Forza
e prevenzione
di Gian Nicola Bisciotti
Continuando
nel nostro excursus sulla programmazione
dellallenamento della forza, vorrei
in questo articolo affrontare un aspetto
un po "speciale" di questultimo,
ossia quello che potremmo denominare con
il termine di "aspetto preventivo"
che lallenamento delle caratteristiche
della forza muscolare può in alcuni
casi ricoprire. Prima di entrare nel vivo
dellargomento, vorrei ricordare che
in un precedente articolo, apparso nel mese
di settembre su questa stessa rivista, ho
cercato di sottolineare lobbiettiva
difficoltà programmatica che il preparatore
può riscontrare nelladozione
di un allenamento di forza che rientri nei
canoni della classicità e soprattutto
della sistematicità; per questa ragione
molto spesso sarebbe maggiormente auspicabile
optare per ladozione di mezzi di allenamento
alternativi, che possano sostituire e/o
perlomeno affiancare un allenamento della
forza di tipo ortodosso. Soprattutto però
vorrei sottolineare ulteriormente il fatto
che, lallenamento delle varie qualità
condizionali del giocatore, e quindi ovviamente
anche della forza, dovrebbe necessariamente
tendere ad una personalizzazione della pianificazione
dellallenamento stesso, solamente
in tal modo diviene possibile, o quantomeno
più facile, la gestione di mezzi
di allenamento di per se "problematici"
che possono, come nel caso della forza,
costituire un nodo cruciale nellambito
della programmazione.
Al
di là di questo, alcuni aspetti dellallenamento
della forza risultano, a mio parere, estremamente
interessanti dal punto di vista preventivo,
ragion per cui dovrebbero essere sistematicamente
integrati in ambito programmativo. Vediamo
ora di illustrarli analiticamente giustificando
il loro utilizzo sistematico.
Lallenamento
selettivo del vasto mediale (VM)
Il
VM è uno dei quattro ventri muscolari
che costituiscono il quadricipite femorale
(vedi figura 1) e svolge un ruolo importantissimo
nellambito della biomeccanica del
ginocchio, garantendo un corretto equilibrio
artro-muscolare. Specificatamente occorre
sottolineare i seguenti punti:
- Lipotrofia
muscolare che consegue ad un evento
traumatico a livello dellarticolazione
del ginocchio,come ad esempio potrebbe
essere una lesione al legamento crociato
anteriore oppure meniscale, colpisce
soprattutto il VM.
- Il VM
è il maggior stabilizzatore della
rotula e la sua azione diviene essenziale
nellambito di tutte le patologie
rotulee.
- E
il muscolo maggiormente attivo nella
stabilizzazione del ginocchio conseguente
alla ripresa del contatto con il suolo
dopo un balzo.
- Il VM
è il muscolo più attivo
durante tutti gli spostamenti basati
sulla corsa laterale.
- Negli
atleti che lamentino dolore femoro-rotuleo
il VM è attivato in modo fasico
e tende a perdere la capacità
di resistere alla fatica (Richardson,
1985).
- E
il maggior produttore di forza durante
il movimento di estensione della gamba
sulla coscia.
Per
tutta questa serie di motivi, la muscolazione
selettiva del VM risulta di primaria importanza,non
solo nellambito della riabilitazione
funzionale dellatleta, ma anche al
fine di garantire un corretto equilibrio
artro-muscolare dellarticolazione
del ginocchio, che costituisce a sua volta
la miglior strategia preventiva possibile.
Nel caso del VM è corretto parlare
di muscolazione selettiva perché
questultimo è innervato da
un ramo ben distinto del nervo femorale
e per questo motivo è possibile attivarlo
selettivamente come una singola unità
motoria (Basmajian e De Luca,1985). Lesercizio
maggiormente adatto allattivazione
del VM è costituito dal leg extension
eseguito sugli ultimi gradi di estensione
con la punta del piede extra-ruotata ed
il busto flesso (figura 2), inoltre è
da ricordare che una contemporanea contrazione
degli adduttori potenzia ulteriormente la
contrazione del VM.
Figura
1: il quadricipite femorale è formato
da quattro ventri muscolari: il muscolo
retto del femore, il muscolo vasto mediale,
il muscolo vasto laterale ed il vasto intermedio
(essendo il vasto intermedio sottostante
al retto, non è visibile nella figura).
I quattro capi si dirigono verso il basso
e e si fondono in un tendine unico che aderisce
alla faccia anteriore della rotula e va
a saldarsi sulla tuberosità tibiale.
Figura
2: il leg extension eseguito negli ultimi
gradi di estensione, mantenendo la punta
del piede extra-ruotata ed effettuando una
contemporanea contrazione degli adduttori
(a questo scopo può essere utile
lutilizzo di un pallone da stringere
con le gambe), costituisce la miglior esercitazione
per ottenere unattivazione selettiva
del VM.
Il
ruolo del retto femorale
Il
retto femorale (RF), che come il VM costituisce
uno dei quattro ventri che formano il quadricipite
femorale, è un muscolo biarticolare,
ossia controlla simultaneamente due articolazioni.
Il RF infatti risulta attivo, sia nella
flessione dellarticolazione dellanca,
che nellestensione della gamba sulla
coscia. Una caratteristica che accomuna
tutti i muscoli biarticolari è il
concetto di "variazione simultanea".
Il concetto di "variazione simultanea"
sta ad indicare che tali muscoli svolgono
azioni muscolari di tipo diverso nellambito
della catena cinetica di cui fanno parte.
Il RF ad esempio si accorcia quando larticolazione
del ginocchio si estende e si allunga quando
lanca si estende; inoltre il RF ha
una duplice azione muscolare che comporta
il verificarsi di una contrazione eccentrica
a livello dellanca contemporaneamente
ad una contrazione concentrica a livello
del ginocchio. Il fatto di essere biarticolare,
e quindi di controllare le forze tensive
generate simultaneamente da due articolazioni,
ed il particolare tipo di attivazione a
cui è sottoposto il RF, lo pone ad
alto rischio dinsulto traumatico nellambito
di discipline sportive nelle quali viene
fortemente sollecitato, come ad esempio
il calcio o lo sprint. Tutto questo giustifica
una particolare attenzione che si concretizza
nelladozione di particolari tipi di
esercitazioni in grado di condizionarlo
positivamente nei confronti delle sollecitazioni
meccaniche a cui è sottoposto. Particolarmente
adatto a questo scopo è lesercizio
riportato in figura 3, nel quale il quadricipite
femorale partecipa alla flessione dellanca
vincendo una resistenza di tipo elastico,
eventualmente è possibile inserire
lutilizzo di una cavigliera zavorrata
al fine di aumentare la partecipazione del
retto femorale nellazione di estensione
della gamba sulla coscia.
Figura
3: lestensione simultanea dellanca
e della gamba sulla coscia contro resitenza
elastica, costituisce unottima esercitazione
per ottenere un condizionamento funzionale
di tipo preventivo del RF. In figura 3b
è riportata unesercitazione
di più facile attuazione in condizioni
da campo, ossia quella che viene definita
come "andatura con flessione e spinta
in avanti".
Figura
3b: andatura con flessione e spinta in avanti.
Il
ruolo molto "delicato e particolare"
del bicipite femorale.
Il
bicipite femorale (BF) è un flessore
del ginocchio ed un estensore dellanca
inoltre, come tutti gli altri flessori della
gamba, impedisce, se la gamba è estesa,
di forzare lelevazione dellarto
inferiore, oppure di flettere il busto in
avanti, i muscoli flessori infatti non possono
essere allungati oltre una certa misura.
Il BF è uno dei muscoli maggiormente
insultati nell ambito sportivo generale
e nel calcio in particolare. Nellambito
calcistico i danni al BF rappresentano il
13% di tutti i traumi e causano una perdita
di lavoro pari a ben il 16% dellallenamento
totale (Sewar e coll., 1993). Ma perché
il BF è un muscolo a così
"alto rischio"? Vediamo di individuarne
le cause che possono telegraficamente essere
riassunte nei seguenti punti:
- Il BF
è un muscolo biarticolare, come
il RF controlla, sia larticolazione
dellanca, che quella del ginocchio.
- E
ricco di fibre a contrazione rapida
(FT), ancor più di quanto non
lo sia il quadricipite femorale. Unalta
percentuale di FT costituisce un alto
fattore di rischio per lintegrità
muscolare, soprattutto durante forti
e violente contrazioni eccentriche (Garret
e coll., 1984).
- Il capo
breve del BF origina dalla dal terzo
medio della linea aspra con unattaccatura
lunga ed incostante che costituisce
di per sé un fattore predisponente
alla lesione (Burkett, 1975).
- Il capo
lungo del BF è innervato dal
nervo tibiale, mentre il capo corto
dal nervo peroniero comune. Questa doppia
innervazione può generare un
tipo di contrazione vigorosa ma incoordinata
e potenzialmente pericolosa per lintegrità
del muscolo stesso (Brunet e Hontas,
1996).
Oltre
a queste cause predisponesti alla lesione
di tipo anatomico, altri fattori possono
concorrere allinsorgenza lesiva a
carico del BF, tra questi possiamo ricordare:
-Un
inadeguato riscaldamento
-Uninsufficiente
capacità delongazione
-Una
scarsa resistenza muscolare specifica, soprattutto
nei confronti della contrazione eccentrica
prolungata.
-Unasimmetria
degli arti inferiori.
-Uno
squilibrio delle capacità di forza
tra flessori ed estensori.
Inoltre
vorrei ricordare un altro importantissimo
fattore di rischio a carico del BF, che
è costituito dal particolare tipo
di attivazione a cui viene sottoposto nel
corso della contrazione. Tutti sappiamo
che durante una contrazione concentrica
il muscolo, per vincere la resistenza esterna,
si contrae e si accorcia, e che al contrario
durante una contrazione eccentrica, dato
che la resistenza esterna supera la capacità
di forza massimale del muscolo, questultimo
viene allungato. Forse è meno noto
il concetto di contrazione ecocentrica:
con questo termine si indica una contrazione
concentrica ed una contemporanea contrazione
eccentrica di uno stesso muscolo che si
inserisce su due articolazioni, come nel
caso già accennato riguardante il
RF (Bubulian e Bowles, 1992). Nel caso del
BF, questo particolare tipo di contrazione
viene ancor più esasperato, infatti
nel corso di un movimento a carico degli
arti inferiori effettuato in catena cinetica
chiusa, (ossia durante la quale il piede
poggia a terra) il BF non ricopre più
il ruolo di antagonista nei confronti del
RF come avviene in un movimento in catena
cinetica aperta (movimento nel quale il
piede è libero, come ad esempio nel
caso dellesercizio di leg extension)
ma, al contrario, è un coattivatore
del quadricipite. In questo caso infatti
il BF si contrae per estendere il bacino
sulla coscia ma nel contempo viene fortemente
stirato eccentricamente del movimento di
estensione della gamba sulla coscia. Ragion
per cui il BF viene fortemente stirato nel
corso di una massiccia contrazione concentrica:
più a rischio di così! Il
caso del BF è veramente "istruttivo"
da un punto di vista anatomico e funzionale,
per chi volesse approfondire consiglio la
lettura del box specifico che ho voluto
allegare, forse entrando un po troppo
nei dettagli ma, tutto sommato, credo che
ne valga la pena. Vorrei ancora sottolineare
un fattore importante, nella letteratura
anglosassone si utilizza il termine hamstring
injury per indicare quello che noi definiamo
danno agli ischio-crurali; direi che questa
terminologia è troppo vaga e necessiterebbe
di una definizione più precisa o,
meglio ancora, di una precisa distinzione.
Con il termine di ischio-crurali si intende
un gruppo di muscoli, tutti estensori dellanca
e flessori del ginocchio, che originano
dalla tuberosità ischiatica e dal
legamento sacro-tuberoso e precisamente:
il bicipite femorale, il semitendinoso ed
il semimembranoso. Ora, la distinzione che
occorre fare è dapprima di tipo funzionale
ed è la seguente: durante la corsa,
il semimembranoso mostra il massimo dellattivazione
quando frena eccentricamente la flessione
della coscia sul bacino nella sua fase di
oscillazione in avanti, mentre il bicipite
mostra la massima attività nella
fase finale della spinta (Elliot e Blanksby,
1979), il tutto è osservabile nella
figura 5. Da questa considerazione nasce
un ulteriore distinzione questa volta di
ordine traumatologico che è questa:
il termine danno degli ischio-crurali è
troppo vago, occorrerebbe distinguere in
due casi specifici di diversa natura, ossia:
il
primo riguardante il danno del semimembranoso,
essenzialmente causato da una violenta contrazione
eccentrica (in catena cinetica aperta) nellespletamento
del suo ruolo di "antagonista puro"
durante la parte finale della flessione
della coscia sul bacino durante la sua fase
di oscillazione in avanti.
Il
secondo a carico del bicipite femorale,
causato da una contrazione di tipo ecocentrico
che si verifica nella fase finale della
spinta del piede a terra, quindi durante
un movimento a catena cinetica chiusa.
Nel
corso di uno sprint quindi i momenti di
"alto rischio" per gli ischio-crurali
sono essenzialmente due, ben distinti tra
loro e con uneziologia altrettanto
ben distinta, il primo a carico del semimembranoso
ed il secondo riguardante il BF.
Figura
4: i muscoli posteriori della coscia sono
posti su due piani denominati rispettivamente
piano superficiale e piano profondo. Il
piano superficiale comprende il bicipite
femorale ed il semitendinoso.
Figura
5: il piano profondo comprende invece solo
il muscolo semimembranoso.
Figura
6: unanalisi funzionale delle modalità
di attivazione neuromuscolare dei vari gruppi
muscolari durante la corsa, ci rivela due
diverse locazioni del danno a carico degli
ischio crurali contraddistinte da due differenti
momenti della meccanica di corsa. Il BF
è più vulnerabile nella fase
di spinta durante un tipo di attivazione
ecocentrica, mentre il semimembranoso conosce
il suo momento di rischio durante la fase
finale della flessione della coscia sul
bacino nel corso di una contrazione di tipo
eccentrico.
Come
possiamo definire da un punto di vista biomeccanico
una contrazione ecocentrica?
Il
concetto di contrazione concentrica, ci
porta a fare uninteressante considerazione
sul comportamento muscolare. Credo che tutti
conoscano il significato del termine "ciclo
stiramento-accorciamento", con il quale
si intende un particolare tipo di attivazione
muscolare durante la quale il muscolo, in
una prima fase si contrae eccentricamente,
accumulando energia elastica, che poi restituirà
sotto forma di lavoro meccanico nella successiva
fase concentrica. Il ciclo stiramento-accorciamento,
non solo si trova alla base del comportamento
elastico dellunità muscolo
tendinea, ma è a ragione considerato
come il tipo di attivazione più utilizzato,
nelluomo come nellanimale, nel
corso di tutti i movimenti naturali. Infatti
rararamente in natura esistono movimenti
puramente concentrici, isometrici od eccentrici.
Il concetto di contrazione ecocentrica ci
fa capire, come nel corso del movimento
naturale, siano estrememente frequenti anche
delle attivazioni muscolari di tipo "accorciamento-stiramento",
durante le quali il muscolo, al contrario
del caso precedente, viene prima contratto
concentricamente ed immediatamente dopo,
od addirittura contestualmente, stirato
eccentricamente. Esistono quindi due tipi
di comportamento muscolare diametralmente
opposti il primo è il classico ciclo
stiramento-accorciamento mentre il secondo
potrebbe essere appunto denominato con il
termine di ciclo "accorciamento-stiramento".
Nel grafico sopra riportato potete osservare
a destra unattivazione di tipo "classico",
ossia un ciclo stiramento accorciamento
(la fibra prima si allunga e poi si contrae),
mentre a sinistra è riportato un
meno "ortodosso" ma altrettanto
diffuso, ciclo accorciamento-stiramento
(la fibra prima si contrae e poi, o nel
medesimo tempo, si allunga).
Dopo
questa lunga, ma spero istruttiva, disquisizione
sul BF e sulle sue particolarità,
invero curiose, passerei ad indicarvi alcuni
tipi di esercitazioni a mio avviso particolarmente
interessanti ai fini di un suo condizionamento
funzionale.
Figura
7: uno dei principi di base del condizionamento
funzionale degli ischio-crurali, è
costituito dalladattamento meccanico
nei confronti una contrazione eccentrica
repentina, ossia di un tipo di contrazione
eccentrica, che in un precedente articolo,
apparso su questa stessa rivista, avevo
denominato contrazione "eccentica-flash".
Nel riquadro A, vediamo che loperatore
lascia cadere sulla gamba del soggetto (da
unaltezza variabile dai 20 ai 30 cm,
in funzione della forza dimpatto ricercata)
un carico (la cui entità è
variabile in funzione, sia della forza dimpatto,
che della forza eccentrica richiesta). Nel
riquadro B, vediamo che latleta effettua
prima una estensione della gamba di circa
20 cm, immediatamente seguita da un arresto
isometrico e da una contrazione concentrica
esplosiva, ossia le tre fasi che costituiscono
una contrazione "eccentrica-flash".
Figura
8: questa esercitazione è specificatamente
rivolta al condizionamento funzionale del
semimembranoso, che viene sottoposto ad
una repentina contrazione eccentrica durante
la parte finale della flessione della coscia
sul bacino nel corso della sua fase di oscillazione
in avanti. La resistenza utilizzata in questo
esercizio è di tipo elastico.
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