I
principi generali
di Gian Nicola Bisciotti
Che cosa
significa programmazione dellallenamento?
Credo che per ben comprendere questo concetto
occorra dapprima ben comprendere il termine
"programmare". Programmare significa
"stabilire in anticipo una serie
di operazioni e le loro differenti fasi
allo scopo della realizzazione di un progetto".
Detto questo, non ci rimane che adattare
questa definizione piuttosto generica del
termine programmare, allambito specificatamente
sportivo, al che direi che la definizione
di programmazione sportiva potrebbe essere
quella di "stabilire in anticipo
i mezzi ed i metodi lavoro ed il loro andamento
temporale allo scopo della realizzazione
di un progetto di allenamento". Prima
di cercare di fornire qualche idea e qualche
spunto per limpostazione di una programmazione
dellallenamento, vorrei ricordare
che purtroppo la "scienza della programmazione
", se così la vogliamo definire,
è un "arte empirica" in
cui di esatto vi è purtroppo ben
poco. Vorrei citare a questo proposito un
aneddoto personale, quando ero ancora uno
studente alla facoltà di Scienza
dello Sport dellUniversità
di Lione, ebbi la fortuna di avere un insegnante
di programmazione che possedeva una competenza
ed un carisma veramente straordinari e che
ancora tuttoggi considero come una
delle mie colleghe (è una donna)
più preparate e competenti. Tutto
mi sembrava facile, prevedibile, calcolabile,
programmabile sin nei minimio dettagli,
ed ero convintissimo che
. niente sarebbe
stato lasciato al caso! Quando ho cominciato
ad allenare sul campo, mi sono invece ahimè
reso conto che la pratica è ben diversa
dalla teoria e che, al contrario di quanto
credessi, il caso trovava ampi spazi disponibili
a propria disposizione. Allora tutto quello
che avevo studiato ed in cui avevo assolutamente
creduto, non mi era in pratica servito a
nulla? Assolutamente no, mi sarebbe (ed
ancora mi sarà), invece servito a
molto, è infatti grazie alle nostre
conoscenze teoriche che possiamo sperare
di riuscire a diminuire il più possibile
il margine di inevitabile empirismo connesso
alla cosiddetta "scienza della programmazione",
che poi tanto scienza non è perché
in questambito vale a volte di più
"la pratica che la grammatica".
In effetti in questo campo, nonostante lenorme
mole di dati a disposizione, quello che
manca è la relazione scientifica
che colleghi questi ultimi tra loro. Per
questo motivo, allo stato attuale delle
conoscenze, risulta praticamente impossibile
poter far riferimento ad un insieme coerente
di dati scientifici che permettano di dirigere
e programmare il processo di allenamento
sportivo. La cosiddetta "scienza della
programmazione dellallenamento"
quindi è, a mio parere, quella che
riesce a minimizzare gli effetti del caso,
fermo restando il fatto che ogni tipo di
programmazione deve necessariamente essere
sottoposta ad unanalisi retrospettiva
critica allo scopo di correggere gli eventuali
errori emersi in "corso dopera".
Al di la
di quanto detto, in tutti casi le tappe
di una buona programmazione sono essenzialmente
tre:
- Lelaborazione
di un programma
- La direzione
sul campo del programma (e qui entra in
gioco la pratica piuttosto che la grammatica)
- Il controllo
e leventuale aggiustamento in corso
dopera della programmazione effettuata.
Oltre a questo
mi sembra essenziale che il preparatore
sia a conoscenza di altri quattro principi
fondamentali che sono alla base della programmazione
sportiva, ossia:
- La conoscenza
del modello prestativo specifico (in questo
caso ovviamente del calcio).
- La conoscenza
degli effetti del lavoro proposto in termini
di volume, intensità e qualità
dello stesso.
- La conoscenza
degli effetti generali del tipo di allenamento
proposto.
- La conoscenza
degli effetti temporali dellallenamento
sullorganismo dellatleta (ossia
i diversi tempi di supercompensazione
in rapporto al metodo ed ai mezzi di allenamento
proposti).
Che cosa
sono i mezzi ed i metodi di allenamento?
I "mezzi"
di allenamento sono costituiti dalle esercitazioni
pratiche proposte nellallenamento
stesso, molti autori considerano i mezzi
sinonimo di "contenuti dellallenamento"
altri li distinguono da questi ultimi, non
vi preoccupate limportante è
intendersi, io ho sempre preferito per un
motivo di praticità considerare i
due termini "mezzi" e "contenuti"
dellallenamento due sinonimi. I "metodi"
invece sono le procedure sistematiche adottate,
ossia le metodiche di allenamento. Facciamo
due esempi pratici, se si utilizzano come
mezzo di allenamento le andature elastiche
(skip, calciata, balzata ecc
) posso
effettuarle con serie di volume ridotto,
alta intensità e lunghi recuperi,
in questo caso il metodo utilizzato si rivolge
allallenamento della forza esplosiva
e dellelasticità, al contrario
se utilizzo lo stesso "mezzo",
ossia sempre le andature elastiche ma questa
volta adottando serie più lunghe,
recuperi minori e giocoforza unintensità
anchessa minore, il "metodo"non
sarà più quello specifico
per lo sviluppo della forza esplosiva e
per le caratteristiche elastiche del unità
muscolo-tendinea ma piuttosto sarà
orientato verso lallenamento della
resistenza alla forza veloce.
Come si
articola la strutturazione della programmazione
dellallenamento.
Essendo sempre
coscienti del fatto che la programmazione
dellallenamento è un processo
dinamico e complesso, vediamo come di fatto
questultima possa essere strutturata.
La programmazione può essere temporalmente
suddivisa in programmazione a corto, medio
e lungo termine.
La programmazione
a breve termine è costituita dalla
seduta e dal microciclo.
La seduta
di allenamento: è lunità
di base della programmazione, ed è
a sua volta composta da metodi e mezzi di
allenamento, può essere "monotematica",
ossia essere rivolta allo sviluppo di una
sola capacità condizionale , in questo
caso sarà specificatamente rivolta
allo sviluppo della forza, della velocità,
della resistenza generale o di quella specifica;
oppure nellambito della stessa seduta
si possono allenare più capacità
condizionali contemporaneamente, solitamente
non più di due, facendo oltretutto
attenzione al loro abbinamento, ma di questo
particolare, invero molto importante, parleremo
in seguito.
Il microciclo:
il microciclo di allenamento si identifica
solitamente con la settimana di allenamento,
ma in alcune discipline sportive particolari
e/o per altrettanto particolari esigenze
programmative, può anche essere leggermente
più lungo o più corto. Allinterno
del microciclo le sedute di allenamento
debbono essere tra loro concatenate attraverso
una successione logica che rispetti i principi
di base della programmazione sportiva ma
anche di questo ulteriore basilare aspetto
parleremo dettagliatamente in seguito, quando
affronteremo largomento specifico
della strutturazione del microciclo di allenamento.
Cosa si
intende con il termine di capacità
condizionali?
Con questo
termine nellambito della metodologia
dellallenamento si intendono le qualità
di forza, resistenza organica e velocità.
Gli elementi
costitutivi della programmazione a medio
termine sono invece il mesociclo, il macrociclo
ed il piano annuale.
Il mesociclo:
classicamente è costituito dallinsieme
di 4 microcicli, anche in questo caso comunque,
per esigenze particolari può essere
allungato o diminuito di un microciclo ed
essere quindi composto da 3 oppure da 5
microcicli.
Il macrociclo:
è costituito da un numero variabile
di mesocicli solitamente compresi tra 3
e 5.
Il piano
annuale: che come è facilmente
intuibile comprende la programmazione di
tutti i macrocicli che costituiscono lintera
stagione sportiva.
La programmazione
a lungo termine è formata da due
elementi costitutivi: il piano multistagionale
ed il piano di carriera. Questo particolare
aspetto della programmazione riguarda solitamente
gli sport individuali ed ancor più
specificatamente solamente gli atleti di
altissimo profilo agonistico.
Il piano
multistagionale: normalmente è
composto da più stagioni sportive
considerate in funzione della preparazione
ad un evento agonistico specifico come ad
esempio i Giochi Olimpici od i Campionati
del Mondo.
Il piano
di carriera: prevede la programmazione,
ovviamente in linea molto generale, e direi
anche del tutto teorica, della presumibile
o per lo meno aspirabile, carriera sportiva
dellatleta.
Figura
1: gli elementi costitutivi della programmazione
sportiva, dal corto al lungo termine.
LA DEFINIZIONE
DI CARICO DI ALLENAMENTO
La definizione
classica di "carico di allenamento"
è enunciabile come: "la somma
del lavoro richiesto allatleta ovvero
linsieme delle sollecitazioni funzionali
provocate da questultimo in un determinato
periodo di tempo". Questa definizione
deve obbligatoriamente tenere conto di tre
elementi:
- La quantità
del lavoro
- Lintensità
del lavoro
- La tipologia
del lavoro proposto
In ultima
analisi quindi il carico di lavoro costituisce
linsieme delle sollecitazioni funzionali,
di tipo fisico, tecnico, tattico e psicologico,
a cui latleta viene sottoposto durante
il processo di allenamento e che sono alla
base delle trasformazioni funzionali che
latleta stesso matura.
Dal momento
che molti metodologi dellallenamento,
hanno provato e provano tuttora, con alterne
fortune, a quantificare matematicamente
il carico di allenamento, riportiamo la
"formula" più correntemente
utilizzata a questo scopo:
Carico
di allenamento = Quantità X Intensità
Nella suddetta
formula la "quantità",
altrimenti definita anche come "volume"
di allenamento, viene valutata attraverso
le unità di misura specifiche dellattività
considerata. In altre parole nel caso della
corsa verranno utilizzati come unità
di misura i metri od i chilometri, nel caso
dellallenamento della forza il numero
delle serie effettuate, oppure il totale
dei chilogrammi sollevati e cosi via
Il parametro
di quantità dellallenamento
è sicuramente lelemento maggiormente
"empirico" nellambito della
programmazione dellallenamento. Infatti
spetta al preparatore e/o allallenatore
stabilire, appunto "empiricamente",
quella che deve essere considerata come
la quantità massima di allenamento
proponibile.
Per quello
che riguarda il parametro di "intensità"
invece si possono utilizzare due tipi di
valutazione. La prima che potremmo definire
di tipo generale che vede lintensità
dellallenamento gerarchizzata secondo
5 differenti livelli:
- leggera
- media
- forte
- intensa
- massimale
Oppure attraverso
una classificazione di "intensità
relativa"ossia classificando lintensità
in percentuale di un parametro di riferimento.
Nel caso dellallenamento di resistenza
i parametri utilizzabili sono essenzialmente
3:
La velocità
aerobica massimale (VAM) : un esempio
pratico potrebbe essere un 4/4
in cui 4 siano effettuati al 95% della
VAM e 4 al 65% per un certo numero
di serie, oppure un 30/30,
nel quale per 30 si corra al
110% della VAM e per 30 si rispetti
un recupero passivo ecc
La velocità
di soglia anaerobica: un esempio di
utilizzo di questo tipo di parametrizzazione
può essere costituito da una certo
numero di serie sui 1000 mt corsi al 105%
della velocità di soglia, oppure
un alternante su soglia effettuato a delle
percentuali ben precise rispetto alla velocità
di soglia ecc
La velocità
record sulla distanza: se intendessimo
ad esempio effettuare delle ripetizioni
sui 1000 mt, dovremmo considerare il tempo
record sulla distanza (ad esempio 300)
ed effettuare un certo numero di serie ad
una determinata percentuale rispetto alla
velocità record, ad esempio 5 serie
all 80% della velocità record
(nel nostro esempio la velocità di
percorrenza risulterebbe pari a 325).
Nel caso
dellallenamento di forza invece si
utilizza solitamente parametrizzare in base
al carico massimale (ossia al carico con
cui si riesce ad effettuare una sola ripetizione)
dellesercizio considerato. Un esempio
classico potrebbe essere costituito da una
serie _ squat effettuati con il 70% del
carico massimale.
CHE COSA
SAPPIAMO SULLINTENSITA ED IL
VOLUME IDEALI DI ALLENAMENTO?
Direi, che
purtroppo, per lo meno da un punto di vista
scientifico, si sa ben poco su quello che
possano essere lintensità ed
il volume, e quindi il carico di allenamento
ideali. Da tutti i dati empirici che si
possono ritrovare sullargomento, che
al contrario di quelli scientifici, sono
veramente molti, possiamo comunque ricavare
quattro regole generali ricavate dallesperienza
e confortate dal buon senso (il che non
è poi così poco):
- Tutti
gli aumenti della quantità e dellintensità
dellallenamento devono essere effettuati
in modo progressivo in modo tale da permettere
un adeguato consolidamento della risposta
funzionale da parte dellatleta.
- Laumento
del carico di allenamento dovrebbe seguire
il seguente principio. "prima più
spesso", poi più a lungo ed
infine più forte". Che tradotto
significherebbe che dapprima bisognerebbe
aumentare il numero delle sedute di allenamento
(più spesso), in un secondo tempo
si può aumentare la durata di queste
ultime (più a lungo) e solamente
dopo aver "metabolizzato" queste
due tappe si può passare ad unintensificazione
dellintensità delle sedute
(più forte).
- La quantità
e lintensità del carico di
allenamento proposte non possono essere
entrambe a valori massimali, occorre mantenersi
in quella che viene definita con il termine
di "zona di carico di allenamento
massimale", allinterno della
quale il parametro d intensità
e di quantità variano da un minimo
del 70% ad un massimo del 100%. Seguendo
questo principio nel momento in cui sintenda
aumentare lintensità del
lavoro occorre diminuirne la quantità
(il 100% dellintensità prevede
un massimo del 70% della quantità
di lavoro) e viceversa nel momento in
cui si volesse aumentare la quantità
di lavoro occorre diminuire lintensità
dello stesso (il 100% della quantità
prevede un massimo del 70% dellintensità
dello stesso).
- In ultimo,
ma non per ultimo, prima di aumentare
uno dei parametri che costituiscono il
carico di allenamento (quantità
ed intensità), occorre obbligatoriamente
sincerarsi che latleta si sia perfettamente
adattato ai carichi di allenamento sino
ad allora proposti.
Questi sono,
in estrema sintesi, i principi generali
della programmazione dellallenamento,
nei prossimi articoli che seguiranno, tutti
dedicati alla programmazione, prenderemo
in esame i diversi aspetti specifici di
questultima, soprattutto allo scopo
di poter dare degli strumenti di utilità
pratica e di concreto utilizzo.
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