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Argomento:
Traumatologia sportiva
Data:
2001
Testata:

Il Nuovo Calcio. 111: 108-110, 2001

 

Il dolore anteriore al ginocchio
di Gian Nicola Bisciotti

Questo tipo di problematica, definito anche «anterior knee pain», si riferisce a numerose patologie. Le principali sono la sindrome femoro-rotulea e la tendinopatia rotulea che descriveremo in queste pagine, spiegando quali sono le modalità per ottenere un corretto recupero o prevenirle

La sindrome femoro-rotulea

La sindrome femoro-rotulea, è caratterizzata da una sintomatologia dolorosa a livello della parte anteriore dell'articolazione del ginocchio. I termini condropatia e condromalacia non possono essere utilizzati come sinonimi di sindrome femoro-rotulea, infatti nel caso di una condromalacia rotulea s'intende la presenza di un'alterazione patologica a livello della rotula, fattore non necessariamente presente nella sindrome femoro-rotulea. Per ben comprendere le cause di questa patologia occorre chiarire, seppur superficialmente, le funzioni principali della rotula (vedi figura 1), che sono essenzialmente tre:
- svolge un'azione di «puleggia» aumentando il braccio di leva del muscolo quadricipite, in tal modo la forza che quest'ultimo puè esercitare sulla gamba aumenta di oltre il 50%;
- svolge una funzione di guida nei confronti del tendine quadricipitale, centralizzando le forze generate dai quattro ventri muscolari di cui è composto il quadricipite che vengono trasferite al tendine rotuleo;
- amplia l'area di contatto del tendine quadricipitale sul femore.

Per svolgere in modo ottimale i propri compiti, la rotula necessita di un corretto allineamento, in quanto deve poter scorrere nel miglior modo possibile nella troclea femorale e nella gola intercondiloidea durante tutti i movimenti di flesso-estensione dell'articolazione del ginocchio. Per questo motivo la rotula possiede degli «stabilizzatori anatomici», che altro non sono che delle strutture di natura legamentosa e miotendinea il cui compito è quello di mantenere un corretto allineamento a livello rotuleo. Tra i principali stabilizzatori ritroviamo il vasto mediale obliquo (VMO), il cui compito è quello di opporsi alle forze laterali che agiscono sulla rotula stessa. Il dolore femoro-rotuleo, quindi, puè essere generato da un disallineamento della rotula, che normalmente si manifesta con una tendenza alla lateralizzazione della rotula stessa e puè dipendere da diversi fattori di cui ricordiamo i principali:

- un VMO insufficientemente tonico;

- una rigidità e un accorciamento delle strutture laterali dell'articolazione del ginocchio;

- una rotula alta;

- un aumento dell'angolo Q (vedi box)

 

Come si verifica il danno

Sebbene alcune caratteristiche di tipo anatomico-strutturale facciano sì che alcuni individui siano maggiormente predisposti rispetto ad altri nell'incorrere nella sindrome femoro-rotulea, quest'ultima è senz'altro classificabile come una patologia da «overuse» (sovrautilizzo). Non a caso, nella letteratura specializzata anglosassone questo tipo di sindrome è anche chiamato «runner's knee», ossia «ginocchio del corridore», sottolineando in tal modo come il sovraccarico funzionale sia alla base di questo tipo di patologia. La donna è a questo proposito maggiormente esposta rispetto all'uomo, data la conformazione delle anche più larga, fattore che comporta un maggior carico a livello dell'articolazione del ginocchio. Anche un eccessiva pronazione del piede durante la corsa puè costituire un fattore scatenante la sintomatologia dolorosa. Questo perchè viene compensata da una rotazione esterna della tibia che puè essere la causa di un'ipersollecitazione rotulea, per questo motivo molti autori consigliano la correzione dell'iperpronazione tramite ortesi plantare.

Quali sono i sintomi

Le sindromi femoro-rotulee vengono classicamente suddivise in tre gruppi: sindromi femoro-rotulee dolorose maggiori - caratterizzate da un'obiettiva instabilità rotulea e che comportano lussazioni e/o sublussazioni recidivanti della rotula, questo tipo di patologia viene risolta solo grazie a intervento chirurgico; sindromi femoro-rotulee dolorose minori - questa patologia, rispetto alla precedente, è caratterizzata da una prevalenza della sintomatologia dolorosa rispetto all'instabilità; generalmente queste sindromi possono trarre beneficio da un buon trattamento conservativo; sindromi femoro-rotulee dolorose miste rappresentano una forma intermedia tra le due sopradescritte e normalmente vengono trattate conservativamente.


Si può prevenire?

Chi incorre nella sindrome femoro-rotulea, dovrebbe cercare di attenersi ai cinque punti seguenti.

1. Controllare il dolore e la flogosi: il dolore, l'infiammazione e il versamento a livello articolare, costituiscono tre fattori d'aggravamento della patologia in quanto inibiscono un ottimale reclutamento del quadricipite, aggravando ulteriormente il quadro clinico. 'ccorre pertanto controllarli con l'utilizzo di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), bendaggi compressivi, ghiaccio e adeguate terapie fisiche, come ad esempio la magnetoterapia e la iontoforesi. eèL inoltre necessario ridurre il sovraccarico funzionale al quale è sottoposta l'articolazione del ginocchio, diminuendo o, se necessario, sospendendo l'attività sportiva.

2. Effettuare un piano di lavoro specifico per il rinforzamento del quadricipite femorale, sia attraverso esercizi isometrici che isotonici. Soprattutto, è fondamentale rinforzare selettivamente il VM' (a questo proposito vedi box in basso a sinistra). Se si eseguono esercizi in catena cinetica chiusa, come ad esempio lo squat, è importante evitare l'eccessiva flessione del ginocchio.

3. Lo stretching: è molto importante cercare di allungare sia i muscoli del polpaccio dal momento che una loro retrazione comporta una pronazione compensatoria del piede che a sua volta causa un aumento della rotazione tibiale con conseguente ipersollecitazione rotulea sia gli ischio-crurali, il tensore della fascia lata, la benderella ileo-tibiale e il quadricipite.

4. Migliorare lo scorrimento rotuleo: lo scorrimento della rotula si puè migliorare tramite una sua mobilizzazione mediale passiva, allo scopo di detendere una struttura stabilizzatrice denominata «retinacolo laterale». Alcuni Autori suggeriscono anche il taping rotuleo al fine di riottenere un ottimale riallineamento rotuleo e facilitarne lo scorrimento.

5. Si deve correggere un'eventuale iperpronazione che, come detto precedentemente, puè essere la causa dell'insorgenza della patologia rotulea, in questo caso occorre valutare l'opportunità di intervenire tramite ortesi plantare.

La tendinopatia rotulea

Le lesioni da sovraccarico funzionale sono relativamente frequenti in ambito sportivo, proprio perchè il tendine rotuleo è fortemente sollecitato in numerosissime attività sportive. Questa patologia è particolarmente attuale nell'ambito di discipline sportive a connotazione esplosiva, come ad esempio il basket, la pallavolo e alcune specialità dell'atletica leggera come i salti e lo sprint, ma anche nel calcio non manca di mietere le sue vittime. Le ipersollecitazioni che derivano da questo tipo d'attività sportive costituiscono senza dubbio una delle cause principali dell'insorgenza della patologia, ma la determinazione del meccanismo responsabile della lesione resta comunque un argomento abbastanza controverso. Le alterazioni di tipo degenerativo a carico del tendine rotuleo, infatti, costituiscono senza dubbio un'importante causa predisponente, inoltre occorre considerare anche come possibile causa il conflitto tra il polo distale della rotula e il tendine stesso durante il movimento di flessione della gamba. In effetti, molte lesioni del tendine rotuleo sono localizzate sulla faccia posteriore del suo tratto prossimale, a conferma dell'importanza che il conflitto tra tendine e rotula puè rivestire in questo tipo di lesione (figura 2).

Come intervenire

Nel caso di tendinopatia rotulea occorre attenersi ai seguenti punti:

- diminuire il sovraccarico funzionale costituito dall'allenamento e soprattutto evitare tutte quelle situazioni che provocano dolore;

- correggere le eventuale anomalie da mal allineamento a livello dell'articolazione del ginocchio;

- potenziare ed effettuare un efficace programma d'allungamento della muscolatura estensoria;

- effettuare delle terapie strumentali come ultrasuoni, iontoforesi, laser od onde d'urto;

- considerare l'utilizzo di una fascetta infrapatellare che avvolga e comprima la zona del tendine rotuleo. Oltre il 75% dei pazienti che sono ricorsi a questo tipo di presidio ha riferito una sensibile riduzione della sintomatologia dolorosa, tale da poter consentire una normale ripresa dell'attività sportiva, anche se, ad onor del vero, occorre ricordare che questi risultati sono piuttosto controversi e non del tutto esenti da critiche da parte di numerosi autori.

 

 

 

Per chi volesse saperne di più…

Bisciotti GN., Bertocco R., Ribolla PP. Electromyographic analysis in the anterior cruciate ligament reconstruction: a new method for control and prevention.Medicina dello Sport. In Press

Bisciotti GN., Combi F., Forloni F., Petrone N. Stamina increase and change of muscular fibers typology in the reconstruction of anterior cruciate ligament. Journal of traumatology..Submitted.

Snyder-Mackler L., Ladin Z., Schepsis AA., Young JC. Electrical stimulation of the thigh muscle after reconstruction of the anterior cruciate ligament. J Bone joint Surg. 1991 ;73A : 1025-1036.

 

   
                     
                     
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