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                               Come 
                                prima più di prima 
                                di 
                                Gian Nicola Bisciotti 
                              Che 
                                cosa succede ad un muscolo sottoposto ad un lungo 
                                periodo riabilitativo successivo ad un evento 
                                lesivo ? E più specificatamente cosa 
                                accade al quadricipite femorale di un calciatore 
                                in conseguenza alla fase fisioterapica che segue 
                                un intervento riscostruttivo di legamento crociato 
                                anteriore o dopo meniscectomia? Possiamo rispondere 
                                a questa domanda, invero credo molto importante 
                                per le conseguenze metodologiche nellambito 
                                dellallenamento, grazie a due ricerche che 
                                abbiamo recentemente condotto appunto in questambito 
                                (Bisciotti e coll., 2001, Bisciotti e coll., 2001). 
                                Occorre innanzi tutto fare una premessa molto 
                                importante: i piani di lavoro fisioterapici, per 
                                quanto indispensabili al fine di ristabilire la 
                                piena efficienza muscolare, costituiscono, per 
                                il muscolo, un vero e proprio "bombardamento 
                                di impulsi a bassa frequenza" decisamente 
                                molto indirizzato al lavoro delle fibre lente 
                                (fibre di tipo I) ed altrettanto decisamente poco 
                                specifico allinteressamento delle fibre 
                                veloci (fibre di tipo II) e come vedremo in seguito, 
                                questo comporta una possibile componente di rischio 
                                per la muscolatura di un calciatore che suo malgrado 
                                debba sottoporsi ad un piano riabilitativo piuttosto 
                                protratto nel tempo. Ma torniamo ai parametri 
                                muscolari che maggiormente subiscono un cambiamento 
                                dopo un evento lesivo, come abbiamo detto a livello 
                                dellarticolazione del ginocchio, e dopo 
                                il conseguente periodo fisioterapico che ad esso 
                                consegue. 
                              In 
                                primo luogo la muscolatura della coscia in toto 
                                (ossia i flessori e gli estensori) perdono in 
                                quanto a capacità di forza massimale, anche 
                                se per la precisione occorre puntualizzare che 
                                la perdita di forza a carico dei flessori ( bicipite 
                                femorale) è molto limitata (circa 8%), 
                                in confronto allo scadimento delle capacità 
                                di forza massimale degli estensori (quadricipite 
                                femorale), che possono ancora essere nellarto 
                                leso, al 90° giorno post-operatorio nel caso 
                                di un legamento crociato anteriore, ancora minori 
                                di un 30-35% nei confronti delle capacità 
                                di forza dellarto sano. 
                              Ma 
                                il fatto, almeno a prima vista paradossale, è 
                                che nellarto leso, a fronte di una più 
                                che logica perdita delle capacità di forza 
                                massimale, si registra, appunto paradossalmente 
                                un aumento delle capacità di resistenza 
                                muscolare. Facciamo un esempio pratico per meglio 
                                comprendere il significato di questa affermazione, 
                                invero un po strana. Prendiamo lesempio 
                                di un atleta infortunato i cui valori di forza 
                                massimale isometrica a carico del quadricipite 
                                femorale, a circa novanta giorni dallintervento 
                                operatorio, siano di 80 kg nellarto sano 
                                e 54 kg nellarto leso. Il deficit di forza 
                                a carico dellarto leso sarà del 30% 
                                e sino a questo punto non ravvisiamo ovviamente 
                                niente di strano, la differenza registrata rientra 
                                infatti nel range medio riscontrabile in questo 
                                tipo di casistica. Se a questo punto chiediamo 
                                allo stesso atleta di mantenere una contrazione 
                                isometrica pari al 50% delle capacità di 
                                forza massimale, sia nellarto leso, che 
                                nellarto sano (ossia 40 kg per larto 
                                sano e 28 kg per la gamba lesa) sino ad esaurimento 
                                muscolare completo, ci accorgeremmo, direi con 
                                sorpresa, che la gamba lesa riesce a mantenere 
                                lo sforzo per un tempo maggiore di circa il 22%, 
                                in altre parole il quadricipite dellarto 
                                leso è, a parità dintensità 
                                percentuale di sforzo, più resistente di 
                                quanto non sia il quadricipite dellarto 
                                sano. Come mai la muscolatura dellarto leso 
                                diviene meno forte, come logicamente ci si può 
                                attendere, ma nel contempo più resistente, 
                                rispetto allarto sano? La responsabilità, 
                                se di responsabilità si può parlare, 
                                è del programma fisioterapico, o meglio 
                                ancora della sua lunghezza. Come abbiamo già 
                                detto inizialmente, a giusta ragione un programma 
                                riabilitativo prevede tutta una serie di esercitazioni 
                                il cui denominatore comune è costituito 
                                da stimoli a bassa frequenza, che interessano 
                                principalmente la fibra di tipo I ed in un certo 
                                qual modo "mortificano" le caratteristiche 
                                della fibra di tipo II. Vale la pena ricordare 
                                che la caratteristica peculiare della fibra di 
                                tipo I è la scarsa velocità di contrazione 
                                ma la grande resistenza alla fatica, mentre le 
                                caratteristiche della fibra di tipo II sono diametralmente 
                                opposte: grande velocità di contrazione 
                                ma scarsa resistenza.  
                              Un 
                                programma riabilitativo protratto per un periodo 
                                di tempo prolungato porta quindi ad un doppio 
                                inconveniente costituito, sia da unatrofia 
                                selettiva delle fibre di tipo II, che da una conversione 
                                della tipologia delle fibre da tipo II a tipo 
                                I. Svelato larcano, possiamo facilmente 
                                comprendere come questo processo di atrofia selettiva 
                                e conversione tipologica delle fibre, costituisca, 
                                in unattività come il calcio, un 
                                vero e proprio pericolo potenziale. Nel calcio 
                                infatti, come daltronde anche in molti altri 
                                sport di squadra, come il basket, il rugby o la 
                                pallamano, allatleta vengono richiesti sforzi 
                                di tipo esplosivo come balzi, accelerazioni o 
                                repentini cambi di direzione, in cui è 
                                necessario un rapidissimo reclutamento di fibre 
                                di tipo II. E quindi ovvio pensare che un 
                                massiccio cambiamento della tipologia delle fibre 
                                muscolari del quadricipite dellarto leso, 
                                possa costituire un forte elemento "destabilizzante" 
                                nella meccanica del gesto. 
                              Allora 
                                che fare? 
                              Questo 
                                indice di maggior resistenza (22% circa) dellarto 
                                leso rispetto al controlaterale sano, che abbiamo 
                                appunto desunto da una ricerca specifica da noi 
                                effettuata su calciatori infortunati, dovrebbe 
                                essere, a nostro parere, assunto come valore limite 
                                oltre il quale si può ragionevolmente supporre 
                                che il cambiamento della tipologia delle fibre 
                                muscolari stia divenendo eccessivo. A questo punto 
                                diviene estremamente necessario, per quanto possibile, 
                                inserire nel programma di lavoro delle esercitazioni 
                                specifiche di connotazione dinamica che riescano 
                                a sollecitare selettivamente le fibre di tipo 
                                II, per cercare di riequilibrare la tipologia 
                                muscolare dei due arti.  
                              Come 
                                calcolare la resistenza muscolare della muscolatura 
                                estensoria dei due arti? 
                              Vi 
                                proponiamo due metodi: il primo più "scientifico" 
                                ed il secondo, se vogliamo "un po più 
                                empirico" ma egualmente valido.  
                              1° 
                                metodo: Calcolate attraverso lErgometer 
                                (Globus Italia, Codognè, Traviso) la forza 
                                massimale isometrica dei due arti separatamente. 
                                Selezionate il programma specifico denominato 
                                fatigue test, e chiedete allatleta 
                                di mantenere, durante una contrazione isometrica, 
                                il 50% della forza massimale precedentemente calcolata 
                                per i due arti separatamente. Se con larto 
                                leso il vostro atleta riesce a mantenere la contrazione 
                                richiesta per un tempo superiore del 22% rispetto 
                                allarto sano, è il momento di rivedere 
                                il programma riabilitativo. 
                              2° 
                                metodo: Calcolate attraverso il metodo classico 
                                illustrato nel riquadro, la forza massimale del 
                                quadricipite del vostro atleta, sia per larto 
                                sano, che per larto leso. Chiedetegli poi 
                                di effettuare con il 50% del carico massimale 
                                una serie di ripetizioni ad esaurimento muscolare 
                                completo, sia per larto sano, che per larto 
                                leso. Se il numero di ripetizioni effettuate con 
                                larto leso, supera del 22% quelle effettuate 
                                con larto sano, il programma di lavoro dovrebbe 
                                essere senzaltro rivisto.  
                               
                                
                                   
                                    |  
                                       Ripetizioni 
                                      | 
                                     
                                       % forza 
                                        max 
                                      | 
                                   
                                   
                                    |  
                                       1 
                                      | 
                                     
                                       100% 
                                      | 
                                   
                                   
                                    |  
                                       2 
                                      | 
                                     
                                       95% 
                                      | 
                                   
                                   
                                    |  
                                       3 
                                      | 
                                     
                                       90,00% 
                                      | 
                                   
                                   
                                    |  
                                       4 
                                      | 
                                     
                                       87,50% 
                                      | 
                                   
                                   
                                    |  
                                       5 
                                      | 
                                     
                                       85% 
                                      | 
                                   
                                   
                                    |  
                                       6 
                                      | 
                                     
                                       82,50% 
                                      | 
                                   
                                   
                                    |  
                                       7 
                                      | 
                                     
                                       80% 
                                      | 
                                   
                                   
                                    |  
                                       8 
                                      | 
                                     
                                       77,50% 
                                      | 
                                   
                                   
                                    |  
                                       9 
                                      | 
                                     
                                       75,00% 
                                      | 
                                   
                                   
                                    |  
                                       10 
                                      | 
                                     
                                       72,50% 
                                      | 
                                   
                                 
                               
                              Tabella 
                                1 : valore percentuale di forza massimale in funzione 
                                del numero massimo di ripetizioni effettuate 
                              Come 
                                calcolare "empiricamente" la forza massimale 
                              . 
                              Stabilite 
                                un carico e richiedete allatleta di effettuare 
                                il massimo numero di ripetizioni possibili. Per 
                                ottenere un risultato preciso, cercate di individuare 
                                un carico con il quale latleta non riesca 
                                a effettuare più di 5-6 ripetizioni, eventualmente 
                                effettuate più prove, intervallate da un 
                                adeguato recupero (2-3). Se ad esempio 
                                il vostro soggetto è riuscito ad eseguire 
                                5 ripetizioni con 60 kg, per calcolare la sua 
                                forza massimale, impostate la seguente proporzione: 
                               60 
                                : 85 = x : 100 
                              Ossia 
                                60 kg costituiscono l85% delle capacità 
                                di forza del soggetto (i valori li desumete dalla 
                                tabella 1) come X, che costituisce il carico che 
                                rappresenta la vostra forza massimale, sta a 100 
                                (ossia il 100% delle capacità di forza) 
                              Nellesempio 
                                specifico che abbiamo riportato il valore di forza 
                                massimale sarà: 
                               60 
                                * 100 / 85 = 70.5 kg. 
                                
                                
                               |