Il 
                                    legamento collaterale mediale 
                                    di Gian Nicola Bisciotti 
                                     
                                    
                                     
                                      
                                        - Che 
                                          tipo di danno strutturale è?
 
                                        - Come 
                                          si verifica il danno?
 
                                        - Quali 
                                          sono i sintomi?
 
                                        - Come 
                                          viene diagnosticata?
 
                                        - Come 
                                          viene trattata?
 
                                        - Quanto 
                                          può durare?
 
                                        - Quando 
                                          si può ritornare allattività 
                                          sportiva?
 
                                        - Si può 
                                          prevenire?
 
                                        - Quali 
                                          esercizi eseguire nella fase riabilitativa?
 
                                       
                                     
                                    Che 
                                      tipo di danno strutturale è? 
                                    Il 
                                      legamento collaterale mediale (LCM) o tibiale, 
                                      è anatomicamente suddivisibile in 
                                      due parti: la parte profonda e quella superficiale. 
                                      La parte profonda, detta anche legamento 
                                      capsulare, è formata da un fascio 
                                      di fibre, orientate in senso verticale, 
                                      che si estendono dal bordo del condilo femorale 
                                      mediale sino alla circonferenza del piatto 
                                      tibiale mediale, presentando una forte inserzione 
                                      in corrispondenza del menisco mediale. La 
                                      porzione superficiale del legamento collaterale 
                                      mediale si separa dalla parte profonda a 
                                      livello della rima articolare e si inserisce 
                                      a circa 3-4 cm al di sotto del piatto tibiale, 
                                      sotto i tendini della zampa doca, 
                                      dalla quale è separato da una borsa. 
                                      Il LCM è il principale stabilizzatore 
                                      statico del ginocchio nei confronti dello 
                                      stress in valgo ed in rotazione e risulta 
                                      in tensione durante lestensione completa 
                                      della gamba, iniziando a detenersi tra i 
                                      30° ed i 40° di flessione, per 
                                      poi ritornare in tensione a circa 60°-70° 
                                      di flessione. Una porzione del LCM tuttavia 
                                      rimane comunque in tensione per tutto larco 
                                      del movimento allo scopo di proteggere larticolazione 
                                      del ginocchio dagli stress in valgo e dalla 
                                      forze esterne di tipo rotazionale (Wilk 
                                      e Clancey, 1991). E interessante infine 
                                      anche notare che in caso di rottura del 
                                      legamento crociato anteriore (LCA), il LCM, 
                                      come daltronde anche le strutture 
                                      postero-laterali del ginocchio, vicariano 
                                      lazione del LCA stesso per impedire 
                                      la traslazione anteriore della tibia (Kanamori 
                                      e coll., 2000). Il carico in valgo, in un 
                                      ginocchio anatomicamente normale, risulta 
                                      maggiore durante la fase di spinta del passo, 
                                      momento in cui la tibia ruota esternamente 
                                      rispetto al femore. Il danno più 
                                      comune a cui può andare incontro 
                                      il LCM, è costituito dalla distorsione 
                                      oppure dallo stiramento eventualmente associato 
                                      a lacerazione di modesta entità. 
                                      Nei casi più gravi il LCM può 
                                      subire delle lacerazioni a livello della 
                                      sua sezione mediale o subire un distacco 
                                      dalla sua inserzione femorale o tibiale. 
                                       
                                      
                                    Figura 
                                      1 : le strutture legamentose del ginocchio. 
                                      La funzione dei legamenti femoro-rotulei 
                                      è quella, assieme ad i retinacoli, 
                                      di provvedere alla stabilizzazione passiva 
                                      della rotula in senso medio-laterale. Le 
                                      strutture laterali risultano più 
                                      robuste rispetto a quelle mediali, soprattutto 
                                      grazie allespansione ileo-tibiale. 
                                    Come 
                                      si verifica il danno? 
                                    La 
                                      lesione del LCM è normalmente associata 
                                      ad una sollecitazione in valgo del ginocchio 
                                      causata ad esempio da un trauma contusivo 
                                      sulla parte laterale del ginocchio stesso, 
                                      oppure da una caduta su di un fianco mentre 
                                      larto è fermamente poggiato 
                                      al suolo. Talvolta il danno al LCM può 
                                      verificarsi anche per un trauma contusivo 
                                      a livello del ginocchio in catena cinetica 
                                      aperta, ossia quando il piede non è 
                                      a contatto con il terreno. Un evento secondario 
                                      associato alla lesione del LCM può 
                                      essere costituito dalla lacerazione del 
                                      menisco mediale. Il danno può anche 
                                      verificarsi a causa del sovraccarico funzionale 
                                      dato da overuse, come nel caso dei nuotatori 
                                      di stile a rana, dove larticolazione 
                                      del ginocchio subisce unestensione 
                                      a "frusta" ripetuta durante il 
                                      gesto tecnico specifico. A parte alcuni 
                                      casi particolari, come quello sopra descritto, 
                                      il danno al LCM si verifica per la maggior 
                                      parte dei casi nellambito degli sport 
                                      di contatto come ad esempio il calcio, il 
                                      rugby, la lotta ecc. 
                                    Quali 
                                      sono i sintomi? 
                                    Nei 
                                      casi distorsioni di lieve entità 
                                      la sintomatologia dolorosa può essere 
                                      estremamente contenuta se non completamente 
                                      assente qualsiasi tipo di sintomatologia, 
                                      al contrario un trauma di una certa gravità 
                                      provoca un dolore acuto sulla parte interna 
                                      del ginocchio, che può persistere 
                                      per parecchie ore ed anche per alcuni giorni. 
                                      In questo caso qualsiasi tipo di movimento 
                                      dellarticolazione del ginocchio può 
                                      rivelarsi impossibile, si può notare 
                                      gonfiore sulla parte interna del ginocchio 
                                      associata ad un livido più o meno 
                                      esteso in rapporto allentità 
                                      del trauma distorsivo subito. Il ginocchio 
                                      insultato può presentare una mancanza 
                                      di stabilità ed un impossibilità 
                                      funzionale nel sostenere il peso corporeo 
                                      del soggetto.  
                                    Come 
                                      viene diagnosticata? 
                                    In 
                                      primo luogo occorre indagare sulle modalità 
                                      meccaniche che hanno condotto allevento 
                                      traumatico, chiarendo anche la precisa sintomatologia 
                                      dolorosa percepita dal paziente in concomitanza 
                                      al trauma stesso. Dovranno in seguito essere 
                                      determinati i vari angoli e le differenti 
                                      posizioni alle quali il paziente lamenta 
                                      il dolore, unitamente alla valutazione dellestensione 
                                      e dellubicazione dellarea che 
                                      presenta gonfiore. Dovrà essere valutata 
                                      clinicamente anche uneventuale lassità 
                                      del ginocchio. Se larea che presenta 
                                      gonfiore è particolarmente evidente 
                                      ed estesa ed il movimento articolare del 
                                      ginocchio è seriamente limitato da 
                                      una sintomatologia dolorosa particolarmente 
                                      acuta, può essere consigliabile un 
                                      immobilizzazione e mettere a riposo larto 
                                      lesionato per un periodo compreso tra i 
                                      tre ed i cinque giorni. Nei casi in cui 
                                      si sospetti un danno anche a carico di altre 
                                      strutture legamentose e/o cartilaginea, 
                                      si può rivelare necessario effettuare 
                                      una Risonanza Magnetica.  
                                    Come 
                                      viene trattata? 
                                    Nelle 
                                      prime 24-36 ore successive allevento 
                                      traumatico, è consigliata lapplicazione 
                                      di ghiaccio sulla zona della lesione, il 
                                      mantenimento dellarto in posizione 
                                      levata e lapplicazione di una bendaggio 
                                      elastico. Successivamente, in alcuni casi, 
                                      può essere necessario fare ricorso 
                                      ad un immobilizzazione del ginocchio effettuata 
                                      grazie allapplicazione di una ginocchiera. 
                                      Per ciò che riguarda la terapia farmacologia 
                                      di supporto, può essere indicata 
                                      la somministrazione di antinfiammatori non 
                                      steroidei, come ad esempio libuprofen, 
                                      allo scopo di lenire il dolore e ridurre 
                                      lo stato infiammatorio. Raramente i danni 
                                      del LCM necessitano di trattamento chirurgico, 
                                      a cui invece sovente si ricorre nel caso 
                                      in cui il trauma lesivo a carico del LCM 
                                      sia associato al danno di altre strutture 
                                      legamentose o cartilaginee. Il trattamento 
                                      normalmente consigliato è quindi 
                                      di tipo conservativo. Il fatto che la scelta 
                                      terapeutica preferenziale si orienti verso 
                                      il trattamento di tipo conservativo e dovuta 
                                      al fatto che il LCM presenti maggiori capacità 
                                      autoriparative rispetto ad altre strutture 
                                      legamentose come il LCA ed il legamento 
                                      crociato posteriore (LCP). Alcuni Autori 
                                      attribuiscono queste maggiori capacità 
                                      di autoriparazione del LCM rispetto al LCA 
                                      ed al LCP, al fatto che il LCM in fase di 
                                      riparazione abbia una sintesi endogena di 
                                      ossido nitrico minore rispetto a quanto 
                                      non avvenga nella stessa fase nel LCA e 
                                      nel LCP; lossido nitrico infatti potrebbe 
                                      ostacolare il processo di riparazione tissutale 
                                      (Cao e coll., 2000). 
                                    Quanto 
                                      può durare ? 
                                    Una 
                                      distorsione del LCM di medio-bassa entità, 
                                      viene risolta, previo adeguato trattamento, 
                                      nellarco di 2  6 settimane. 
                                      Distorsioni più gravi possono richiedere 
                                      periodi dimmobilizzazione e di riposo 
                                      nettamente maggiori, soprattutto nel caso 
                                      in cui sia particolarmente evidente un instabilità 
                                      articolare a livello del ginocchio. Nel 
                                      caso in cui, i danni associati alla lesione 
                                      del LCM siano stati di unentità 
                                      tale da richiedere un trattamento di tipo 
                                      chirurgico, i tempi di recuperò dipenderanno 
                                      dal tipo dintervento subito, dalle 
                                      condizioni muscolari pre-operatorie, nonché 
                                      dalla lassità che larticolazione 
                                      presenterà dopo lintervento 
                                      subito. In ogni caso, dopo un trattamento 
                                      chirurgico, la ripresa di una totale funzionalità 
                                      muscolo-articolare, normalmente comporta 
                                      tempi non inferiori ai tre mesi. Sfortunatamente, 
                                      una volta lesionato, il LCM è particolarmente 
                                      esposto alle recidive, per questo motivo 
                                      è fortemente consigliato allatleta 
                                      che è incorso in questo tipo dinfortunio 
                                      di effettuare costantemente un programma 
                                      di rinforzamento specifico della muscolatura 
                                      del ginocchio. 
                                    Quando 
                                      si può ritornare allattività 
                                      sportiva? 
                                    Il 
                                      ritorno allattività sportiva 
                                      può essere intrapreso nel momento 
                                      in cui vengano soddisfatte le seguenti condizioni: 
                                     
                                      
                                        - Il gonfiore 
                                          è completamente scomparso
 
                                        - E 
                                          assente a riposo qualsiasi tipo di sintomatologia 
                                          dolorosa
 
                                        - Nessun 
                                          dolore è percepito nel momento 
                                          in cui la gamba lesa supporta il peso 
                                          corporeo
 
                                        - Latleta 
                                          non riferisce nessun dolore durante 
                                          attività specifiche impegnative 
                                          come il calciare, il saltare, il cambiamento 
                                          di direzione in corsa ecc.
 
                                        - Larticolazione 
                                          del ginocchio non presenta lassità, 
                                          se non minima.
 
                                       
                                     
                                    Normalmente 
                                      le condizioni sopra elencate vengono raggiunte, 
                                      nel caso di distorsione di bassa-media entità, 
                                      nellarco di 2  4 settimane. 
                                      Nel caso di traumi più gravi possono 
                                      rendersi necessarie invece dalle 4 alle 
                                      8 settimane di trattamento fisioterapico. 
                                      Nel caso infine in cui si sia dovuti ricorrere 
                                      al trattamento chirurgico, si renderanno 
                                      purtroppo necessari diversi mesi di riposo 
                                      e di trattamento riabilitativo prima di 
                                      poter ritornare alla pratica sportiva. 
                                    Si 
                                      può prevenire? 
                                    La 
                                      maggior parte dei traumi a carico del LCM 
                                      sono causati dalla natura stessa dellattività 
                                      sportiva praticata., ragion per cui se è 
                                      ragionevole poter pensare di cercare di 
                                      abbassare il rischio di incidenti in tal 
                                      senso, non è certamente pensabile 
                                      poterli del tutto eliminare. In attività 
                                      come lo sci ad esempio si può pensare 
                                      di poter effettuare già una discreta 
                                      opera di prevenzione attraverso lutilizzo 
                                      di materiali idonei da parte dellatleta. 
                                      Anche nellambito del calcio lutilizzo 
                                      di materiali adeguati può rivelarsi 
                                      importante ai fini preventivi, per questo 
                                      motivo i tipi di calzature utilizzate (numero 
                                      e tipo di tacchetti), dovrebbero essere 
                                      sempre adatte alle diverse condizioni del 
                                      terreno di gioco. Le superfici di gioco 
                                      utilizzate negli sport in cui è inevitabile 
                                      il contatto, come appunto il calcio od il 
                                      rugby, si rivelano un altro elemento determinante 
                                      nellambito dellincidenza traumatica. 
                                      In tutti i casi la miglior prevenzione, 
                                      soprattutto per ciò che riguarda 
                                      le possibili recidive, è il costante 
                                      mantenimento di un ottimale trofismo della 
                                      muscolatura della coscia.  
                                    Quali 
                                      esercizi eseguire nella fase riabilitativa? 
                                    Gli 
                                      obiettivi principali durante riabilitazione 
                                      di un trauma del LCM, sono costituiti dalla 
                                      riduzione della sintomatologia dolorosa 
                                      e del gonfiore, dal ripristino della completa 
                                      particolarità del ginocchio e dal 
                                      potenziamento della muscolatura della coscia. 
                                      Durante i primi giorni successivi al trauma 
                                      potrebbe essere indicato non caricare larto 
                                      e quindi sarebbe consigliato luso 
                                      delle stampelle durante la deambulazione. 
                                      Una volta ridotti lo stato di gonfiore e 
                                      la sintomatologia dolorosa occorre intraprendere 
                                      un piano riabilitativo specifico, gli esercizi 
                                      sotto riportati si presentano particolarmente 
                                      adatti per il ripristino del normale range 
                                      articolare del ginocchio e per una tonificazione 
                                      specifica della muscolatura della coscia. 
                                    ESERCIZIO 
                                      1: Sollevamento della gamba tesa  
                                    
                                    Distesi 
                                      a terra con la gamba sana leggermente flessa, 
                                      sollevare la gamba lesa in posizione distesa 
                                      e mantenere la posizione raggiunta per un 
                                      periodo di 10 quindi riabbassarla 
                                      e recuperare per 5. Eseguire 
                                      3-5 serie costituite ognuna da 20 ripetizioni 
                                      ciascuna, osservando un recupero di 130 
                                      tra le varie serie. Questo semplice esercizio 
                                      permette già dai primi giorni immediatamente 
                                      successivi allevento lesivo di poter 
                                      stimolare troficamente la muscolatura dellarto 
                                      inferiore leso. 
                                    ESERCIZIO 
                                      2: Distensione del ginocchio leso  
                                      
                                    Seduti 
                                      a terra con le gambe leggermente divaricate, 
                                      appoggiare entrambe le mani sul ginocchio 
                                      leso e spingerlo dolcemente verso il basso 
                                      in modo tale da forzarne lestensione 
                                      sino a che la sintomatologia dolorosa lo 
                                      consenta. Mantenere la posizione raggiunta 
                                      per circa 20-30 
                                      quindi rilassare per 10. Effettuare 
                                      3 serie da 15 ripetizioni osservando 130 
                                      di recupero tra le serie. 
                                    ESERCIZIO 
                                      3 : Leg extension 
                                      
                                    Seduti 
                                      al leg extension effettuate una distensione 
                                      con entrambe le gambe, inizialmente utilizzate 
                                      un carico molto leggero che non comporti 
                                      nessuna sintomatologia dolorosa a carico 
                                      dellarto leso. Raggiunta la posizione 
                                      di massima distensione mantenete una sosta 
                                      isometrica di circa 3. Eseguire 10 
                                      ripetizioni per 5 serie osservando una pausa 
                                      di recupero di 2 tra le serie. Fate 
                                      particolarmente attenzione alla ripartizione 
                                      del carico di lavoro sulle due gambe in 
                                      modo tale che il lavoro non sia eccessivamente 
                                      sbilanciato verso lutilizzo prioritario 
                                      dellarto sano. Inizialmente è 
                                      preferibile adottare lesecuzione a 
                                      due gambe a scopo precauzionale, in seguito, 
                                      con il consolidamento delle capacità 
                                      di forza dellarto leso, si può 
                                      passare allesecuzione monolaterale. 
                                    ESERCIZIO 
                                      4: Dossier a parete 
                                      
                                    Appoggiare 
                                      la schiena contro una parete e piegare lentamente 
                                      le gambe sino al raggiungimento di un angolo 
                                      di piegamento che in situazioni ottimali 
                                      dovrebbe essere di 90°, in qualsiasi 
                                      caso raggiungere il massimo angolo di piegamento 
                                      consentito senza incorrere nella sintomatologia 
                                      dolorosa. Mantenere la posizione isometrica 
                                      per 3 e ritornare alla posizione di 
                                      partenza. Eseguire 5 serie da 8 ripetizioni 
                                      con una pausa tra le serie di 2. 
                                    NOTA: 
                                      le semplici esercitazioni sopra presentate 
                                      costituiscono gli elementi di base di un 
                                      primo programma di tipo potenziativo da 
                                      effettuarsi nel primo periodo rieducativo, 
                                      ovviamente tale piano di lavoro deve essere 
                                      progressivamente corroborato dallinserimento 
                                      di nuove e più impegnative esercitazioni, 
                                      come _ di squat, _ squat, pressa orizzontale 
                                      ed inclinata , affondi ecc..., che in questa 
                                      sede, per ovvi motivi di spazio non possono 
                                      essere illustrati. Inoltre è importante 
                                      ricordare che in un piano di lavoro riabilitativo 
                                      del LCM assumono un posto di rilievo tutte 
                                      quelle esercitazioni dinamiche che obbligano 
                                      a contrastare attivamente da un punto di 
                                      vista muscolare il valgo, oltre a tutte 
                                      le esercitazioni di "propriocettiva 
                                      dinamica" già descritte sul 
                                      numero precedente di questa rivista nellarticolo 
                                      riguardante il legamento crociato anteriore. 
                                    ESERCIZIO 
                                      3: Leg curl 
                                      
                                    Proni 
                                      al leg curl flettere la gamba lesa coadiuvando 
                                      il lavoro di questultima grazie allutilizzo 
                                      contemporaneo dellarto sano. Mantenere 
                                      la posizione statica di massima flessione 
                                      per circa 3 quindi ritornare lentamente 
                                      alla posizione di partenza. Effettuare 5 
                                      serie da 10 ripetizioni osservando una pausa 
                                      di recupero di 2 tra le serie. Utilizzare 
                                      un carico che non comporti linsorgenza 
                                      di una sintomatologia dolorosa durante lesecuzione 
                                      dellesercizio stesso. Anche in questo 
                                      caso, per motivi di sicurezza, inizialmente 
                                      adottare un tipo di esecuzione bilaterale 
                                      per passare in seguito a quella monolaterale 
                                      esclusivamente a carico dellarto traumatizzato. 
                                       
                                     
                                       
                                     |