della relazione forza-velocità
durante uno sprint effettuato in condizioni di terreno ma anche di poter trarre
delle indicazioni di ordine pratico, atte allottimizzazione della produzione
di potenza, nellambito di metodologie di allenamento, come lo sprint in
salita, già universalmente adottate nellambito di numerose discipline
sportive ma sinora prive di riferimenti sperimentali.
Figure 1: the device used during the test
Table 5: Force-velocity relationship
Table 6: Average power-slope percentage relationship
Variabile
|
Potenza (W)
|
S 0% (W)
|
399.89 ± 51.58 |
S 5% (W)
|
415.57 ± 46.52 |
S 10% (W)
|
505.15 ± 48.29 |
S 15% (W)
|
591.53 ± 80.91 |
S 20% (W)
|
658.58 ± 112,56 |
S 25% (W)
|
679.27 ± 128.43 |
S 30% (W)
|
600.44 ± 38.47 |
Tabella 1: valori di potenza media registrati durante i diversi
tipi di test di sprint.
|
S 0%
|
S 5%
|
S 10%
|
S 15%
|
S 20%
|
S 25%
|
S 30%
|
S 0%
|
1
|
0.94***
|
0.68*
|
n.s.
|
n.s.
|
n.s.
|
n.s.
|
S 5%
|
|
1
|
0.78*
|
n.s.
|
n.s.
|
n.s.
|
0.73**
|
S 10%
|
|
|
1
|
0.89***
|
0.79**
|
0.82**
|
0.88***
|
S 15%
|
|
|
|
1
|
0.93***
|
0.95***
|
0.95***
|
S 20%
|
|
|
|
|
1
|
0.99***
|
0.81**
|
S 25%
|
|
|
|
|
|
1
|
0.82**
|
S 30%
|
|
|
|
|
|
|
1
|
Tabella 2: matrice di correlazione dei ranghi di Spearman concernente i valori
di potenza media registrati durante i diversi tipi di test di sprint..
* p<0.05 ** p<0.01 *** p<0.001
|